Rinunciare all’utilizzo di pellicce animali.
Animal Free Fashion è il rating di LAV nato per promuovere una moda etica, sostenibile, rispettosa degli animali e dell'ambiente.
Accompagna le aziende in un percorso di graduale eliminazione dei materiali animali in favore dei Next-Gen Materials e valorizza il loro impegno.
Con Animal Free Fashion possiamo ridurre insieme lo sfruttamento animale e contribuire a raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile 2030.
Un mercato in declino ma che è ancora causa di sofferenza e morte per decine di milioni di animali appositamente allevati (oltre 7 milioni nella sola UE) o catturati in natura. Visoni, volpi, cani-procione, cincillà, coyote, procioni, ma anche conigli e molti altri animali.
Scopri di più100gr di piuma o piumino da un’anatra, 150-200gr da un’oca. Le aziende dichiarano di non ricorrere alla spiumatura in vivo, ma le Certificazioni “Responsabili” non sono attendibili. Struzzi e altri animali sono sfruttati per le piume decorative. Tutti sono allevati senza rispettare le loro esigenze naturali.
Scopri di piùBovini, cavalli, pecore, capre e maiali: milioni di animali, adulti e cuccioli. uccisi ogni anno per la produzione di pelli. La pelle non è un "by-product": l’industria conciaria costituisce un vero e proprio business a sé ed è co-responsabile dell’industria alimentare per l’impatto ambientale.
Scopri di piùOgni anno in Australia, su oltre 150 milioni di pecore allevate (25% produzione mondiale), 10/15 milioni di agnelli con meno di 48h muoiono per ipotermia e fame. Se non più produttive, le pecore sono imbarcate su navi cargo per Medio Oriente e Nord Africa. Questo allevamento è tra le principali cause di desertificazione.
Scopri di piùPer ottenere 100 kg di bozzoli, da cui si ricavano 20/25 kg di seta, si uccidono fino a 50 mila bachi, immersi nell'acqua bollente prima della fuoriuscita dal bozzolo. Un metodo cruento, che non tiene conto dell’esistenza di numerosi materiali alternativi più economici e resistenti.
Scopri di piùPitoni e altri serpenti, alligatori e coccodrilli, varani, struzzi, squali, razze e anguille. Animali spesso catturati in natura (con strumenti e metodi cruenti e con impatto sulla biodiversità) o allevati in condizioni intensive e di totale privazione e poi uccisi per decapitazione, con colpi in testa o per asfissia.
Scopri di piùIn Australia negli ultimi 20 anni sono stati uccisi 44 milioni di canguri per scopi commerciali, oltre a centinaia di migliaia di cuccioli morti dopo l’uccisione delle madri. Una strage senza precedenti, per il profitto dell’industria della carne e della pelle di canguro. L’Italia è il principale paese europeo importatore di pelli grezze.
Scopri di piùIn Sud Africa si alleva il 50% delle capre da cui si ricava lana mohair. La tosatura implica traumi, ferite e terrore. Le capre cashmere si allevano in Asia e Medio Oriente: il filato si ottiene per “pettinatura”, strappando il pelo da animali immobilizzati. Anche alpaca, vigogna, guanaco, lama, cammelli e yak sono sfruttati per i filati.
Scopri di piùOgni 3 mesi, ai conigli immobilizzati viene “tosato” il pelo con strumenti da taglio affilati o strappato via a mano. Una pratica molto dolorosa: alcuni muoiono per insufficienza cardiaca da stress. Il principale produttore è la Cina, ma anche in Europa, in Francia in particolare, è documentata questa tecnica crudele.
Scopri di piùI Brand e retailer, in coerenza con il proprio impegno nel
raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell'Agenda ONU 2030, in
particolare gli obiettivi 12, 13, 14, 15, devono tracciare un credibile processo di
phasing-out entro il 2030 di ogni materiale animale, e renderlo pubblico.
Il rating Animal Free propone un percorso in 4
semplici traguardi (V, VV, VVV, VVV+)*.
*= V significa Vegan
Rinunciare all’utilizzo di pellicce animali.
E’ necessario evitare ogni forma di sfruttamento di animali selvatici, tutelando l’ambiente e gli ecosistemi. L’industria della moda deve progressivamente e definitivamente abbandonare le produzioni animali (di qualunque specie) in favore di materiali più sostenibili quali i Next -Gen (dalle fibre naturali vegetali, alle fibre man-made artificiali come biopolimeri o sintetiche - da riciclo-).
Riconsiderare la “questione animale” nelle proprie analisi di materialità in funzione dell’adozione di modelli di business più sostenibili e che quindi non prevedano l’impiego di alcun “Animal Derived Material”.
Tracciare un credibile ed efficace processo di phasing-out di qualsiasi materiale animale, con l’obiettivo di raggiungere il miglior rating Anima Free (VVV+) entro il termine massimo del 2030, e renderlo pubblico.
Questi sono alcuni dei risultati che LAV ha ottenuto in questi anni, insieme alle aziende, per realizzare politiche Animal Free!
Lo chiamano “harvest”, prelievo, e lo propongono come “sostenibile”, ma si tratta di un vero e proprio massacro con oltre 40 milioni di canguri uccisi negli ultimi 20 anni. É la più brutale caccia (commerciale) di animali selvatici al mondo e l’Italia è primo paese europeo importatore di pelli. Cuccioli dipendenti dalle madri e animali feriti e fuggiti in preda al panico, tutti condannati a una lenta agonia.
Nonostante quella della “piuma” sia una filiera tra le più “monitorate”, in questo documento descriviamo come gli Standard industriali sono in realtà inefficaci nell'assicurare un trattamento di oche e anatre rispettoso delle esigenze etologiche specie-specifiche e di quanto questi Standard possono essere raggirati consentendo, di fatto, la spiumatura in vivo.
Descriviamo come, tra le varie tipologie di pelli cosiddette “esotiche”, quelle dei rettili derivano da animali prevalentemente catturati in natura con un impatto sulla biodiversità, nessun controllo sul trattamento degli animali e con potenziale rischio per la salute pubblica. Non solo rettili, tutte le filiere dell’esotico (pelle di struzzo, di canguro, e altri animali) sono caratterizzate da scarsa trasparenza e tracciabilità.
Abbiamo pubblicato il report Fashion Spillover" per documentare l’evoluzione della epidemia di coronavirus SARS-CoV-2 tra gli allevamenti di visoni in Italia e nel mondo e il ruolo, colpevole, della “Industria della pelliccia” nell’avere progettato un sistema di sfruttamento degli animali che, nel tempo, ha creato le condizioni ottimali per l’ulteriore diffusione del virus pandemico.
Leggi le news di maggiore interesse sulle attività di Animal Free Fashion.