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Pellicce: bene decisione di Max Mara Fashion Group di diventare #FurFree

Max Mara Fashion Group ha annunciato ufficialmente la decisione di dismettere le produzioni in pelliccia animale.

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Ultimo aggiornamento

mercoledì 07 agosto 2024

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Ottimo risultato ma non è vero che non vendono pellicce da diverse stagioni

In riferimento alla dichiarazione di Max Mara Fashion Group rilasciata ieri ad Ansa nella quale dichiara ‘Siamo fur-free da molte stagioni', noi di LAV insieme a Fur Free Alliance prendiamo atto positivamente del fatto che l'azienda, anche a seguito dei continui solleciti di centinaia di migliaia di persone nel mondo, ha finalmente deciso di raggiungere una policy fur-free,e di renderlo noto a seguito del nostro comunicato stampa diffuso proprio ieri.

Con Fur Free Alliance ci teniamo però a precisare che prima di dichiararsi "fur-free", quindi senza alcun inserto in pelliccia di origine animale in tutti i capi di tutte le collezioni, un'azienda oltre alla dismissione delle produzioni deve dismettere anche la vendita dei prodotti in pelliccia.

E questo vale anche se si tratta di prodotti di collezioni precedenti.

Di fatto, solo a seguito della campagna #FurFreeMaxMara, indetta da noi di LAV con la Fur Free Alliance lo scorso febbraio, MMFG ha rimosso dagli e-shop nel mondo tutti i prodotti con componenti in pelliccia animale. Ciò è documentato dagli screenshot (riportati sotto) scattati agli e-shop del Gruppo in diversi Paesi, i brand Max Mara, Sportmax, Marina Rinaldi commerciavano, in piena stagione invernale di vendita, prodotti moda contenenti inserti in pelliccia di visone, volpe, cane-procione ‘Murmasky').

Siamo lieti che la campagna #FurFreeMaxMara abbia accelerato il raggiungimento del traguardo "fur-free" per MMFG, è un grande passo per la difesa dei diritti degli animali e delle loro vite. Disapproviamo la totale mancanza di comunicazione dell'azienda con gli stakeholder, nonostante i numerosi tentativi di dialogo intrapresi da LAV e altre ONG nostre partner, auspicando in un miglioramento in tale senso in futuro nel raggiungimento di nuovi traguardi etici e di sostenibilità. Simone Pavesi , responsabile moda animal free LAV

NB: le date relative a quando sono stati fatti gli screen sono visibili nei metadata dei file immagine originali e nei pdf delle ricerche effettuate sull’e-shop.



Ripercorri la storyline

martedì 06 agosto 2024

Pellicce: Max Mara diventa Fur-Free!

Ci siamo riusciti! Anche Max Mara Fashion Group è diventata fur-free; un risultato che abbiamo raggiunto nonostante la totale indifferenza dell'azienda alle nostre richieste di incontro e che è stata proprio la causa della campagna globale di pressione #FurFreeMaxMara organizzata con la Fur Free Alliance e che ha visto LAV e Humane Society International protagonisti di un clamoroso blitz in mongolfiera presso la sede centrale del Gruppo a Reggio Emilia lo scorso febbraio.Simone Pavesi, responsabile Area Moda Animal Free

Dopo aver ricevuto centinaia di migliaia di email, migliaia di telefonate, innumerevoli post sui social media e persino aver visto una mongolfiera sorvolare la sua sede in Italia, Max Mara Fashion Group ha annunciato ufficialmente la decisione di dismettere le produzioni in pelliccia animale.

In una nota interna allo staff, Max Mara ha dichiarato:

L'azienda non vende, online né in nessuno dei suoi punti vendita fisici, alcun prodotto realizzato con pelliccia, né vi è l'intenzione di introdurre alcun prodotto realizzato con pelliccia nelle prossime collezioni dei marchi di Max Mara Fashion Group.Max Mara

Ciò è stato confermato da un dirigente:

Max Mara, inclusa MMFG e tutte le filiali, ha adottato una fur-free policy e non ha intenzione di introdurre la pelliccia in nessuna delle prossime collezioni per nessuno dei marchi MMFG.Dirigente Max Mara

Questo annuncio arriva dopo numerosi tentativi di dialogo rimasti inascoltati e che hanno così indotto la Fur Free Alliance (FFA), una coalizione di oltre 50 organizzazioni per la protezione degli animali provenienti da oltre 35 paesi, a lanciare una campagna globale durante le settimane della moda dello scorso febbraio a New York, Londra, Milano e Parigi, sollecitando il gigante della moda italiana ad abbandonare per sempre le pellicce animali: più di 270.000 e-mail, 5.000 telefonate e innumerevoli post sui social media che hanno trasmesso un messaggio chiaro chiedendo a Max Mara di abbandonare le pellicce, nonché un blitz in mongolfiera di LAV e HSI sul quartier generale di Reggio Emilia. Attivisti di tutto il mondo si sono riuniti per chiedere a Max Mara di fare la cosa giusta, e alla fine l'azienda non ha più potuto restare indifferente

Max Mara Fashion Group ha oltre 2.500 negozi in 105 paesi e in precedenza, tra gli articoli in pelliccia, vendeva guanti di visone, polsini di pelliccia di volpe e un portachiavi con cane procione.

Il Gruppo ora si unisce alle principali case di moda globali che hanno già abbandonato la pelliccia, tra cui Dolce & Gabbana, Saint Laurent, Valentino, Prada, Gucci, Versace, Alexander McQueen, Balenciaga e Armani.

La Fur Free Alliance plaude Max Mara per aver deciso di eliminare le pellicce. Max Mara è stato uno degli ultimi marchi di moda globali a vendere ancora pellicce; quindi, siamo lieti che ora si siano uniti a un elenco crescente di marchi “fur-free” che non vogliono avere nulla a che fare con la crudeltà sugli animali associata al commercio di pellicce.Joh Vinding, presidente Fur Free Alliance

Nel settembre 2018, la Fur Free Alliance ha chiesto ai sostenitori di contattare Prada esortandoli a rinunciare alle pellicce, e il marchio di lusso italiano ha ascoltato l'appello decidendo di abbandonare le pellicce l'anno successivo.

La Fur Free Alliance ha collaborato anche con Gucci, Armani, Hugo Boss e molti altri per annunciare politiche anti-pelliccia. Oggi, oltre 1500 marchi e rivenditori si sono impegnati a eliminare le pellicce aderendo al Fur Free Retailer Program.

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Approfondimenti

Per ulteriori info sulle policy animal-free delle aziende moda e sui materiali sostenibili di nuova generazione alternativi a quelli animali clicca qui.



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mercoledì 06 marzo 2024

La campagna #FurFreeMaxMara si è fatta sentire!

Avevamo detto che la campagna #FurFreeMaxMara sarebbe stata la più grande corporate campaign anti-pellicce di tutti i tempi, e così è stato: durante le settimane della moda a New York, Londra, Milano e Parigi, Max Mara Fashion Group ha ricevuto oltre 200.000 e-mail, 5.000 chiamate e innumerevoli post sui social media da sostenitori di tutto il mondo che hanno aderito alla campagna #FurFreeMaxMara chiedendo all'azienda di dismettere le produzioni di pelliccia e darsi una policy fur-free

Noi di LAV abbiamo persino usato una mongolfiera per volare sopra la Sede Centrale a Reggio Emilia, per assicurarci di recapitare all'azienda il messaggio "Max Mara GO FUR-FREE!"

Azioni di contestazione si sono svolte in tutto il mondo davanti ai negozi Max Mara e altri brand del Gruppo in oltre 20 città tra cui New York, Berlino, Londra, Cracovia, Amburgo, Vienna, Zurigo, Amsterdam e Lisbona e in Italia a Milano, Modena, Firenze, Trento, Roma, Bergamo e Reggio Emilia la “roccaforte” della famiglia Maramotti proprietaria del Gruppo.

Anche se la maggior parte dei brand del lusso è già passata al fur-free (anche per la ampia disponibilità di materiali più etici e sostenibili), Max Mara finora si è rifiutata di discutere la questione ignorando ogni richiesta di incontro con LAV e la Fur Free Alliance.

In seguito alla nostra campagna #FurFreeMaxMara gli articoli con componenti in pelliccia sono stati rimossi dai siti web di Max Mara Fashion Group nelle ultime settimane, ma l'azienda non ha reso pubblica alcuna decisione circa la possibilità di dismettere per sempre l'uso di pellicce.

Il Gruppo ha persino disabilitato i commenti sui suoi canali Instagram dei principali brand, Max Mara e Sportmax.

Max Mara non può più ignorare la richiesta pubblica di un impegno “fur-free”.

La campagna #FurFreeMaxMara non termina qui, continueremo a spingere Max Mara Fashion Group a prendere una posizione pubblica contro le pellicce e vi terremo aggiornati su eventuali aggiornamenti.

STAY TUNED!


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mercoledì 21 febbraio 2024

Con uno spettacolare "blitz" aereo abbiamo chiesto a Max Mara di diventare FUR-FREE.  

[youtube:OcgeTdZOqEc]“Max Mara GO FUR-FREE!”  è il messaggio che abbiamo lanciato con Humane Society International (HSI) e a nome di tutti i membri della Fur ... LEGGI I DETTAGLI

“Max Mara GO FUR-FREE!”  è il messaggio che abbiamo lanciato con Humane Society International (HSI) e a nome di tutti i membri della Fur Free Alliance alla casa di moda italiana Max Mara.

Una spettacolare mongolfiera ha sorvolato la sede centrale del Gruppo, a Reggio Emilia, in occasione della settimana della moda di Milano, inaugurata oggi. La sfilata di Max Mara è in programma per giovedì 22 febbraio, poi seguirà quella di Sportmax venerdì 23, nel mentre le proteste di associazioni in tutto il mondo stanno incitando Max Mara Fashion Group – di proprietà della famiglia Maramotti – ad eliminare le pellicce dalle collezioni di tutti i brand di proprietà e adottare una politica fur-free come hanno fatto già molti altri marchi e stilisti.


Se fino a ieri la famiglia Maramotti insieme al management di Max Mara Fashion Group non ha ascoltato la nostra richiesta di dialogo e confronto circa l’insostenibilità della produzione di pellicce, oggi non hanno certo potuto non vedere il nostro messaggio ‘Max Mara Go Fur-Free!’ arrivato dal cielo con una mongolfiera. In mancanza di un riscontro dall’azienda, continueremo a coinvolgere migliaia di persone nel mondo sino all’ottenimento di una policy fur-free definitiva Simone Pavesi, Responsabile LAV, Area Moda Animal Free.

Questo stunt si inserisce all’interno delle attività della campagna globale #FurFreeMaxMara , lanciata dai 50+ membri della Fur Free Alliance, in occasione dell’attuale Fashion Month (9 febbraio – 3 marzo), per esortare tutti i marchi del Max Mara Fashion Group come Marina Rinaldi, Sportmax, Max&co., Pennyblack e altri oltre a Max Mara ad abbandonare l’uso di pellicce animali.

Il Gruppo Max Mara, che conta oltre 2.500 negozi in 105 paesi, è uno degli ultimi grandi marchi ad impiegare la pelliccia. L’attuale gamma include articoli realizzati in volpe, cane procione e visone.

Tra i prodotti con pelliccia di Max Mara si trovano polsini in pelliccia di volpe, un cappuccio rifinito in visone, un cappuccio rifinito in pelliccia di volpe, guanti in visone, un parka con rifiniture in pelliccia di volpe e un accessorio per borse in pelliccia di cane procione. Inoltre, le etichette dei prodotti rivelano che l’azienda utilizza pelliccia di visone di provenienza cinese e pelliccia di volpe e cane procione dalla Finlandia (paese dove, peraltro, sono già stati documentati oltre 70 focolai di influenza aviaria ad alta patogenicità H5N1 proprio in allevamenti di animali “da pelliccia”).

Con la portata della Fur Free Alliance, presente tramite i suoi membri in 35 paesi, la campagna #FurFreeMaxMara è la più grande corporate campaign antipelliccia di tutti i tempi, con decine di migliaia di e-mail e chiamate ai telefoni dell’azienda e con azioni sia nei social media che presso i punti vendita dell’azienda.

Per far giungere il messaggio a destinazione,  abbiamo deciso con HSI, veicolarlo in maniera plateale e inequivocabile alla sede del marchio: con una mongolfiera di 25 metri di altezza e 20 di diametro.

È inconcepibile che il Max Mara Fashion Group abbia ignorato gli appelli di adesione al movimento fur-free per così tanto tempo, non ritenendo necessario allinearsi alle richieste e alle sensibilità dei moderni consumatori. Proporre una moda maggiormente etica non è solamente la cosa giusta da fare ma anche un imperativo in un contesto caratterizzato da moltissime innovazioni tessili e da competitor sempre più all’avanguardia. Auspichiamo che il nostro messaggio dal cielo sia arrivato! Martina Pluda , direttrice per l’Italia di HSI

La maggior parte delle principali case di moda del mondo ha già eliminato la pelliccia dalle proprie collezioni. Tra queste Dolce & Gabbana, Saint Laurent, Valentino, Gucci, Versace, Alexander McQueen, Balenciaga e Jimmy Choo, oltre ai marchi storicamente contrari come Hugo Boss, Armani, Tommy Hilfiger, Stella McCartney e Vivienne Westwood. L’uso della pelliccia da parte di Max Mara rende il gruppo sempre più demodé.

L’appello fur-free può essere rivolto da chiunque al gruppo Max Mara.

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Approfondimenti

Visoni, volpi e cani procione  – tutte specie utilizzate dal Max Mara Fashion Group – trascorrono tutta la loro vita in gabbie di rete metallica anche nella pavimentazione, in condizioni di scarso benessere, privati della capacità di esprimere i propri comportamenti naturali, per poi essere uccisi tramite gas o elettrocuzione anale. La produzione di pellicce è anche devastante dal punto di vista ambientale e un rischio per la salute pubblica. Allevamenti e concerie sono estremamente dannosi per il suolo e i corsi d’acqua, poiché rifiuti e sostanze chimiche tossiche possono finire sversati nell’ambiente circostante. Inoltre, a confronto con altri materiali, la pelliccia ha le più alte emissioni di gas serra per chilogrammo. Ad esempio, l’impronta carbonica di 1kg di pelliccia di visone risulta 31 volte superiore a quella del cotone e 25 volte superiore al poliestere.

Decine di milioni di animali soffrono e muoiono ogni anno per mano dell’industria globale della pellicceria. La maggior parte di loro viene allevata in maniera intensiva.

I visoni di oltre 480 allevamenti in 13 Paesi sono risultati infetti da SARS-CoV-2 e si sono riscontrati focolai di influenza aviaria ad alta patogenicità (H5N1) in allevamenti di visoni in Spagna e Finlandia. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha riconosciuto il potenziale di trasmissione e diffusione zoonotica negli allevamenti di animali da pelliccia.

L’allevamento di animali da pelliccia è già vietato in 20 paesi europei, di cui 15 Stati Membri dell’UE: Austria, Belgio, Bosnia-Erzegovina, Repubblica Ceca, Croazia, Estonia, Francia, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Macedonia, Malta, Norvegia, Paesi Bassi, Regno Unito, Serbia, Slovacchia e Slovenia. Svizzera e Germania hanno introdotto standard di benessere animale talmente rigidi da aver di fatto posto fine all’allevamento di animali per la produzione di pellicce nei paesi.

 


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mercoledì 21 febbraio 2024

Pellicce: inizia oggi la campagna internazionale verso Max Mara Fashion Group!

Oggi la FurFree Alliance , coalizione internazinale di cui facciamo parte, lancia una campagna globale, invitando il colosso italiano della moda Max Mara a seguire l’esempio virtuo... LEGGI I DETTAGLI

Oggi la FurFree Alliance , coalizione internazinale di cui facciamo parte, lancia una campagna globale, invitando il colosso italiano della moda Max Mara a seguire l’esempio virtuoso di tanti grandi brand – tra cui Gucci, Versace, Armani, Prada, Valentino, Dolce&Gabbana e molti altri – nell’adottare una politica fur-free.  

La campagna si svolgerà fino al 3 marzo, durante le settimane della moda a New York, Londra, Milano e Parigi.  

L’indifferenza di Max Mara Fashion Group ai numerosi tentativi di dialogo avanzati da LAV e dai nostri partner è imbarazzante! Come può un colosso della moda sottrarsi al confronto con gli stakeholder e, allo stesso tempo, presentarsi come azienda sostenibile e responsabile?  Se MMFG non vuole ascoltare le ONG, sentirà la voce delle tante persone che, in tutto il mondo, stanno partecipando alla campagna FurFreeMaxMara.Simone Pavesi - Responsabile Area Moda Animal Free

Con la portata della Fur Free Alliance, una coalizione di 50 organizzazioni per la protezione degli animali in 35 paesi, la campagna # FurFreeMaxMara sarà probabilmente la più grande corporate campaign antipelliccia di tutti i tempi.

Oggi sono oltre 1.500 i brand (e retailer) formalmente aderenti al Fur Free Retailer Program. 

La campagna globale si rivolge principalmente al marchio di punta,  Max Mara, ma il target è il Max Mara Fashion Group  nel suo insieme, dato che anche altri marchi utilizzano ancora pellicce animali, come Marina Rinaldi, SportMax; nei loro assortimenti è possibile trovare guanti in visone, polsini in pelliccia di volpe, ciondoli in procione o cappucci bordati in pelliccia di cane procione

Ora che la maggior parte dei consumatori non vuole avere niente a che fare con il commercio delle pellicce, i principali marchi di moda hanno risposto annunciando politiche che vietano l’uso delle pellicce.  

Venti paesi in tutta Europa hanno già vietato la produzione di pellicce a causa della crudeltà sugli animali e dei rischi per l’ambiente e la salute pubblica. Mentre oltre 1,5 milioni di europei hanno sottoscritto la petizione di Iniziativa dei Cittadini Europei “Fur Free Europe” per chiedere l’estensione del divieto di allevamento a tutta l’Unione e la fine delle vendite di pellicce, il divieto di commercio di prodotti di pellicceria è già una realtà in Israele, California e 14 città negli Stati Uniti. 

l sostegno di Max Mara al commercio di pellicce, arcaico e crudele, li fa sembrare obsoleti e indifferenti alla sofferenza degli animali. Max Mara dovrebbe unirsi ai suoi colleghi “fur-free” e scegliere la compassione piuttosto che i profitti.
Joh Vinding - Presidente Fur Free Alliance  

Le voci si alzeranno anche dall'Italia, STAY TUNED!

 


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