L'85% degli italiani propende all'acquisto di prodotti privi di materiali di origine animale.
Durante la Milan Fashion Week di febbraio abbiamo commissionato a BVA DOXA una rilevazione per misurare la "Propensione all'acquisito di capi d'abbigliamento animal-free”.
Sono stati coinvolti i consumatori di Italia, Francia, Regno Unito, Paesi Bassi, Germania e Spagna per un complessivo di 3.600 interviste.
Il sondaggio ha rilevato che la domanda di articoli Animal Free copre una significativa fetta del mercato dei prodotti moda (abbigliamento, calzaturiero e accessori), Ciò dimostra che quando i consumatori sono adeguatamente informati sulle problematiche dei materiali animali e sulla esistenza di materiali sostenibili di nuova generazione (Next-Gen Materials), che peraltro offrono medesime se non migliori performance tecniche e ambientali, la loro propensione all'acquisto di articoli moda privi di componenti animali è estremamente elevata.
Il sondaggio, pubblicato sul nuovo portale dedicato alla moda Animal Free, misura la propensione del campione all'acquisto di capi d'abbigliamento “Animal Free”, ovvero senza pelliccia, piume, pelle, seta e lana, in sei diversi Paesi e mostra una spiccata sensibilità etica da parte degli italiani, 85,6% la propensione all'acquisto di prodotti-moda privi di materiali di origine animale, seguono i tedeschi con l'82,4%, i francesi con l'81,4%, gli olandesi con il 77%, gli spagnoli con il 76,2% e gli inglesi con il 75,4%.
BVA DOXA ha domandato al campione di 3.600 consumatori:
Tra i consumatori italiani, sono consapevoli dell'esistenza di soluzioni più sostenibili e alternative alla pelle animale il 64% degli intervistati, pelliccia (61%), lana (40%) e piume (37%).
Al 79,7% è la media nei sei Paesi circa la propensione ad acquistare prodotti “Animal Free” quando i consumatori ricevono informazioni di base circa gli aspetti negativi tipici delle produzioni animali (in termini di impatto su benessere animale, impatto ambientale).
Per cinque tipologie di prodotti come cappotto o giacche con inserti in pelliccia, giacche e piumini con imbottiture in piuma, scarpe e stivali in pelle, cravatte, camice, abbigliamento intimo in seta, cappotti, golf, abiti invernali in lana, la rilevazione ha verificato la disponibilità dei consumatori ad acquistare, a parità di comfort, quelli realizzati con materiali alternativi (‘Next-Gen') piuttosto che con componenti animali.
La componente in pelliccia animale è quella che prioritariamente potrebbe essere rimpiazzata in favore dell'acquisto di prodotti alternativi con l'89% degli italiani e tedeschi che scelgono pelliccia ‘Next-Gen', somma delle due risposte positive «credo» e «certamente»; 85% dei francesi e olandesi; 80% degli inglesi; 75% tra gli intervistati nel campione di consumatori spagnoli.
Significativo evidenziare come le diciture create dal marketing, come il “Vera Piuma”, sono sempre meno efficaci nel condizionare il consumatore: il 58% degli intervistati nei 6 Paesi si dichiara «molto d'accordo» o «abbastanza d'accordo» con l'affermazione “Quando in etichetta è scritto “VERA PIUMA”, significa solo che la giacca o il piumino è imbottito con piuma animale, non significa che offre un comfort migliore di altri realizzati con materiali alternativi, Animal Free”.
In generale i consumatori si dichiarano coerenti con i propri valori e sono disponibili a cambiare negozio o marca piuttosto di comprare un capo d'abbigliamento con materiali animali. 58% degli spagnoli; 56% degli italiani; 55% dei francesi; 50% dei tedeschi.
Infine, acquistare prodotti moda Animal Free rende felici: il 63% degli intervistati nei 6 Paesi si dichiara «molto d'accordo» o «abbastanza d'accordo» con l'affermazione “Acquistare prodotti moda realizzati con materiali alternativi, Animal Free, mi rende felice ed orgogliosa/o di me e delle mie scelte”.
Complessivamente, l'Italia è il Paese con il più elevato atteggiamento “Animal Free” (37%), seguono Germania (33%), Francia (31%), Spagna (30%), Regno Unito (28%) e l'Olanda (17%).
Considerando contestualmente una propensione d'acquisto certa ed un atteggiamento “Animal Free” (ovvero le due condizioni che più facilmente sono indicatori di un effettivo comportamento d'acquisto), risulta una quota di consumatori convinti nei confronti dei materiali alternativi pari al 17% in Italia, 11% in Germania, Francia e Spagna, 9% in Regno Unitoe 5% in Olanda (con una media della domanda di prodotti moda realizzati con materiali sostenibili di nuova generazione – e, quindi, Animal Free – pari al 10,7% nei sei Paesi).
I brand più lungimiranti hanno già colto questa sensibilità dei consumatori e che è una grande opportunità di crescita in coerenza con gli impegni che le stesse aziende dichiarano nella contribuzione al raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell'Agenda 2030 dell'ONU (in particolare gli OSS 12 ‘consumo e produzioni responsabili', 13 ‘agire per il clima', 14 ‘la vita sott'acqua', 15 ‘la vita sulla terra'). Brand e retailers che non investono nei Next-Gen Materials saranno inevitabilmente penalizzati dalla crescente domanda di prodotti moda più sostenibili, ed etici
Animal Free Fashion è la vetrina virtuale ideata dalla LAV nel 2015 e oggi online in una nuova veste grafica e con contenuti migliorati, che offre innovativi strumentiper valorizzare le aziende impegnate in un percorso di graduale dismissione dei prodotti animali:
Su Animal Free Fashion i consumatori possono trovare informazioni sulle politiche “animal-free” adottate dai brand e dai retailers, mentre le aziende hanno la possibilità di conoscere alcuni dei tanti materiali sostenibili di nuova generazione già oggi disponibili e che possono replicare l'estetica e le performance delle diverse tipologie di materiali animali: pellicce, piume, pelli, filati.
SCARICA IL SONDAGGIO INTEGRALE