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Moda: necessario accompagnare le imprese nella dismissione dei materiali animali

Per questo abbiamo ideato il portale Animal Free Fashion, dove le aziende possono trovare una roadmap per il cambiamento.

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giovedì 12 dicembre 2024

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Moda animal free

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L'impatto ambientale delle produzioni animali deve essere considerato

Una tavola rotonda sulle Politiche per la Sostenibilità e l'Economia circolare nella Moda Europea è stata la prima apparizione pubblica della neo-Commissaria Europea per l'Ambiente, Jessica Roswall, che ha incontrato l'Industria europea nell'evento organizzato dalla European Fashion Alliance (EFA).

Il settore tessile e dell'abbigliamento europeo ha un fatturato annuo di 170 miliardi di euro, ma genera anche più di 12 milioni di tonnellate di rifiuti tessili. Solo il 22% viene raccolto separatamente e l'8% viene riutilizzato. Questi numeri ci dicono che abbiamo del lavoro da fare. Jessica Roswall - neo-Commissaria Europea per l'Ambiente

Il problema dell'aumento dei rifiuti tessili è solo uno dei tanti che l'UE cerca di affrontare con una nuova legislazione; carbon neutral entro il 2050 e riduzione del 55% entro il 2030 delle emissioni di carbonio rispetto al 1990.

L'incontro è stato dunque occasione di confronto tra Industria e Istituzioni UE in considerazione del pacchetto di politiche e norme già adottate o in fase di definizione per raggiungere gli obiettivi climatici e che vanno ad impattare sulle fasi di progettazione, realizzazione, etichettatura e gestione dello scarto per ogni singola produzione moda.

In tutto questo, la Commissaria UE all'Ambiente, nel suo discorso, ha posto la questione dell'impatto derivante dalle produzioni animali per la moda (pelli e pellicce in primis, ma anche per le piume e i filati)? No!

Anzi, quello che emerge dal “Corporate Survey” condotto da EFA su un campione di 211 rappresentanti dell'Industria e presentato alla Commissaria Ue, è preoccupante:

  • 88% delle aziende intervistate dichiara di avere investito nella sostenibilità, ma oltre il 50% non ha ancora gli strumenti o il supporto necessari per una transizione completa verso pratiche sostenibili
  • 15% , solamente, le aziende che dichiarano di utilizzare alternative alla pelle
  • 50% delle aziende ha confermato di aver assunto impegni pubblici per pratiche di sostenibilità attraverso vari media, utilizzando piattaforme come manifesti, pubblicazioni di dati o comunicati stampa. Tuttavia, alcuni marchi scelgono di non divulgare i propri impegni, citando ragioni come il fatto di non essere ancora pronti (25%) o che addirittura preferiscono mantenerli interni (10%).
Sulla base dei dati rilevati dall'Industria europea della moda, emerge chiaramente che le imprese necessitano di un accompagnamento verso la transizione ecologica per la definizione dei passi da compiere nella necessaria progressiva dismissione dei materiali animal (per definizione non sostenibili) in favore di materiali innovativi di nuova generazione ed animal-free. Per questo abbiamo ideato il portale Animal Free Fashion, dove le aziende possono trovare una roadmap ed essere premiate con uno specifico rating per ogni tipologia di materiale animale (pelliccia, piume, pelli, filati) dismesso. E dove è presente un database di Next-Gen Materials. Simone Pavesi - Responsabile LAV Area Moda Animal Free