600 mila cani in Italia e più di 2 milioni e mezzo di gatti vagano per le strade, soprattutto nelle regioni meridionali, in cerca di cibo e riparo.
L’abbandono è un reato punito con l’arresto fino a un anno o con una multa fino a 10.000 euro. Eppure, ogni anno in Italia vengono abbandonati circa 80.000 gatti e 50.000 cani. Piu dell’80% di loro rischia di morire in incidenti, di stenti o a causa di maltrattamenti.
Si risponde all’entusiasmo di un momento o si decide di fare un dono speciale per il compleanno o una festività e – spesso - non si valutano con consapevolezza le conseguenze di un’azione poco ponderata.
Arriva così in casa un animale che richiede attenzioni, cure, tempo. Con la stessa facilità con cui è stato accolto o regalato, il cane o il gatto può essere abbandonato o rifiutato. Le motivazioni? Le più variabili, dall’arrivo di un neonato ad un trasloco, al decesso di chi se ne prendeva cura.
E le vacanze: le punte massime di abbandono si registrano infatti nel periodo estivo (25-30%). Anche l’apertura della stagione venatoria vede un picco: oltre il 30% dei cani viene abbandonato subito dopo l’apertura della stagione venatoria, perché il cane non è bravo a cacciare.
600 mila cani in Italia e più di 2 milioni e mezzo di gatti vagano per le strade, soprattutto nelle regioni meridionali, in cerca di cibo e riparo.
Fino al 1991, gli animali accalappiati venivano uccisi, dopo soli tre giorni di detenzione. La Legge quadro per la prevenzione del randagismo (n.281/91), ne ha riconosciuto il diritto alla vita.
Purtroppo, i principi ispiratori della legge non hanno trovato sufficiente attuazione pratica.
La costruzione di canili sanitari da parte delle amministrazioni locali è carente, i programmi di prevenzione delle nascite sono scarsi o assenti, così come le campagne di adozione e le iniziative di promozione di un corretto rapporto uomo/animale.
Negli anni c’è chi ha fatto della detenzione a vita dei randagi un affare… In tutta Italia sono sorte strutture private dove gli animali creano profitto: devono rimanervi il più a lungo possibile per permettere ai gestori di percepire un contributo che va da 2 a 7 Euro al giorno per ogni cane.
Spesso si tratta dei canili lager, fatiscenti, con gli animali ammassati in gabbie anguste dove l’altissima natalità sopperisce all’altrettanto elevata mortalità degli infelici ‘ospiti’.
Cosa facciamo
Per prevenire e sconfiggere l’abbandono e il randagismo occorrono politiche e campagne che incoraggino la registrazione e l’identificazione e dei cani (e anche dei gatti) con il microchip.
LAV organizza periodicamente, in collaborazione con le Istituzioni locali e nazionali, iniziative di microchippatura gratuita come i Tour 4 zampe che cambiano la vita.
Ci adoperiamo per ottenere una nuova legge organica che introduca regole più chiare e precise per contrastare abbandono e randagismo e promuoviamo l’introduzione consapevole e responsabile dei cani e dei gatti in famiglia.
Operiamo costantemente perché i canili non siano prigioni a vita, ma stalli momentanei. Tutti gli animali, giovani o anziani, grandi o piccoli devono entrare in famiglia.
Cosa puoi fare tu?
Registra e identifica il tuo amico animale tramite il microchip.
Se assisti a un abbandono, denuncia alle forze dell'ordine i colpevoli del reato, raccogliendo anche tutti gli elementi per individuare i responsabili (numero di targa, etc..).
Adotta un cane o un gatto seguendo i nostri consigli per un’adozione responsabile e consapevole, per saperne di più clicca qui.
Non sai se ti segue o se lo segui.
Cani
Anche per i randagi che non trovano una famiglia c’è un’alternativa alla vita da reclusi, quella di diventare “cane libero accudito”.
Questa figura, prevista da leggi regionali di attuazione della Legge n. 281/91 e dalla Circolare n. 5 del 14 maggio 2001 del Ministero della Sanità, può essere istituita dal Sindaco, che è sempre primo responsabile del benessere di tutti gli animali presenti sul territorio comunale.
Il cane, microchippato e sterilizzato, viene affidato a un tutore e può tornare libero nel quartiere di provenienza. Questa soluzione garantisce agli animali una vita dignitosa e, rispetto alla detenzione a vita nei canili, rappresenta un risparmio per la collettività.
Gatti
Ovunque sono presenti gruppi di felini accuditi da volontari.
Il riconoscimento delle colonie feline (Legge 281/91) ha rappresentato una formalizzazione importantissima che garantisce la tutela di questi animali.
I gatti che vivono in libertà non possono infatti essere soppressi, a meno che non siano gravemente malati o incurabili, e devono essere sterilizzati dall’autorità sanitaria competente per territorio e poi riammessi nel loro gruppo.
Con un tesserino di riconoscimento e la partecipazione a corsi di formazione sulla gestione della colonia, alcuni Comuni, come Roma, ufficializzano il ruolo di chi si prende cura dei gatti, provvedendo al cibo e a monitorarne lo stato di salute.
Le tappe del nostro tour di microchippatura gratuita sono state un successo! Grandissima è stata la partecipazione della cittadinanza agli appuntamenti del nostro viaggio, che dal 4 al 9 novembre ci ha portati nelle piazze di molti Comuni di Calabria e Sicilia. Un’iniziativa realizzata in collaborazione con il Ministero della Salute, per sensibilizzare sul tema dell’identificazione e della registrazione di tanti cani e gatti, per proteggerli e tutelarli in caso di smarrimento!