I 10 punti proposti dal manifesto della coalizione 'Anche gli animali votano', in vista delle elezioni europee di giugno.
Tra gli animali a soffrire ancora nelle gabbie degli allevamenti di tutta Europa vi sono anche le galline ovaiole. In Italia sono ancora moltissime le galline ovaiole confinate in allevamenti in gabbia, circa 15 milioni di individui.
Per l’allevamento delle galline ovaiole si fa riferimento, ad oggi, alla disciplina generale (d.lgs. 146 del 2001) e anche alla normativa specifica per la specie (d.lgs. 267 del 2003). Le norme di riferimento fissano dei requisiti minimi per l’allevamento che, tuttavia, non possono proprio ritenersi sufficientemente rispettosi delle condizioni etologiche degli animali, in particolar modo quando si tratta di allevamento in gabbia.
Anche l’EFSA, che è l'Autorità europea per la sicurezza alimentare che fornisce dati scientifici e consulenze indipendenti sui possibili rischi nella filiera alimentare, nel suo ultimo parere sul benessere delle galline ovaiole in allevamento, ha criticato l’allevamento in gabbia, definendolo in contrasto con il benessere animale.
Il report EFSA offre una solida base scientifica per l'imminente revisione della legislazione europea sul benessere delle galline ovaiole, indicando problematiche prioritarie di benessere in tutte le fasi del ciclo produttivo ed identificando fattori di rischio e relative misure per prevenirli e correggerli (come ad esempio evitare l’uso delle gabbie ed evitare la densità in allevamento).
Ma come vivono in gabbia le galline?
Sia in gabbie convenzionali, che in gabbie arricchite, questi animali soffrono molto. Basti pensare che, rinchiuse non
riescono banalmente neanche ad aprire le ali, fare bagni di polvere
fondamentali per le loro esigenze di igiene, sono impossibilitate ad esplorare
o anche solo ad isolarsi dalle altre.
Le gabbie, nella loro struttura, sono
causa di deformazioni importanti nella ossatura delle galline. Deformazioni che
si possono riscontrare spesso nelle zampe per gli spazi angusti.
L’impossibilità di godere di luce naturale, fa sì che sviluppino anemia, la
stabulazione contribuisce a steatosi epatica (fegato grasso) e ad osteoporosi,
data anche dalla costante produzione di uova.
La condizione cui sono costrette determina forte stress per le galline, che spesso sfocia in episodi di plumofagia e aggressività.
Tutte queste informazioni, insieme ad altre, sono disponibili nel dossier elaborato da LAV:
Non solo la letteratura scientifica ha ormai acclarato che le gabbie non possono garantire agli animali le necessità di base, ma l’evidenza a sostegno del cambiamento arriva anche dal mercato: i consumatori hanno iniziato a mostrare grande sensibilità sul tema degli allevamenti, e in numero sempre maggiore decidono di acquistare prodotti provenienti da sistemi di allevamento che garantiscano una migliore tutela degli animali.
Questo è lo stato attuale, dobbiamo ora, in primis:
È urgente, dunque, un impegno concreto da parte dell’UE, per proteggere ogni animale da maltrattamenti e crudeltà.
Tuttavia, la Commissione non ha avanzato ad oggi nessuna proposta, facendo, di fatto, marcia indietro su quanto promesso.
Per questo motivo le prossime elezioni europee di giugno devono essere l’occasione per mettere fine a questa pratica crudele ed obsoleta dell’allevamento in gabbia e per chiedere maggiori tutele anche per le galline ovaiole. L’Europa deve dare seguito agli impegni già presi e abolire per sempre l’era delle gabbie, vere e proprie prigioni per gli animali.
Il contesto europeo è, infatti, importante anche per gli animali, per decretare la loro tutela a fronte di sofferenze e uccisioni.
#VoteForAnimals #AnchegliAnimaliVotano man mano segnalerà partiti e candidati che saranno impegnati a battersi all’Europarlamento per far attuare alla prossima Commissione Europea l’impegno di porre fine all’era delle gabbie.
I prossimi deputati avranno una voce in capitolo per migliorare la situazione, tu hai la possibilità di decidere chi si impegnerà su questo.
Scorri il post e scopri la campagna “Vote For An!mals”!