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Unità d'Emergenza: missione alle Vele di Scampia, un commento conclusivo

In missione a Scampia a supporto di A.N.P.A.N.A.F.M.C. per salvare più animali possibile. Una corsa contro il tempo prima della demolizione.

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Ultimo aggiornamento

mercoledì 04 dicembre 2024

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'Si può solo entrare in punta di piedi, facendosi attraversare dalla loro spinosa maestosità"

La nostra Unità d'Emergenza è sul campo a Napoli a Le Vele di Scampia per supportare A.N.P.A.N.A.F.M.C. nel salvataggio di cani e gatti e in aiuto alle famiglie con animali in un momento complicatissimo e cruciale come la preparazione allo sgombero in vista della demolizione degli ultimi due complessi abitativi rimasti.

Per i componenti dell'Unità LAV è stato ed è un intervento molto speciale.

Nelle loro parole si leggono la profondità e la complessità delle emozioni che l'entrare in azione per gli animali in un luogo così 'forte' e diverso ha provocato.

Scrivere delle Vele è impossibile, non scrivere delle Vele è un crimine. Di questo posto ho letto di tutto, nel bene e nel male, con toni giudicanti, di disprezzo, per renderle un luogo mitologico, quasi irreale. Dopo che ci sono entrata ho capito che è tutto vero, ma soprattutto che non è vero nulla. Le Vele mi hanno accolto prendendomi a schiaffi con la loro potenza. Ma soprattutto, con la loro complessità. L'unica cosa che ho capito è che sono piene di umanità, e l'umanità vera è quasi impossibile da spiegare a parole, perché ti entra nelle viscere e non puoi fermarla. Questa comunità, animale e umana, con tutte le sue contraddizioni, sta vivendo un momento drammatico, di rivoluzione, di distruzione e rinascita insieme. C'è un passaggio obbligato che attraverseranno tutt*: l'abbandono di quei luoghi che sono stati famiglia, casa, rifugio. In ambienti così impregnati di storia e significato, dove migliaia di vite sono iniziate e finite, si sono incontrate e intrecciate in modi spesso incomprensibili, si può solo entrare in punta di piedi, facendosi attraversare dalla loro spinosa maestosità, rispettosi dei tempi e dei modi di ogni individuo, cercando di alleviare dolcemente un po' di questo straziante dolore.Beatrice Rezzaghi - Responsabile Unità d'Emergenza LAV
Avevo la telecamera in mano, davanti a me passavano i gatti che avrei dovuto filmare ma per qualche minuto non ci sono riuscito e li ho persi di vista. C'era troppo da guardare. Come voltavo lo sguardo c'era un dettaglio su cui soffermarsi, un giocattolo abbandonato a terra, una tazzina di caffè lasciata sul tavolo di una casa sventrata, un tubo dell'acqua che perde e corrode da chissà quanto, un pezzo di casa che crolla. Ci sono le persone, quelle che siccome vivono lì si dice si debba stare attenti, quelle che si caricano quello che hanno su un furgone e vanno via e quelle che non sanno più dove andare. Ci sono gli animali, i gatti liberi in un enorme percorso di anfratti e cunicoli e i musi dei cani che spuntano dai balconi più alti. Anche loro dovranno andare via. Come penso chiunque in Italia anche io avevo un'idea delle vele di Scampia prima di conoscerle dal vivo. Poi sono entrato dentro di loro, quell'idea è svanita e non ho capito più nulla. Così voglio restare, con la confusione in testa di chi, per capirci di più, ha bisogno conoscere, di vedere ancora, di parlare ancora, di chiedere ancora. L'unica certezza che voglio conservare sta nel sorriso di un ragazzo che parlando della situazione alle vele mi ha detto: “Ci stanno trattando come animali. A noi nessuno ci ha aiutato, a parte voi per il cane”. Si è reso conto della contraddizione nella sua frase e mi ha sorriso. Essere trattati come animali a volte è una cosa bella. (ph. Renato Esposito)Andrea Morabito - Unità di Emergenza LAV
Per elaborare quanto vissuto alle Vele servirà tempo, quello che riesco a trasmettere ora sono solo impressioni. Le dediche fatte dalle persone prima di lasciare le proprie case e l'abbattimento degli edifici che diventa disgregazione di intere comunità. Le conversazioni con chi lì ci ha trascorso un pezzo o tutta la vita, i riferimenti inevitabili e continui alla rappresentazione delle Vele sugli schermi e tutte le contraddizioni cui ha portato. Il nodo alla gola durante i saluti delle famiglie agli animali con cui avevano vissuto fino a quel momento. Il viaggio sul retro dell'ambulanza cercando di rassicurare Simba e Luna che dopo anni avrebbero passato la notte lontane dai loro umani e dalle loro case. Gli attimi di tenerezza passati con gli animali, con la scusa di tranquillizzare loro avere un momento per stemperare anche la propria di tensione emotiva. Le Vele sono un luogo complesso, parlarne è difficile perché è difficile non cadere nella banalità; sicuramente nella mia visione c'è un prima e un dopo e i giorni passati lì mi aiuteranno a dare spessore a un luogo che quasi sempre è rappresentato in modo appiattito.Dario D'Angelo - Unità d'Emergenza LAV

Il nostro impegno alle Vele continua, la nostra volontà è dare il massimo aiuto possibile.


Unità d'Emergenza LAV in missione alle Vele di Scampia