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Altra vittoria per i lupi altoatesini: la Provincia di Bolzano deve iniziare a lavorare sulla prevenzione

Il nostro ricorso, insieme ad ENPA, unico argine alla violenta arroganza di una provincia incapace a favorire la convivenza

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Ultimo aggiornamento

mercoledì 18 settembre 2024

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I lupi sono al sicuro fino al 29 gennaio del prossimo anno

Non sono bastate le due sonore sconfitte di febbraio al Tribunale Amministrativo Regionale di Bolzano grazie ai ricorsi promossi da LAV e da altre associazioni a placare la sete di sangue del Presidente della Provincia autonoma di Bolzano.

Infatti, il 9 agosto Arno Kompatscher ha condannato a morte due lupi a caso a seguito delle predazioni avvenute durante l’estate in alcuni pascoli della Val Venosta.

Tra le tante incongruenze nelle giustificazioni della Provincia, spicca il richiamo alle cosiddette “zone pascolive protette”: compendi malghivi in cui, ai sensi della Legge Provinciale n.10 del 23 giugno 2023, risulterebbe impossibile a priori installare misure per prevenire le predazioni, di conseguenza l’unico “rimedio” sarebbe fucilare questi animali.

Tuttavia, la Provincia si smentisce da sola rivelando che nei pascoli colpiti dalle predazioni erano stati attuati simili accorgimenti, tra cui delle recinzioni elettrificate, dimostrando fattualmente l’utilizzo di strumenti preventivi in aree in cui viene sancita legalmente l’assoluta impossibilità di implementarli.

Ad ogni modo il pressapochismo, l’approccio sbrigativo degli allevatori bolzanini ha compromesso il funzionamento delle misure preventive. Lo dichiara l’Istituto per la Protezione e la Ricerca Ambientale nel parere negativo offerto alle uccisioni, rimarcando inoltre l’enorme danno causato alla convivenza con i grandi carnivori nel testimoniare l’inutilità di tali operazioni sebbene non siano state attuate attenendosi alle indicazioni tecniche della letteratura scientifica.

Infatti, diversamente dalle uccisioni la cui validità viene ampiamente criticata dagli esperti , innumerevoli studi da tutto il mondo confermano l’efficacia delle misure di prevenzione incruente, come le recinzioni elettrificate e i dissuasori visivi e acustici, per ridurre drasticamente i danni causati dai lupi agli allevamenti.

Inoltre, già nell’ambito dei procedimenti giudiziari vinti da LAV e dalle altre associazioni a inizio anno, lo stesso Istituto ha espresso i suoi dubbi sulla legittimità della succitata legge anti-prevenzione.

Ora anche il Tribunale Amministrativo Regionale di Bolzano, chiamato in causa grazie al tempestivo ricorso avanzato da LAV con altre associazioni, nell’ordinanza che ha sospeso il decreto di abbattimento del Presidente Kompatscher enuncia esplicitamente il sospetto che tale normativa provinciale violi le normative dell’Unione Europea. Un’ulteriore conferma di quanto ha sempre sostenuto LAV, che ha sottoposto all’attenzione del Commissario per l’Ambiente della Commissione Europea la Legge Altoatesina subito dopo la sua emissione.

I lupi sono al sicuro fino al 29 gennaio del prossimo anno, quando LAV e le altre associazioni si scontreranno nuovamente con la Provincia dinnanzi al Tribunale Amministrativo Regionale di Bolzano che offrirà il suo giudizio definitivo sul caso. LAV si auspica che i giudici non si lascino abbindolare dalle argomentazioni inconsistenti della pubblica amministrazione e che, finalmente, chiamino in causa la Corte costituzionale per confermare una volta per tutte l’illegittimità della legge sulle zone pascolive protette.

In questo modo la Provincia di Bolzano dovrà smettere di rinnegare pretestuosamente l’applicabilità delle misure incruente contro le predazioni di lupi con il solo scopo di fomentare l’intolleranza sociale e sfruttarla a fini elettorali, a danno dei lupi barbaramente trucidati, ma anche degli stessi allevatori illusi da questi politicanti che le uccisioni possano risolvere i problemi delle loro attività.