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Uccisione dei maiali di Cuori Liberi: grave l'assenza di verbale

Chiediamo di fissare quanto prima l’udienza di merito per accertare tutte le responsabilità in capo all’ATS Pavia.

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Ultimo aggiornamento

venerdì 08 settembre 2023

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Nessuno è sicuro, neanche gli animali nei rifugi

Ricorriamo al TAR per fermare l’ordine di uccisione dei maiali ospitati nel rifugio pavese e abbiamo scritto formalmente all’ATS di Pavia per chiedere, anche in considerazione del fatto che i suini non sono destinati alla produzione alimentare, sono confinati in un rifugio perenne e non sono soggetti a movimentazioni di alcun tipo, di cambiare la sua decisione. LAV, Vitadacani e Progetto Cuori Liberi

A dichiararlo sono le associazioni LAV, Vitadacani e Progetto Cuori Liberi a seguito della tragedia che ha colpito il Rifugio Cuori Liberi: due maiali sono morti e risultati positivi alla PSA, a causa della quale è arrivata la disposizione di uccisione per tutti i suini ospitati.

Nel rifugio, fra gli altri, vivono anche Avena, Crosta, Papaya, Paprika e Radicchio, i 5 suini salvati dall’inferno di Cilavegna, lunga vicenda giudiziaria svoltasi sempre nella provincia di Pavia e seguita dalle associazioni e dall’ufficio legale della LAV che ha portato qualche tempo fa a salvezza un totale di 130 maiali.

Chiediamo che vengano effettuati tutti i controlli e che vengano applicate tutte le misure non cruente del caso, come previsto dal decreto legislativo 136/2022 e dal regolamento europeo 429/2016, garantendo ai suini ospitati le adeguate tutele come da normativa vigente. LAV, Vitadacani e Progetto Cuori Liberi

In un comunicato della Rete dei Santuari si legge “nessuno è al sicuro, neanche gli animali nei rifugi” e la verità è che questi animali sono vittime due volte: di una vita di sofferenza e di una uccisione “in via preventiva”. Esseri senzienti in sostanza vengono uccisi per assicurare che altri non si ammalino per, poi, essere uccisi. Quella volta però a fini commerciali.

È un sistema di produzione di cibo malato e crudele: queste epidemie e le decisioni prese dalle stesse autorità mostrano chiaramente l’enorme falla del sistema. Animali così vicini, in densità altissime, così deboli per la selezione genetica e le condizioni di vita, si ammalano facilmente. Così facilmente che per due animali malati è necessario abbatterne migliaia.

La PSA è una malattia non trasmissibile all’uomo, per cui il rischio di contagio tra suini è strettamente legato al conteggio delle perdite economiche della produzione e mai alla vera tragedia che si consuma negli allevamenti per i suini e fuori da essi per i cinghiali, utilizzati come veri e propri “maiali espiatori” di un sistema alimentare insostenibile e una violenza estrema, sistematizzata e perpetrata ai danni degli animali. E nessuna perdita economica può giustificare l’uccisione di esseri senzienti.

Al pubblico si parla di gravi danni per il comparto della produzione, ma non vengono mai mostrate le modalità con le quali vengono uccisi le decine di migliaia di suini coinvolti nelle emergenze come quella della PSA, “colpevoli” solo di essere considerati mero prodotto. Purtroppo, spesso in caso di uccisioni in emergenza, i metodi di stordimento preventivo non risultano efficaci con gravissime conseguenze sulla sofferenza degli animali, come mostrano spesso le immagini di suini impauriti scappano per sfuggire alla presa di quelli che li dovrebbero abbattere.

Estremamente intelligenti ed emotivi, i suini sono esposti alla vista della sofferenza e della paura dei loro simili, spesso immobilizzati e uccisi per mezzo di elettrocuzione, con shock elettrici a più riprese indotti all’animale che risulta esposto a maggiore sofferenza in quanto non immediatamente efficace la procedura. Ancora, si legge anche dalla stampa che gli animali in questi giorni uccisi nel pavese, vengono “tramortiti”, non meglio specificato come e con che efficacia, e poi stipati su camion ed avvelenati con gas.