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Orsi in Trentino: ISPRA deve attenersi alla giurisprudenza nazionale

Abbiamo scritto a ISPRA sollecitandolo ad attenersi alla sentenza del Consiglio di Stato su illegittimo decreto uccisione orsa F36.

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Ultimo aggiornamento

mercoledì 23 aprile 2025

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Finisce il letargo degli orsi, ma la convivenza con umani è ancora ostacolata dalla politica

Le temperature miti hanno oramai decretato l’avvio di una nuova stagione di attività per gli orsi trentini. La Provincia, da parte sua, continua a mantenere un approccio fortemente ideologico, rifiutando di realizzare la “convivenza” basata sulle evidenze scientifiche, salvo per l’installazione di qualche cartello informativo.

È quindi prevedibile che nei prossimi mesi potranno crearsi nuove occasioni di interazione fra le persone e i plantigradi, nelle quali i cittadini continueranno ad essere impreparati a causa delle gravi responsabilità della Giunta Fugatti. 

Infatti, per ridurre il rischio di incidenti, c’è bisogno anche di indagare a fondo i comportamenti delle persone che sono state coinvolte nelle interazioni con i plantigradi, cosa che Fugatti non ha mai voluto fare, preferendo sempre e comunque condannare a morte qualsiasi orso che si fosse relazionato anche suo malgrado, con le persone.

“La sentenza emessa a novembre 2024 dal Consiglio di Stato sul nostro ricorso contro la condanna a morte dell’orsa F36, uccisa poi da un bracconiere, ci ha fornito numerosi importanti elementi che sostengono la necessità di valutare anche i comportamenti tenuti dalle persone durante un’interazione con l’orso. Per questo motivo abbiamo preso carta e penna e scritto a ISPRA indicando alcune evidenze di grande rilevanza contenute nella citata sentenza”Massimo Vitturi, responsabile Area Animali Selvatici

La massima autorità giudiziaria amministrativa ha evidenziato la necessità di valutare il grado di pericolosità degli orsi considerando anche le variabili contestuali che hanno causato l’incidente. Nel caso di F36 ha espressamente valutato etologicamente scontata la reazione dell’orsa che, dopo essere stata svegliata mentre dormiva nel bosco in compagnia del suo cucciolo, si è trovata di fronte due escursionisti che, oltre a fuggire e gridare, l’hanno presa anche a bastonate, cioè hanno fatto l’esatto contrario di ciò che la scienza indica come un corretto comportamento che permette di prevenire possibili interazioni con un orso.

Nella lettera inviata a ISPRA, LAV ha quindi chiesto di:

  • Non avallare la captivazione permanente e l’uccisione di plantigradi i cui comportamenti risultano evidentemente configurabili come normali risposte etologiche tipiche della specie a determinati stimoli esterni;
  • Sollecitare la Provincia autonoma di Trento a rispondere al dovere di educare le persone, codificato implicitamente nell’art.12 ed esplicitamente nell’art. 22 della Direttiva “Habitat”, in modo da ridurre gli incidenti e incrementare l’accettazione sociale nei confronti degli orsi; 
  • Tenere pienamente conto della tutela rafforzata garantita alla vita animale dall’ordinamento giuridico sovranazionale e nazionale nella redazione dei propri pareri in merito alle azioni da implementare sugli orsi. 

“Mentre Fugatti con il suo atteggiamento da sceriffo, sempre pronto ad ammazzare qualche orso, non aiuta certo i cittadini a vivere in sicurezza ma solo a scaricare le sue pesanti responsabilità, il nostro incessante lavoro di denuncia dell’inefficienza amministrativa della Giunta trentina ha prodotto utilissimi elementi che aprono nuove prospettive a favore della convivenza e che utilizzeremo quando, ancora una volta, ci troveremo ad impugnare l’ennesima insensata condanna a morte di un orso utilizzata da Fugatti al solo scopo di raccattare un po’ di consenso elettorale” conclude la LAV.