Abbiamo scritto a ISPRA sollecitandolo ad attenersi alla sentenza del Consiglio di Stato su illegittimo decreto uccisione orsa F36.
In questo periodo gli orsi stanno re-iniziando a popolare i boschi del Trentino dopo la fase di ibernazione invernale, anche se, a causa dell'ampia quantità di cibo disponibile nelle migliaia di mangiatoie installate dai cacciatori, senza alcun controllo del servizio forestale provinciale, pochi hanno potuto godere pienamente del loro naturale riposo stagionale.
Vista la consolidata strategia di “coesistenza” attuata a fucilate della Provincia autonoma di Trento, abbiamo prontamente spedito una dettagliata lettera all'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) sollecitandolo ad attenersi a quanto scritto nella sentenza del Consiglio di Stato, massima autorità giuridica nazionale nell'ambito del diritto amministrativo, che lo scorso 13 novembre ha dichiarato illegittimo il decreto di uccisione dell'orsa F36.
Anche se poco dopo l'emanazione di tale decreto l'orsa è stata vigliaccamente bracconata da cacciatori fomentati dalla campagna orsofobica promossa dalla Provincia, la sua uccisione deve servire come punto di partenza per un nuovo approccio nei confronti di tutti i plantigradi trentini.
Sulla scorta di quanto dichiarato dal Consiglio di Stato riguardo a F36, abbiamo attenzionato a ISPRA due aspetti dirimenti per la realizzazione della coesistenza con gli orsi in Trentino:
Alla luce di ciò, noi di LAV abbiamo esortato ISPRA ad attenersi a tali autorevoli considerazioni nella redazione dei propri pareri, con cui può avallare o impedire le azioni sui plantigradi decise dalla giunta trentina. Inoltre, sebbene l'Istituto abbia già giustamente rimproverato in molte occasioni la Provincia riguardo all'insufficiente educazione data ai cittadini per prevenire e gestire l'eventuale incontro con un orso, abbiamo esplicitamente richiesto un maggiore impegno a ISPRA per porre rimedio a questo enorme problema, garantendo così la sicurezza e la tranquillità sia delle persone sia degli orsi che condividono il territorio in Trentino.
Continueremo a far valere in ogni sede le nostre ragioni, solidamente fondate sulla legge e sulla scienza, affinché la presenza degli orsi in Trentino non sia più rappresentata da beceri politicanti come una calamità da eliminare a fucilate al solo scopo di sfruttare i timori dei cittadini per racimolare qualche voto in più alle prossime elezioni.