Fra bugie ed omissioni di Fugatti e del turista francese, Kj1 è stata condotta al patibolo.
Dopo il parere positivo di Ispra, Istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale, che si è espresso sulla compatibilità della richiesta della Provincia di Trento a uccidere l’orsa KJ1, il presidente Fugatti cercherà di compiere al più presto la sua vendetta sugli orsi.
Un nuovo atto sanguinario, in applicazione della legge provinciale che consente di uccidere 8 orsi l’anno, che il Governo dello stesso colore della Giunta provinciale, non ha voluto impugnare davanti alla Corte Costituzionale, nonostante le nostre richieste e proteste.
Come è stato per M90, quando a due ore dalla pubblicazione del
decreto di uccisione, è arrivata la notizia che la condanna a morte dell’orso
era già stata eseguita, impedendo quindi una sua difesa, così rischia di essere
per KJ1.
Non ci fermeremo di fronte alla sete di sangue orsicida. Ci opponiamo a un decreto mira, firma e spara, che non lascia il tempo di difendere la vita di KJ1, che invece ha tutto il diritto di essere tutelata. Non importano le ragioni di Ispra, che dichiara possibile togliere KJ1 dal bosco senza mettere a rischio la popolazione ursina delle Alpi: la vita di KJ1 è la vita di un individuo, vale in quanto tale e ancora di più vale in quanto mamma, insostituibile per i suoi cuccioli.
Una ulteriore uccisione non aumenterebbe in alcun modo il livello di sicurezza dei cittadini trentini, questo ormai è chiaro. Lo dichiara anche la Federazione nazionale ordini veterinari italiani si dichiara in disaccordo con l’approccio che individua l’uccisione come unica soluzione, “perché non risolve il problema, ma lo accentua con la falsa convinzione che tutti i problemi siano risolvibili non affrontandoli e cercando soluzioni condivise, ma semplicemente rimuovendoli".
Ora che l’orsa KJ1 è radiocollarata, la sua posizione può essere costantemente monitorata, permettendo così la puntuale chiusura dell’area frequentata di giorno in giorno, garantendo la sicurezza dei cittadini, che potranno continuare a fruire delle zone circostanti l’area interdetta in quel momento.
Dopo l’ultima pronuncia del TAR di Trento sulla possibilità di chiudere i sentieri, una volta messo il radiocollare, la Provincia non ha più pretesti per non farlo e per scegliere una strada che non includa la violenza.