Un delitto raccapricciante con prove schiaccianti.
Si è tenuta questa mattina un'altra udienza del lunghissimo procedimento aperto contro l'allevatore Salvatore Fais, noto alle ultime cronache come leader della protesta dei trattori.
Nel corso della scorsa udienza - risalente al 15 febbraio - la difesa di Fais aveva chiesto l'estinzione del procedimento, perché l'imputato sarebbe già stato sottoposto a una sanzione amministrativa di 700 euro, comminata nel frattempo per gli stessi fatti puniti dalla normativa regionale a tutela del patrimonio faunistico, motivo per cui era stata richiamata una sentenza della Corte di Cassazione secondo la quale non avrebbe potuto essere sottoposto a giudizio penale.
Tuttavia, nell'udienza di oggi il Giudice ha respinto tale eccezione, perché non è stata fornita la prova dell'estinzione del procedimento amministrativo richiamato nella precedente udienza. Si tratta quindi di un procedimento complesso, che si gioca su una strategia difensiva.
Non sono in dubbio le responsabilità dell'imputato, ma incombe il rischio che il reato ascritto al Fais cada in prescrizione.
Come si ricorderà, è merito delle minuziose
indagini svolte dall'Arma dei Carabinieri Ambientali se ora Salvatore Fais si
trova sul banco degli imputati. Grazie ad esse è stato possibile attribuire
a Fais il DNA rilevato sul cartello appeso a fianco del corpo del lupo,
come anche è stato accertato che il suo telefono cellulare aveva agganciato le
celle telefoniche poste in prossimità del luogo dove è stato appeso il corpo
brutalizzato dell'animale.
Il fatto che tutti gli indizi conducano a Fais, peraltro ora leader della protesta degli agricoltori nell'ala più estremista, che rifiuta ogni strategia a tutela dell'ambiente ma insiste per lo sfruttamento senza limiti della natura e degli animali, conferma ulteriormente la necessità che si faccia velocemente giustizia non è in ogni caso tollerabile che un atto così violento come quello che Fais avrebbe commesso possa restare impunito.
Uccidere, scuoiare e appendere pubblicamente un lupo è un atto crudele che denota la pericolosità sociale di chi l'ha commesso, faremo tutto il possibile perché si giunga alla condanna del responsabile con il massimo della pena.
La prescrizione del reato di uccisione di un animale protetto, di cui è imputato Fais, è un'eventualità inaccettabile, dopo che il Governo e il Parlamento hanno sferrato il più grande attacco alla fauna selvatica mai registrato prima d'ora, non possiamo tollerare un sostanziale via libera alla giustizia fai da te dei singoli cittadini che non vogliono adottare le misure di prevenzione delle predazioni che sono messe gratuitamente a disposizione dalle Regioni.