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Lupo scuoiato in Toscana: respinto proscioglimento. Impunità intollerabile

 Un delitto raccapricciante con prove schiaccianti.

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Ultimo aggiornamento

martedì 02 aprile 2024

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Un atto violentissimo che non può restare impunito

Si è tenuta questa mattina un'altra udienza del lunghissimo procedimento aperto contro l'allevatore Salvatore Fais, noto alle ultime cronache come leader della protesta dei trattori.

L'uomo è accusato di avere ucciso un lupo, per poi scuoiarlo e appenderlo a un cartello stradale nei pressi di Campetroso di Monterotondo Marittimo (Grosseto), completando l'atto criminale con l'apposizione di un cartello con scritte di scherno indirizzate alla LAV .

Nel corso della scorsa udienza - risalente al 15 febbraio - la difesa di Fais aveva chiesto l'estinzione del procedimento, perché l'imputato sarebbe già stato sottoposto a una sanzione amministrativa di 700 euro, comminata nel frattempo per gli stessi fatti puniti dalla normativa regionale a tutela del patrimonio faunistico, motivo per cui era stata richiamata una sentenza della Corte di Cassazione secondo la quale non avrebbe potuto essere sottoposto a giudizio penale.

Tuttavia, nell'udienza di oggi il Giudice ha respinto tale eccezione, perché non è stata fornita la prova dell'estinzione del procedimento amministrativo richiamato nella precedente udienza. Si tratta quindi di un procedimento complesso, che si gioca su una strategia difensiva.

Non sono in dubbio le responsabilità dell'imputato, ma incombe il rischio che il reato ascritto al Fais cada in prescrizione.

Come si ricorderà, è merito delle minuziose indagini svolte dall'Arma dei Carabinieri Ambientali se ora Salvatore Fais si trova sul banco degli imputati. Grazie ad esse è stato possibile attribuire a Fais il DNA rilevato sul cartello appeso a fianco del corpo del lupo, come anche è stato accertato che il suo telefono cellulare aveva agganciato le celle telefoniche poste in prossimità del luogo dove è stato appeso il corpo brutalizzato dell'animale.

Il fatto che tutti gli indizi conducano a Fais, peraltro ora leader della protesta degli agricoltori nell'ala più estremista, che rifiuta ogni strategia a tutela dell'ambiente ma insiste per lo sfruttamento senza limiti della natura e degli animali, conferma ulteriormente la necessità che si faccia velocemente giustizia non è in ogni caso tollerabile che un atto così violento come quello che Fais avrebbe commesso possa restare impunito. Massimo Vitturi , responsabile Animali Selvatici

Uccidere, scuoiare e appendere pubblicamente un lupo è un atto crudele che denota la pericolosità sociale di chi l'ha commesso, faremo tutto il possibile perché si giunga alla condanna del responsabile con il massimo della pena.

La prescrizione del reato di uccisione di un animale protetto, di cui è imputato Fais, è un'eventualità inaccettabile, dopo che il Governo e il Parlamento hanno sferrato il più grande attacco alla fauna selvatica mai registrato prima d'ora, non possiamo tollerare un sostanziale via libera alla giustizia fai da te dei singoli cittadini che non vogliono adottare le misure di prevenzione delle predazioni che sono messe gratuitamente a disposizione dalle Regioni.

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martedì 02 aprile 2024

Lupo scuoiato in Toscana: difesa chiede proscioglimento. Inaccettabile.

Si è tenuta ieri pomeriggio presso il tribunale di Grosseto un’altra udienza del lunghissimo procedimento aperto contro l’allevatore Salvatore Fais, , noto alle ultime cronache come leader della protesta dei trattori.

L'uomo è accusato di avere ucciso un lupo, per poi scuoiarlo e appenderlo a un cartello stradale, completando l’atto criminale con l’apposizione di un cartello con scritte di dileggio indirizzate alla LAV.

Sono stati ascoltati due Carabinieri, indicati quali testimoni del Pubblico Ministero.

È infatti merito delle minuziose indagini svolte dall’Arma se ora Salvatore Fais si trova sul banco degli imputati.

Grazie ad esse è stato possibile attribuire al Fais il DNA rilevato sul cartello appeso a fianco del corpo del lupo, come anche è stato accertato che il suo telefono cellulare aveva agganciato le celle telefoniche poste in prossimità del luogo dove è stato appeso il corpo brutalizzato dell’animale.

Nel corso dell’udienza la difesa del Fais ne ha chiesto il proscioglimento perché l’imputato sarebbe già stato sottoposto a una sanzione amministrativa comminata nel frattempo per gli stessi fatti, motivo per cui è stata richiamata una sentenza della Corte di cassazione secondo la quale non potrebbe essere sottoposto a giudizio penale.

Il fatto che il Fais sia già stato sanzionato per un fatto simile a quello per cui è oggi sotto processo, è un elemento che aggrava ancora di più la sua posizione non è tollerabile immaginare che un atto così violento come quello che Fais avrebbe commesso possa restare impunito. Uccidere, scuoiare e appendere pubblicamente un lupo è un atto crudele che denota la pericolosità sociale di chi l'ha commesso, la LAV farà tutto il possibile perché si giunga alla condanna del responsabile al massimo della pena Massimo Vitturi - responsabile Animali Selvatici 

Il Giudice ha quindi deciso di esprimersi in merito all’eccezione sollevata nella prossima udienza che si terrà il 2 aprile, con il grande rischio che il reato, risalente ormai al 2017, venga prescritto.

Riteniamo che si tratti di un’eventualità inaccettabile, dopo che il Governo e il Parlamento hanno sferrato il più grande attacco alla fauna selvatica mai registrato prima d’ora, non possiamo tollerare un sostanziale via libera alla giustizia fai da te dei singoli cittadini. 

Alla Commissione Giustizia che si riunirà nei prossimi giorni per legiferare sulla modifica di legge contro i maltrattamenti chiediamo pene certe e severe per chi maltratta gli animali, come nel caso del lupo scuoiato in Maremma, ma anche per i condannati l’impossibilità di avere o gestire animali per il resto della vita.

Il sangue di queste vittime per mano dell’uomo deve avere giustizia.


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martedì 16 maggio 2023

Lupo impiccato in Toscana: in udienza i Carabinieri confermano gravi indizi per l'imputato

Ad aprile 2017 un lupo venne dapprima ucciso per strangolamento con un laccio, poi scuoiato e infine appeso a un segnale stradale al confine tra Suvereto e Monterotondo Marittimo, tra le province di Grosseto e Livorno.

Ulteriore sfregio all’animale, un cartello scritto a mano riportante la scritta: “No agli abbattimenti – Si alla prevenzione”.

Un episodio efferato e crudele, che si aggiungeva ai numerosi già accaduti nell’entroterra grossetano negli anni precedenti. Questa volta però l’adozione di sofisticate metodologie di indagine ha consentito di individuare in Salvatore Fais, un giovane allevatore di Riotorto, l’imputato nel procedimento.

Nel corso della prima udienza LAV era stata ammessa parte civile e abbiamo quindi potuto partecipare attivamente, affinché il responsabile venga condannato senza alcuna attenuante.  

Nel pomeriggio di oggi siamo stati presenti all’udienza presso il Tribunale di Grosseto, nel corso della quale sono stati sentiti gli stessi Carabinieri che hanno effettuato le indagini e che hanno confermato quanto già depositato agli atti, ovvero che sul cartello appeso a fianco del lupo erano state rilevate tracce genetiche e impronte digitali poi attribuite con certezza all’imputato.

Inoltre, l’analisi delle celle telefoniche aveva confermato la presenza dell’utenza cellulare, intestata allo stesso imputato, proprio nella zona dove è stato ritrovato il corpo senza vita del lupo, in un orario compatibile con il successivo ritrovamento dell’animale.

L'uccisione di un lupo, oltre a rappresentare una grave violazione delle norme nazionali e europee poste a sua tutela, rappresenta un atto violento e inaccettabile che deve essere perseguito e punito con il massimo della pena ora confidiamo che queste inoppugnabili evidenze scientifiche raccolte dai Carabinieri, conducano alla condanna esemplare dell’imputato. Massimo Vitturi,  responsabile LAV, Animali Selvatici

Il fatto che il lupo possa predare gli animali negli allevamenti non può mai rappresentare una giustificazione per la giustizia “fai da te”, come accaduto in questo caso. Esistono strumenti di prevenzione estremamente efficaci utilizzati anche in Maremma. Gli allevatori che non si affidano a questi sistemi diventano quindi gli unici responsabili delle predazioni, considerato che la presenza dei lupi è oramai consolidata da anni.

La prossima udienza del procedimento si terrà il 16 novembre 2023.


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