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Le priorità di Lollobrigida: il Ministro ci risponde e continua il suo attacco agli animali selvatici

E noi gli rispondiamo.

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Ultimo aggiornamento

giovedì 30 novembre 2023

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Le nostre risposte alle affermazioni del Ministro Lollobrigida

Il Ministro Lollobrigida, durante un suo intervento alla assemblea annuale 2023 di CIA-Agricoltori italiani, riportato dal Sole 24ore, ha affermato che “l’agricoltore è il primo ambientalista del pianeta”...

Ha poi richiamato l’attività della LAV – facendo riferimento ad “una grande associazione che gli ha dedicato un insieme di dichiarazioni - a tutela dei lupi, come pretesto per sostenere che questi animalii “hanno superato i limiti consentiti, lo dice la scienza”.

Una scienza evidentemente nota al solo Ministro, visto che non sono mai stati pubblicati lavori scientifici che sostengano un’ipotesi del genere, fantasiosa ma utile a Lollobrigida per rivendicare davanti agli allevatori il suo tentativo di diminuire il livello di protezione del lupo tramite un documento, che non ha alcun valore normativo, presentato nel corso dell’ultima riunione del Consiglio europeo dei Ministri dell’Agricoltura e sottoscritto da solamente meno di un terzo degli stati membri UE.

Dimentica invece, il Ministro, che in Italia i lupi sono solamente 3.300, secondo quanto riportato da ISPRA, e sono predatori che contribuiscono a tenere sotto controllo il numero di altri animali.

Come i cinghiali che, secondo Lollobrigida, sarebbero presenti nel nostro Paese in un numero sette volte superiore alla media europea. Lo dichiara senza citare alcun riferimento che supporti il dato, ma solo per sostenere anche in questo caso la presupposta necessità di ridurne il numero.

Il Ministro scorda di riportare altri dati che potrebbero essergli utili per evitare di risultare poco, o per nulla, credibile.

Non ricorda, per esempio, che ISPRA ha riportato che nel corso del periodo 2015-2021, le uccisioni di cinghiali sono aumentate del 45%, giungendo a una media di 300.000 animali l’anno. Un’evidenza che da sola sarebbe sufficiente a dimostrare la relazione diretta tra caccia e incremento del numero di cinghiali e quindi costringere a ricercare soluzioni non cruente per favorire la convivenza con quegli animali.

Lollobrigida prende a pretesto la Peste Suina Africana per legittimare l’intervento dei cacciatori, incurante del fatto che l’Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare affermi da anni che sono proprio i cacciatori i primi vettori della PSA, patologia che quindi troverà nel Ministro un valido alleato per la sua diffusione.

D’altronde era lo stesso Lollobrigida che in campagna elettorale si vantava di essere orgogliosamente cacciatore, figlio di cacciatori!

E questo è il risultato.