Quanto accaduto in Val di Sole potrebbe essere l’ennesima dimostrazione delle gravi responsabilità della Provincia di Trento in materia di educazione dei cittadini alla convivenza con la fauna selvatica.
L’orso coinvolto nell’incidente avvenuto domenica scorsa in Val di Rabbi è stato appena identificato in MJ5 e il Presidente della Provincia Autonoma di Trento Maurizio Fugatti ha già deliberato la sentenza di morte, affermando che procederà comunque con l’uccisione anche senza parere positivo di ISPRA perché all’orso è stata affibbiata l’etichetta di “problematico”.
Nessuno si permetta di toccare l’orso MJ5. L’unico pericolo della vicenda è rappresentato dal Presidente Fugatti, incapace di informare ed educare i suoi concittadini alla convivenza, esponendoli consapevolmente ai rischi di incidenti.
I rilievi eseguiti sul luogo dell’incidente hanno fin da subito evidenziato che lo scontro con la persona coinvolta è avvenuto in prossimità di un punto cieco del sentiero, fatto che ha causato sorpresa e spavento sia all’uomo, sia all’orso, analogamente a quanto accaduto nel 2020 quando l’orsa JJ4 si trovò faccia a faccia con due cacciatori nascosti alla vista e all’olfatto dalla morfologia del terreno.
Gli orsi non possono essere condannati a morte semplicemente perché si comportano da orsi, sarebbe come voler uccidere un gatto perché fa le fusa, ci troviamo di fronte a un delirio di onnipotenza da parte di un’amministrazione provinciale che dopo avere reintrodotto gli orsi in Trentino oramai 23 anni fa, non è mai stata in grado di impegnarsi per diffondere le informazioni basilari per la prevenzione degli incidenti con gli orsi.
No a qualsiasi ipotesi di uccisione, si proceda esclusivamente con la radiocollarizzazione dell’orso e successivo monitoraggio, come previsto dal Pacobace, siamo pronti a denunciare chiunque dovesse macchiarsi dell’uccisione non necessitata dell’orso MJ5. Per questo chiediamo al Corpo Forestale provinciale di Trento la ragionevolezza e l’equilibrio che manca alla politica di quelle parti, facendo obiezione di coscienza all’uso dei fucili contro un animale che in diciotto anni non aveva mai dato problemi, come ammesso dallo stesso Presidente Fugatti.
Grazie alle nostre azioni legali possiamo perseguire chi sfrutta e maltratta gli animali, affinché i suoi crimini non vengano più ripetuti.