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La Provincia di Trento condanna a morte l’orso MJ5!

Quanto accaduto in Val di Sole potrebbe essere l’ennesima dimostrazione delle gravi responsabilità della Provincia di Trento in materia di educazione dei cittadini alla convivenza con la fauna selvatica.

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Ultimo aggiornamento

mercoledì 22 marzo 2023

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#orso #trentinoaltoadige
Animali selvatici

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Giù le mani da MJ5! Il messaggio di LAV a Fugatti

Giù le mani da MJ5!

E’ questo il messaggio che questa mattina volevamo recapitare nelle mani del Presidente della Provincia di Trento, Fugatti.

Lo abbiamo atteso invano alla riunione organizzata dalla Conferenza delle Regioni, lo abbiamo cercato nell’ufficio di rappresentanza della Provincia di Trento nel centro di Roma, ma non l’abbiamo trovato neppure lì.

Noi comunque non ci arrendiamo. Deve arrivare forte e chiaro il nostro messaggio che gli orsi si comportano da orsi e non possono essere uccisi solo perché i cittadini non sanno come comportarsi nei loro territori.

Fugatti ritiri subito ogni ipotesi di uccisione di MJ5!

Ripercorri la storyline

venerdì 17 marzo 2023

Nuova diffida di LAV. Fugatti, non uccida MJ5!

L’orso MJ5 in 18 anni non hai mai avuto contatti con gli esseri umani prima del 5 marzo 2023, giorno della presunta aggressione.

Nonostante questo, il Presidente della Provincia Autonoma di Trento ha decretato la volontà di ucciderlo perché pericoloso.

Ecco perché LAV ha recapitato una nuova diffida legale nei confronti della Provincia Autonoma di Trento per impedire l’uccisione di MJ5.
MJ5 non ha mai avuto interazioni con gli esseri umani prima del 5 marzo 2023, giorno della presunta aggressione. Questo ci conferma che non è un animale pericoloso e la sua assoluta innocuità è stata interrotta dalla sorpresa di trovare un uomo accompagnato dal suo cane nel suo habitat.

Un dato, questo, che confuta quanto affermato dal Presidente della Provincia Autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, che ha definito MJ5 un orso pericoloso. Stando al Piano interregionale per la conservazione dell’orso bruno nelle Alpi centro – orientali (PACOBACE), per “orso pericoloso” si intende un individuo con ripetuti comportamenti potenzialmente pericolosi, che vi sia traccia registrata degli stessi come prova, che vi sia un contesto specifico, che ci sia un’evoluzione di simili comportamenti (ad esempio un’escalation di violenza), oltre all’efficacia nell’applicazione di eventuali misure di dissuasione. Tutto questo – lo vogliamo ricordare - non si è in alcun modo verificato con MJ5, quindi la “sentenza di morte” promulgata dal Presidente Fugatti non ha senso di esistere su queste basi.

Inoltre, la decisione di uccidere MJ5 non è supportata da alcun tipo di istruttoria sul presunto incidente: non sono stati fatti accertamenti da parte della medicina forense veterinaria sulle modalità dell’aggressione, non c’è stata alcuna analisi concreta e scientifica della presunta pericolosità dell’animale e dei motivi che avrebbero spinto alla possibile aggressione, tale da rendere con ogni evidenza illegittima l’eventuale adozione di un simile provvedimento. Anche qui, la decisione del Presidente Fugatti di uccidere MJ5 non è supportata da alcuna ragione giustificativa, visto che è assolutamente possibile trovare una soluzione nella più appropriata misura della cattura dell’animale con rilascio allo scopo di spostamento e/o radiomarcaggio.

Ricordiamo al Presidente Fugatti che l’orso è un animale inserito nell’allegato II della Convenzione di Berna, ovvero è una delle specie strettamente protette, dove viene stabilito espressamente che: “Ogni Parte contraente adotterà necessarie e opportune leggi e regolamenti onde provvedere alla particolare salvaguardia delle specie di fauna selvatica enumerate all'allegato II. Sarà segnatamente vietato per queste specie: a) qualsiasi forma di cattura intenzionale, di detenzione e di uccisione intenzionale”.

E forse il Presidente Fugatti si è dimenticato che la “la fauna selvatica è patrimonio indisponibile dello Stato ed è tutelata nell’interesse della comunità nazionale ed internazionale” e che “è specie particolarmente protetta “anche sotto il profilo sanzionatorio”. (articoli 1-2 della Legge n. 157 del 1992).

E anche qui, nessuna evidenza giustifica l’uccisione di MJ5, che anzi risulta essere un animale protetto nel suo habitat, nonché animale tutelato anche dalla norma penale, in particolare dagli articoli 544 bis e 544 ter del Codice penale volti a reprimere condotte integranti uccisioni e maltrattamenti “non necessitati”.

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venerdì 10 marzo 2023

Giù le mani dall’orso MJ5!

L’orso coinvolto nell’incidente avvenuto domenica scorsa in Val di Rabbi è stato appena identificato in MJ5 e il Presidente della Provincia Autonoma di Trento Maurizio Fugatti ha già deliberato la sentenza di morte, affermando che procederà comunque con l’uccisione anche senza parere positivo di ISPRA perché all’orso è stata affibbiata l’etichetta di “problematico”.

Nessuno si permetta di toccare l’orso MJ5. L’unico pericolo della vicenda è rappresentato dal Presidente Fugatti, incapace di informare ed educare i suoi concittadini alla convivenza, esponendoli consapevolmente ai rischi di incidenti. Massimo Vitturi, area Animali Selvatici

I rilievi eseguiti sul luogo dell’incidente hanno fin da subito evidenziato che lo scontro con la persona coinvolta è avvenuto in prossimità di un punto cieco del sentiero, fatto che ha causato sorpresa e spavento sia all’uomo, sia all’orso, analogamente a quanto accaduto nel 2020 quando l’orsa JJ4 si trovò faccia a faccia con due cacciatori nascosti alla vista e all’olfatto dalla morfologia del terreno.

Gli orsi non possono essere condannati a morte semplicemente perché si comportano da orsi, sarebbe come voler uccidere un gatto perché fa le fusa, ci troviamo di fronte a un delirio di onnipotenza da parte di un’amministrazione provinciale che dopo avere reintrodotto gli orsi in Trentino oramai 23 anni fa, non è mai stata in grado di impegnarsi per diffondere le informazioni basilari per la prevenzione degli incidenti con gli orsi.

No a qualsiasi ipotesi di uccisione, si proceda esclusivamente con la radiocollarizzazione dell’orso e successivo monitoraggio, come previsto dal Pacobace, siamo pronti a denunciare chiunque dovesse macchiarsi dell’uccisione non necessitata dell’orso MJ5. Per questo chiediamo al Corpo Forestale provinciale di Trento la ragionevolezza e l’equilibrio che manca alla politica di quelle parti, facendo obiezione di coscienza all’uso dei fucili contro un animale che in diciotto anni non aveva mai dato problemi, come ammesso dallo stesso Presidente Fugatti. LAV

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mercoledì 08 marzo 2023

Chiare le responsabilità della Provincia nell’incidente con l’orso in Trentino

Mentre la Provincia di Trento si sta affannando alla ricerca di indizi che possano consentire la condanna a morte dell’orso protagonista dell’incidente avvenuto in Val di Rabbi domenica scorsa, em... LEGGI I DETTAGLI

Mentre la Provincia di Trento si sta affannando alla ricerca di indizi che possano consentire la condanna a morte dell’orso protagonista dell’incidente avvenuto in Val di Rabbi domenica scorsa, emergono sempre più solide le prove delle dirette responsabilità della politica trentina. Dal 2000, anno in cui la Provincia ha voluto e realizzato la reintroduzione degli orsi, non è stata in grado di organizzare una campagna informativa rivolta ai cittadini con l’obiettivo di favorire la convivenza uomo-orso in sicurezza.

Già nel 2002 – quando gli orsi in Trentino erano poco più di una decina – attraverso la Delibera n.029, la Giunta provinciale si era resa conto della necessità di dotarsi di un pianoche permetta di affrontare efficacemente ed in maniera strutturata le diverse necessità di prevenzione dei danni, mitigazioni dei conflitti, sicurezza degli abitanti e conservazione degli orsi, al fine assicurare le condizioni per una coesistenza pacifica dell’orso con l’uomo e le sue attività”.

Ma da quel momento non è stato fatto più nulla, nessuno dei Presidenti che si sono succeduti alla guida della Provincia si è più curato della sicurezza dei cittadini. Neppure quando, nel 2016, è stato messo a punto il Piano di comunicazione redatto dal Parco Naturale Adamello Brenta con il MUSE, in collaborazione con il Settore Grandi Carnivori della Provincia, l’allora Presidente Rossi l’ha mai preso in considerazione. E l’attuale Presidente Fugatti ha ricalcato in pieno l’esempio dei suoi predecessori senza mai fare nulla per applicare finalmente quel piano.

Il Piano ha come obiettivo generale “l’accettazione sociale nei confronti dell’orso”, da perseguire anche attraverso la comunicazione di “quale sia il comportamento più corretto per evitare situazioni problematiche come quelle che si sono realizzate domenica scorsa e che hanno determinato l’incidente con il conseguente ferimento di una persona.

Emerge quindi, sempre più chiaramente, la responsabilità della Provincia di Trento. Nonostante avesse tutte le informazioni necessarie a disposizione, nonostante fosse stata adeguatamente messa in guardia dai suoi consulenti scientifici sulla necessità di educare i cittadini alla convivenza, non ha mai dato seguito a tutte le attività previste dal piano, con le conseguenze che da anni sono sotto gli occhi di tutti.

La Provincia di Trento ha sempre scaricato le proprie macroscopiche inadempienze sugli orsi, condannandoli all’ergastolo o a morte solo per essersi comportati come la loro natura impone, ma il Piano di comunicazione, lasciato ammuffire in qualche cassetto della Giunta e mai attuato, è un atto d’accusa che non può essere ignorato e che ridefinisce il quadro generale delle responsabilità. Massimo Vitturi, area Animali Selvatici

Rispediamo quindi al mittente l’etichetta di “pericoloso” che il Presidente Fugatti si è affrettato ad affibbiare all’orso protagonista dell’incidente di domenica scorsa, affrettandosi ad affermare la necessità di abbatterlo.

L’unica cosa pericolosa in tutta la vicenda degli orsi, da quando nel 2000 la Provincia decise di reintrodurli, è proprio la condotta dell’amministrazione provinciale, che non ha mai ritenuto necessario dare seguito al progetto di informazione e educazione dei cittadini al fine di prevenire possibili incidenti, come dimostra la clamorosa vicenda del piano di comunicazione insabbiato.

Si blocchi quindi immediatamente ogni velleità di intervento delle carabine del corpo forestale trentino. Quanto accaduto domenica dimostra la necessità di dare finalmente subito avvio a un serio programma di educazione alla convivenza pacifica con gli orsi e tutta la fauna selvatica, procrastinare ancora è chiaramente un’assunzione di responsabilità da parte della Giunta Fugatti che potrebbe pesare come un macigno anche nelle aule dei Tribunali. LAV


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lunedì 06 marzo 2023

Incidente orso Trentino

Quanto accaduto ieri in Val di Sole potrebbe essere l’ennesima dimostrazione delle gravi responsabilità della Provincia di Trento in materia di educazione dei cittadini alla convivenza con la fauna... LEGGI I DETTAGLI
Quanto accaduto ieri in Val di Sole potrebbe essere l’ennesima dimostrazione delle gravi responsabilità della Provincia di Trento in materia di educazione dei cittadini alla convivenza con la fauna selvatica. LAV

Con queste parole la LAV interviene in merito all’incidente che nella mattinata di domenica ha visto lo scontro di un orso con un uomo accompagnato dal suo cane.

In questo periodo gli orsi stanno riprendendo la loro normale attività dopo la pausa invernale, anche le mamme e i loro cuccioli escono dalle tane, quindi l’incidente potrebbe avere visto protagonista una mamma orso in un momento di massima allerta perché accompagnata dai suoi cuccioli. Se così fosse, il comportamento dell’uomo coinvolto rappresenta esattamente il contrario di ciò che bisognerebbe fare quando si incontra una mamma con i cuccioli.

Stando alle prime dichiarazioni risulta infatti che al momento dell’incidente, l’uomo fosse accompagnato da un cane, molto probabilmente senza guinzaglio, fatto che potrebbe avere messo in grandissima allerta l’orso, ulteriormente allarmato dalla successiva fuga dell’uomo.

Chiediamo accurate indagini al fine di accertare le condizioni in cui si è verificato l’incidente, se effettivamente l’aggressione fosse la conseguenza dei comportamenti inadeguati della persona coinvolta, emergerebbe ancora una volta la diretta responsabilità della Provincia di Trento che, dopo avere reintrodotto l’orso sul suo territorio, a più di vent’anni di distanza non è ancora stata in grado di educare i cittadini ai comportamenti corretti da assumere nel caso in cui si incontri un orso sul proprio cammino. Massimo Vitturi, area Animali Selvatici

Non è tollerabile che a rimetterci siano sempre gli orsi, anche per le inadempienze di tutte le amministrazioni provinciali che si sono succedute. Invece di scrivere frettolose sentenze di condanna a morte, il Presidente Fugatti si assuma le sue responsabilità di fronte ai cittadini, scusandosi per non aver spiegato loro come comportarsi nei territori abitati dagli orsi.

Chiediamo che siano svolte indagini approfondite e trasparenti su come sono andati i fatti coinvolgendo non solo il Corpo Forestale Provinciale, ma anche il Centro di referenza per la medicina forense veterinaria istituito presso l’Istituto Zooprofilattico del Lazio e Toscana. Non possiamo più tollerare che gli orsi vengano condannati all’ergastolo o alla pena di morte, quando la storia ci insegna che gli incidenti sono sempre il risultato di comportamenti umani inadeguati. LAV

La recente approvazione dell’emendamento “caccia selvaggia” potrebbe rendere ancora più semplice l’uccisione di un orso ovunque si trovi, anche nelle zone protette dove la caccia è vietata. Dal 1 gennaio i cacciatori possono infatti uccidere qualsiasi specie animale, durante tutto l’anno, anche nelle città e nei parchi. Per questo motivo la LAV scenderà in piazza il 18 e 19 marzo con una raccolta di firme contro l’emendamento “caccia selvaggia”, a favore di ogni sistema incruento di prevenzione che favorisca la convivenza con gli animali selvatici.



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