L’orsa è responsabile di un falso attacco, ma PACOBACE e documento ISPRA-MUSE sono molto chiari: F36 non può essere condannata a morte
Individuata, tramite indagini genetiche, l’orsa coinvolta in un incidente dalle dinamiche ancora dubbie che anche questa volta ha visto coinvolti due trentini, per altro cacciatori, nonostante le centinaia di migliaia di turisti presenti in Trentino in questi mesi.
Un vero mistero il motivo per cui gli orsi trentini reagiscano alla sola presenza di cittadini autoctoni: sarà forse colpa della scarsa formazione e informazione?
Si tratta di F36, orsa di sei anni già monitorata dal Corpo forestale trentino. La Provincia stessa che ne ha stabilito la cattura per il radiocollaraggio dichiara nel comunicato ufficiale che: “finora l'esemplare non aveva assunto comportamenti classificabili come problematici”.
Un dettaglio non di poco conto che si va ad aggiungere al fatto che l’animale era accompagnato dal suo piccolo (e ricordiamo, spaventato dalle urla degli stessi “escursionisti”).
Fugatti approfitta anche per ricordare che proseguono i tentativi di cattura di MJ5, su cui LAV ha già fatto ricorso per contestare la sua presunta “pericolosità” e la conseguente pena di morte ottenendo la sospensione della sua ‘esecuzione’ sino al 14 dicembre.
Continua la caccia all’orso. Fugatti pare non avere intenzione di andare in ferie dalla sua attività di “ammazza-selvatici e lo fa con motivazioni sempre più inconsistenti. Stavolta non c’è stato nulla se non la dabbenaggine di due persone che, forse neanche per colpa completamente loro, non sapevano come comportarsi in presenza di orsi. Monitoreremo ogni atto anche di questa vicenda, dai tratti ancora non chiari, e reagiremo prontamente con ogni mezzo