L’ignoranza e la disinformazione
sulla convivenza con gli animali selvatici continuano a mettere a rischio la
vita delle persone e degli orsi trentini, che seguitano a incontrarsi solo
con gli abitanti locali, a conferma del fatto che le centinaia di migliaia di turisti
che visitano il Trentino o sono più informati degli autoctoni o più coscienziosi
quando si addentrano nei boschi.
Aumentano i dubbi sulla dinamica della vicenda. Da ricostruzioni emerge
che i cacciatori abbiano svegliato l’orsa con grida, vedendola dormire con il
suo cucciolo
Alle 6:00 del mattino, due cacciatori, a loro dire disarmati, si sono avventurati in un bosco nei
pressi di Roncone, frazione del Comune di Sella Giudicarie nell'alta Valle
del Chiese, in provincia di Trento. Si stavano dirigendo verso una postazione
di caccia, nonostante il silenzio venatorio, ad “ammirare i caprioli”, ma
durante il tragitto, su un sentiero
a 1.970 m di quota, si sono imbattuti in un’orsa che dormiva con il suo
cucciolo.
L’animale,
svegliato di soprassalto e spaventato, ha iniziato a inseguire i due
cacciatori, che sono fuggiti urlando, chiaramente inconsapevoli - nonostante il loro ruolo, che dovrebbe renderli conoscitori del mondo animale - che tale
comportamento è fortemente sconsigliato in una situazione del genere. Uno
dei due, inoltre, ha cercato riparo su un albero - identificandolo come via di
fuga più sicura - anche in questo caso ignorando le grandi capacità di
arrampicata dei plantigradi. Albero da cui poi è rovinosamente caduto,
procurandosi delle lesioni. Accaduto questo, l’orsa si è allontanata
immediatamente senza nemmeno graffiare o mordere il ragazzo.
Tale situazione coincide perfettamente con la dinamica del falso attacco: l’orso, animale estremamente schivo e pauroso, incontra una o più persone a distanza ravvicinata senza averli percepite e quindi reagisce per difendersi o in questo caso per difendere il proprio cucciolo, caricando ciò che ritiene una minaccia, finché non si considera ormai ormai al sicuro. In queste situazioni bisogna sapere come comportarsi, altrimenti il rischio è di mettere a rischio la propria vita e quella dell’animale.
LAV
Nonostante i
recenti e numerosi incontri fra le persone e gli animali selvatici, la
Provincia Autonoma di Trento continua a non dare segni di voler attuare un
piano di prevenzione, sensibilizzazione e informazione dei cittadini, che
consenta di evitare queste situazioni che, per ignoranza e inconsapevolezza,
si trasformano inevitabilmente in situazioni di pericolo.
Prevenzione che comprende
anche l’uso del potere di ordinanza, strumento in mano ai sindaci – se davvero
motivati ad evitare questi incontri - che permetterebbe di vietare, a tutela dell’incolumità pubblica, l’accesso a determinate
aree per determinati periodi dell’anno e in particolari condizioni.
Il
Presidente Maurizio Fugatti continua invece ad accusare gli animali, colpevoli
solo di essersi comportati come tali e di essersi difesi dall’ingerenza umana. E
continua a rifuggire il confronto con chi propone vie alternative alla morte,
come già dimostrato anche nella trasmissione andata in onda su Rai Uno lo
scorso 17 luglio, Uno Mattina Estate, in cui non ha voluto confrontarsi con Gianluca Felicetti, presidente LAV, ospite del conduttore Tiberio Tiberi in una
puntata dedicata alla decisione del Consiglio di Stato di confermare la
sospensiva sull’uccisione dell’orsa JJ4.
La convivenza pacifica tra umani e altri animali è possibile, basterebbe sapere come realizzarla ma c’è chi non sente ragioni fuorché quelle della violenza e della vendetta, meramente a scopo di pubblicità elettorale. Se prima, infatti, Fugatti aveva bisogno di questi episodi per necessità di ricandidatura alla carica di Presidente, adesso ne ha bisogno
per procedere con la sua campagna elettorale. Cosa aspetta, però, che ci sia un altro morto?LAV