L’orsa è responsabile di un falso attacco, ma PACOBACE e documento ISPRA-MUSE sono molto chiari: F36 non può essere condannata a morte
Il Presidente della Provincia di Trento prosegue la sua solitaria crociata contro lupi e orsi. Incapace di favorire concretamente la sicurezza dei cittadini attraverso la prevenzione, obnubilato dalla ricerca di consenso in vista delle prossime elezioni, ha richiesto il parere di ISPRA per poi procedere con l’uccisione di F36, l’orsa che è risultata responsabile di un falso attacco nei confronti di due persone il 30 luglio scorso.
Tuttavia, sia il PACOBACE, sia il documento ISPRA-MUSE per la gestione degli orsi problematici - i due pilastri sui quali si fonda l’azione persecutoria di Fugatti - indicano chiaramente che non c’è alcun margine perché il rancoroso Fugatti possa ottenere il via libera per l’uccisione dell’orsa.
Il PACOBACE, infatti, prevede che nel caso di un falso attacco non sia preso alcun provvedimento, solo se si dovesse ripetere si aprirebbe la possibilità di procedere con la radiocollarizzazione, cosa che Fugatti ha peraltro già stabilito.
Mentre il documento ISPRA-MUSE, riferendosi a un lavoro pubblicato dal progetto LIFE di Dinalp Bear, precisa che può essere considerato “orso pericoloso”, l’animale che anche solo una prima volta mette in atto un’interazione aggressiva che comporta contatto e ferimento della persona, cosa non accaduta nel caso di F36.
Non c’è quindi spazio per le mire giustizialiste e raccatta-voti di Fugatti. Non esiste alcuna base giuridica che possa supportare la condanna a morte di F36, ma, ancora una volta, siamo già da ora pronti a ricorrere alla giustizia per bloccare ogni atto che dovesse mettere a rischio la vita dell’orsa, anche ricorrendo alla Corte dei Conti nell’intollerabile caso in cui dovesse essere uccisa.
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