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Fugatti chiede parere di ISPRA per condannare a morte l'orsa F36

L’orsa è responsabile di un falso attacco, ma PACOBACE e documento ISPRA-MUSE sono molto chiari: F36 non può essere condannata a morte

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Ultimo aggiornamento

mercoledì 02 agosto 2023

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Dubbi sulla dinamica dell'incontro

L’ignoranza e la disinformazione sulla convivenza con gli animali selvatici continuano a mettere a rischio la vita delle persone e degli orsi trentini, che seguitano a incontrarsi solo con gli abitanti locali, a conferma del fatto che le centinaia di migliaia di turisti che visitano il Trentino o sono più informati degli autoctoni o più coscienziosi quando si addentrano nei boschi.

Aumentano i dubbi sulla dinamica della vicenda. Da ricostruzioni emerge che i cacciatori abbiano svegliato l’orsa con grida, vedendola dormire con il suo cucciolo

Alle 6:00 del mattino,  due cacciatori, a loro dire disarmati, si sono avventurati in un bosco nei pressi di Roncone, frazione del Comune di Sella Giudicarie nell'alta Valle del Chiese, in provincia di Trento. Si stavano dirigendo verso una postazione di caccia, nonostante il silenzio venatorio, ad “ammirare i caprioli”, ma durante il tragitto,  su un sentiero a 1.970 m di quota, si sono imbattuti in un’orsa che dormiva con il suo cucciolo.

L’animale, svegliato di soprassalto e spaventato, ha iniziato a inseguire i due cacciatori, che sono fuggiti urlando, chiaramente inconsapevoli - nonostante il loro ruolo, che dovrebbe renderli conoscitori del mondo animale -  che tale comportamento è fortemente sconsigliato in una situazione del genere. Uno dei due, inoltre, ha cercato riparo su un albero - identificandolo come via di fuga più sicura - anche in questo caso ignorando le grandi capacità di arrampicata dei plantigradi. Albero da cui poi è rovinosamente caduto, procurandosi delle lesioni. Accaduto questo, l’orsa si è allontanata immediatamente senza nemmeno graffiare o mordere il ragazzo.

Tale situazione coincide perfettamente con la dinamica del falso attacco: l’orso, animale estremamente schivo e pauroso, incontra una o più persone a distanza ravvicinata senza averli percepite e quindi reagisce per difendersi o in questo caso per difendere il proprio cucciolo, caricando ciò che ritiene una minaccia, finché non si considera ormai ormai al sicuro. In queste situazioni bisogna sapere come comportarsi, altrimenti il rischio è di mettere a rischio la propria vita e quella dell’animale.
LAV

Nonostante i recenti e numerosi incontri fra le persone e gli animali selvatici, la Provincia Autonoma di Trento continua a non dare segni di voler attuare un piano di prevenzione, sensibilizzazione e informazione dei cittadini, che consenta di evitare queste situazioni che, per ignoranza e inconsapevolezza, si trasformano inevitabilmente in situazioni di pericolo.

Prevenzione che comprende anche l’uso del potere di ordinanza, strumento in mano ai sindaci – se davvero motivati ad evitare questi incontri - che permetterebbe di vietare, a tutela dell’incolumità pubblica, l’accesso a determinate aree per determinati periodi dell’anno e in particolari condizioni.

Il Presidente Maurizio Fugatti continua invece ad accusare gli animali, colpevoli solo di essersi comportati come tali e di essersi difesi dall’ingerenza umana. E continua a rifuggire il confronto con chi propone vie alternative alla morte, come già dimostrato anche nella trasmissione andata in onda su Rai Uno lo scorso 17 luglio, Uno Mattina Estate, in cui non ha voluto confrontarsi con Gianluca Felicetti, presidente LAV, ospite del conduttore Tiberio Tiberi in una puntata dedicata alla decisione del Consiglio di Stato di confermare la sospensiva sull’uccisione dell’orsa JJ4.

La convivenza pacifica tra umani e altri animali è possibile, basterebbe sapere come realizzarla  ma c’è chi non sente ragioni fuorché quelle della violenza e della vendetta, meramente a scopo di pubblicità elettorale. Se prima, infatti, Fugatti aveva bisogno di questi episodi per necessità di ricandidatura alla carica di Presidente, adesso ne ha bisogno per procedere con la sua campagna elettorale. Cosa aspetta, però, che ci sia un altro morto?LAV