La leggina Lollobrigida è di fatto inapplicabile. Inviata la richiesta apertura della procedura d’infrazione.
*** Abbiamo inviato oggi 5 febbraio una richiesta ufficiale all'Unione Europea per l'apertura di una procedura d'infrazione contro l'Italia. Vogliamo e dobbiamo cancellare del tutto una Legge ideologica e anti-progresso.***
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L’Europa ha interrotto la valutazione TRIS sulla legge ideologica del Ministro Lollobrigida, su carne coltivata e meat-sounding, perché già in vigore in Italia violando il Diritto Europeo. La Commissione, accortasi della manovra, ha inevitabilmente chiuso in anticipo la procedura, in quanto può intervenire solo sui Disegni di Legge, e ha chiesto spiegazioni all’Italia.
LAV, forte di un autorevole parere giuridico, lunedì invierà a Bruxelles la richiesta di apertura della procedura d'infrazione contro l'Italia in maniera da cancellare del tutto la "scatola vuota" della leggina Lollobrigida, poiché è ora, sul testo di Legge in vigore, che la Commissione può e deve agire.
Il Ministro Lollobrigida, nel frattempo, dichiara che l’interruzione della TRIS è un segnale positivo, che “la legge è serenamente in vigore e non c’è nessun rischio di una procedura di infrazione”, ma sono dichiarazioni di facciata.
Difatti, come affermato da sempre da LAV, la Legge non è conforme al diritto europeo e i limiti che introduce violano i diritti garantiti proprio dal diritto comunitario, sia per i cittadini consumatori che per le imprese, con potenziali danni gravosi al Mercato Unico.
È imbarazzante che un Ministero come quello dell’Agricoltura, che dovrebbe conoscere perfettamente il diritto europeo e le regole comunitarie, le ignori, tentando di forzare volutamente la mano e commettendo un “errore” voluto e pianificato solo a fini elettorali per il prossimo voto europeo.
A Bruxelles, infatti, quando è stata inviata la notifica per
l’apertura della valutazione Tris, è stato fatto pervenire il Disegno di Legge,
sebbene nello stesso giorno il Presidente Mattarella avesse firmato il provvedimento, che è stato subito pubblicato dopo poche ore in Gazzetta Ufficiale, con una
rapidità anomala, pari solo a quella dei Decreti legge, nonostante
le chiare perplessità del Quirinale a firmare e l'impegno
di Lollobrigida ad adeguarsi alle eventuali (per noi certe) decisioni di
Bruxelles.
Per di più, il principio cardine di tutta la Legge – il principio di precauzione – non può essere esteso alla “tutela del patrimonio agroalimentare”, cioè uno dei due obiettivi dichiarati del provvedimento, cosa che rende il divieto, per sua natura, infondato, oltre che ideologico. Un motivo in più per pronunciare questa Legge illegittima e inapplicabile.
Analogamente, anche il fatto che la Legge e relativa analisi d’impatto, siano del tutto prive di qualunque riferimento e/o dato circa il benessere degli animali, espressamente tutelato dal diritto europeo, è motivo di inapplicabilità, come la mancata presa in considerazione della sostenibilità, che ha un inevitabile impatto su ambiente e persone, soprattutto tenendo conto della prospettiva One Health, al centro della normativa europea in materia di Food Law, anche in vista degli Obiettivi 2030.
La verità sulla carne coltivata e su questa legge ideologica sono state portate alla luce da LAV in diversi articoli e sono il motivo per cui l’Europa non potrà che bloccare questa battaglia anti-progresso e che mette in ridicolo l’Italia.