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Abbiamo inviato la richiesta di apertura di procedura d'infrazione per l'Italia

La leggina Lollobrigida è di fatto inapplicabile. Inviata la richiesta apertura della procedura d’infrazione.

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Ultimo aggiornamento

venerdì 07 aprile 2023

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Carne coltivata: il Ministro Lollobrigida ribadisce la sua posizione nemica del progresso

Il 5 aprile scorso, durante il Question Time – interrogazioni a risposta immediata (ULA, Seduta 83), alla Camera dei Deputati relativamente all’interrogazione sul divieto di importazione di alimenti sintetici (Foti e altri – FDI) il Ministro dell’Agricoltura Lollobrigida – FDI ha potuto ribadire in diretta televisiva la sua posizione circa la millantata pericolosità della carne coltivata.

In particolare, ha dichiarato che “i diversi passaggi del processo produttivo evidenziano possibili contaminazioni batteriche e, riprodotte in larga scala, potrebbero ampliarsi in maniera incontrollata.” Tuttavia, nel paper scientifico divulgato il giorno seguente della FAO, dopo estensiva ricerca e studio della letteratura in materia, si riporta che “le fasi di approvvigionamento, isolamento e conservazione delle cellule nella produzione di alimenti a base cellulare possono introdurre contaminazioni microbiche che potrebbero propagarsi nelle fasi di produzione successive, anche se le probabilità sono notevolmente inferiori rispetto all'allevamento convenzionale.”

La volontà di ostacolare il progresso scientifico e industriale dell’Italia deve aver portato il Ministro a soprassedere sulle dichiarazioni del mondo della ricerca, difatti, nel medesimo documento della FAO, si legge anche che gli esperti hanno riscontrato che per gli alimenti a base di cellule molti rischi sono già noti ed esistono anche negli alimenti prodotti in modo convenzionale. Tra questi uno dei più comuni è la contaminazione microbiologica; tuttavia, i ricercatori hanno concluso che nella maggior parte dei casi, in presenza di contaminazione microbiologica durante le fasi di crescita e produzione delle cellule, la crescita stessa ne verrebbe inibita.

Benché sia necessario approfondire le ricerche in materia di carne coltivata, consolidando anche la possibilità di produrla unicamente da brodo di coltura che non richiede componenti animali, è facile evincere che i rischi per la salute stanno venendo estensivamente analizzati e i risultati si mostrano favorevoli alla sicurezza dei prodotti da agricoltura cellulare così come già comprovato dalle autorità di Israele, Usa e Singapore dove si possono già consumare prodotti da carne coltivata.

In ultimo, il Ministro ha tentato di fare chiarezza circa il campo di applicazione del Disegno di Legge da lui proposto contro la carne coltivata, sottolineando come anche l’importazione di cultured meat sarà vietata, se dovesse essere approvato dal Parlamento.

Lollobrigida, ancora una volta però, ignora che la facoltà prevista all'articolo 7 del Regolamento 178 del 2002 (il principio di precauzione a cui si appella) prevede, “rispetto a evidenze scientifiche che consentano di individuare potenziali effetti dannosi per la salute permanendo, tuttavia, una situazione d'incertezza sul piano scientifico”, la possibilità di adottare "misure provvisorie di gestione del rischio”, in attesa di ulteriori informazioni scientifiche per una valutazione più esauriente del rischio stesso. Queste misure devono perciò essere proporzionate e soprattutto temporanee, in quanto devono essere riesaminate entro un periodo di tempo ragionevole a seconda della natura del rischio. Questo aspetto, pertanto, lascia spazio a diverse perplessità anche sulla scelta dello strumento che il Governo vorrebbe far assumere all'Italia per scongiurare questo asserito “rischio”, una Legge – se sarà approvata- in palese contrasto con quanto previsto dalla stessa normativa europea a cui il Ministro ha fatto espresso riferimento.

Ancora una volta, chiediamo che il Ministro Lollobrigida si ravveda in fatto di carne coltivata e abbandoni questa battaglia nemica del progresso, schierandosi davvero in favore dell’Italia e non della lobby della zootecnia intensiva e dell’importazione di carni e altri prodotti animali (altro che sovranità alimentare…) permettendo al nostro Paese di innovarsi, garantendo al tempo stesso una concreta possibilità di libertà e vita ai milioni di animali che soffrono e muoiono negli allevamenti e nei macelli del nostro Paese.