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Abbiamo inviato la richiesta di apertura di procedura d'infrazione per l'Italia

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Ultimo aggiornamento

giovedì 22 giugno 2023

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#carnecoltivata

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Carne coltivata: LAV in audizione al Consiglio regionale della Lombardia

Ieri 21 giugno, nell'ambito dell'istruttoria della Mozione n. 7 "Disposizioni in materia di divieto di produzione e di immissione sul mercato di alimenti e mangimi sintetici", Domiziana Illengo, responsabile LAV Alimentazione Vegana è stata audita dalla VIII Commissione “Agricoltura, montagna e foreste” sul tema della carne coltivata,

LAV è intervenuta in merito alla possibilità di continuare la ricerca e lo sviluppo di prodotti da agricoltura cellulare in Italia e sul Disegno di Legge del Governo, attualmente all’esame delle Commissioni Agricoltura e Sanità del Senato, che mira a vietare ogni forma di commercio, produzione e possesso di alimenti coltivati.

Abbiamo evidenziato, tra le motivazioni per cui LAV è favorevole allo sviluppo di prodotti da agricoltura cellulare, le criticità del comparto zootecnico, già molte volte discusse, sia per le evidenti ripercussioni sui milioni di animali allevati e macellati ogni anno – 630 milioni solo in Italia* -, sia per gli effetti sul clima e sulla salute dei cittadini.

Con lo sviluppo di una filiera di alimenti colturali:

  • il numero di animali allevati sarebbe drasticamente ridotto,
  • ridotte sarebbero anche le emissioni causate dagli allevamenti intensivi

Si potrebbe contenere:

  • fino al 92% il riscaldamento climatico causato dalla produzione di carne,
  • fino al 93% l’inquinamento dell’aria, fino al 78% l’utilizzo di acqua
  • fino ad oltre il 90% l’utilizzo di suolo.  I

In particolare, con la diminuzione del numero di animali allevati, si potrebbe anche liberare spazio per la riforestazione e per favorire l’aumento della biodiversità. 

Inoltre, è stato sottolineato il ruolo che lo sviluppo dell’industria dei prodotti cellulari può avere sull’economia nazionale.

Difatti, la zootecnica si trova già in una situazione di difficoltà a causa del cambiamento climatico: costi elevati, complicazioni a reperire i mangimi ed effetti climatici estremi stanno minando via via sempre di più la produttività italiana. A questo si aggiungono le malattie che sempre più minacciano gli animali detenuti negli allevamenti, come l’influenza aviaria, che è una zoonosi con gravi rischi anche per la salute umana, o la peste suina africana.

In questo scenario la transizione alimentare, e la conseguente riconversione industriale, sono determinanti per liberare dalla sofferenza gli animali detenuti negli allevamenti, tanto quanto per rendere il comparto agro-alimentare resiliente.

La progressiva transizione alla produzione di cibi interamente vegetali è la prima e più ovvia strada da percorrere, tuttavia, lo sviluppo di prodotti cellullari potrebbe supportare tale transizione, offrendo un’ulteriore alternativa al mercato nazionale e internazionale.

Proprio a questo proposito, in ultimo, decidere di ostacolare lo sviluppo della carne coltivata e degli altri prodotti affini potrebbe significare per l’Italia una severa battuta di arresto nel panorama europeo, in quanto sarebbe incapace di competere con il progresso innovativo degli altri Paesi e potrebbe perdere un’occasione importante per aggiornare la propria tradizione, occupando nuove nicchie di mercato e iniziando nuove produzioni caratteristiche.

Oltre a LAV hanno avuto modo di essere auditi la Professoressa Cheli, dell’Università di Milano, che con competenza ha esposto i dati sullo sviluppo dei prodotti colturali e i vantaggi che essi possono portare. Coldiretti, Confagricoltura, Aral e Coop Agri hanno rincarato il sostegno al Ddl proposto dal Governo, con scarsi o nulli dati a supporto delle loro istanze, fatta eccezione per una retorica vuota che glorifica la zootecnia, trascurando completamente la condizione degli animali e le conseguenze ambientali e sanitari ad essa connesse.

Il progresso è insito nella storia dell’umanità, così come la trasformazione industriale, di cui ci sono infiniti esempi. Arroccarsi su posizioni ideologiche, opponendosi a tale progresso agisce in contrasto agli interessi del Paese e dei cittadini, ostacolando allo stesso tempo il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità sanciti dall’Europa e ignorando le richieste sempre più forti dei cittadini e dei consumatori di un trattamento diverso degli animali, inclusi quelli allevati. La carne coltivata offre la possibilità di innovare un settore che storicamente infligge sofferenze indicibili routinarie agli animali, mettendo a rischio la salute delle persone e partecipando all’aggravamento della crisi climatica che ci troviamo a fronteggiare. Una posizione del Governo lungimirante è necessaria e imprescindibile LAV
*Anagrafe zootecnica nazionale 2022; ** Qui