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Abbiamo inviato la richiesta di apertura di procedura d'infrazione per l'Italia

La leggina Lollobrigida è di fatto inapplicabile. Inviata la richiesta apertura della procedura d’infrazione.

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Ultimo aggiornamento

giovedì 21 settembre 2023

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#carnecoltivata

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La voce degli animali contro chi ostacola la necessaria transizione alimentare

Ieri con Domiziana Illengo, responsabile LAV settore Alimentazione Vegana, abbiamo portato alla Camera dei Deputati la voce degli animali, ricordando i danni della zootecnia e le opportunità che l’agricoltura cellullare potrebbe offrire, prima dell’ultimo volto sul Ddl 651, contro carne coltivata e nomenclature “meat-sounding”, su cui ci eravamo espressi più volte.

Mirare a limitare il mercato dei prodotti plant-based, vietando termini come polpetta o burger - tentativo già bocciato dal Parlamento Europeo - e a bloccare a priori lo sviluppo di un nuovo settore innovativo, quello dei prodotti da agricoltura cellullare, sarebbe un grave rischio per l’Italia in termini economici e di sostenibilità, oltre che un deliberato ostacolo alla necessaria transizione alimentare e alla liberazione degli animali detenuti negli allevamenti.

Difatti, la transizione ecologica, quanto mai necessaria ed urgente in questo momento, deve comprendere la ristrutturazione degli attuali sistemi alimentari, che oltre ad essere fondati sullo sfruttamento animale, hanno severe ripercussioni sanitarie e climatiche.

La ricerca “Il costo nascosto della produzione di carne in Italia” illustra chiaramente le allarmanti conseguenze della zootecnia e i costi accessori ad essa associati, quasi 37 miliardi di euro ogni anno, di contro, il Menù del Cambiamento, presentato da LAV in occasione del pre-Summit UN 2023, indica le azioni necessarie per ripensare l’industria alimentare.

Il Ddl contro la carne coltivata deruberebbe dunque l’Italia della possibilità di implementare i cambiamenti necessari per liberare i milioni di animali detenuti e uccisi negli allevamenti – 630 milioni ogni anno – privandola di un’opportunità di sviluppo ecologico e industriale.

Il veto aprioristico sulla produzione e sul commercio, e quindi anche sulla ricerca, di alimenti cellulari, è stato proposto come una misura per “proteggere” le persone e il loro diritto all’informazione, ma che nei fatti mira a difendere gli allevamenti intensivi, principalmente in mano a poche multinazionali, e ostacolare il settore del plant-based.

Una linea d’azione che contrasta deliberatamente il progresso e la competitività dell’Italia, anche nei confronti di un mercato internazionale proiettato alla ricerca e allo sviluppo di proteine alternative.

È infatti del 14 settembre la notizia che The Cultivated B, azienda di prodotti cell-based, ha iniziato l’iter di pre-submission per la richiesta di approvazione ad EFSA, il che significa che entro i prossimi due anni in Europa potrebbe circolare la prima salsiccia da agricoltura cellulare. In questo scenario, benché il Ddl lasci intendere il contrario, l’Italia non potrà vietarne l’importazione, la manovra sarà quindi stata utile solo a provare a sfavorire la transizione alimentare, danneggiando l’industria e l’economia nazionali.

Infatti, quello di The Cultivated B, è solo l’ultimo esempio che la transizione alimentare è già in atto e beneficerà non solo gli animali vittime della zootecnia e quelli minacciati dalla perdita di biodiversità e dai cambiamenti climatici, ma anche le persone, che pagano il prezzo di un sistema alimentare malsano.

Abbiamo trasmesso alla Camera un documento dettagliato con riferimenti tecnico-scientifici con il quale approfondisce la propria posizione e chiede che le Commissioni della Camera votino contro il Ddl 651.

Anche le Osservazioni LAV al Ddl 651 e il Dossier LAV sull'emendamento 'Meat Sounding' erano tra i documenti trasmessi.