Centinaia di Daini, presenti nel territorio del Parco del Delta del Po dell’Emilia-Romagna, potrebbero essere messi all’asta nei prossimi tre anni come carne da macello: una operazione crudele e illegittima.
Sono anni che LAV sta contrastando in ogni maniera le proposte di uccisione dei daini considerati a torto in sovrannumero e pericolosi per l’incolumità pubblica. E per lasciarli, in sicurezza, dove vivono attualmente.
Anche le nostre proteste hanno portato tempo fa il Parco del Delta del Po e la Regione Emilia Romagna a inserire nei loro piani quanto meno un’alternativa alle uccisioni ovvero la traslocazione in altre aree che non siano luogo di caccia. La vita al posto della morte. Così è scritto in maniera ufficiale e interpretazioni che affermano il contrario dicono il falso.
Tenendo conto che, purtroppo, Leggi che combattiamo permettono l’uccisione dei daini e che, sempre purtroppo, finora il Parco non ha voluto attivare attività di sterilizzazione degli animali così come altre attività di prevenzione e di rafforzamento delle recinzioni per impedirne gli attraversamenti stradali (azioni che continuiamo a reclamare) la possibile traslocazione in luoghi sicuri, di animali che sono di proprietà pubblica e che per questo può essere decisa ed effettuata solo da un’Amministrazione pubblica, porrebbe al riparo e per sempre questi animali dai pericoli che sono tornati recentemente in auge con la irresponsabile decisione del Parco di indire un avviso pubblico (andato per fortuna deserto qualche giorno fa) per l’uccisione e l’utilizzo delle carni dei daini. Così abbiamo presentato una nuova diffida alle Istituzioni con il nostro Ufficio Legale e sosteniamo le manifestazioni per ottenere la salvezza definitiva di questi animali. Lasciandoli dove sono o da parte delle Istituzioni, traslocandoli in luoghi interdetti alla caccia. Noi vogliamo salvare davvero i daini, non con gli slogan, e per sempre.