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Centinaia di Daini condannati a morte in Emilia-Romagna

Centinaia di Daini, presenti nel territorio del Parco del Delta del Po dell’Emilia-Romagna, potrebbero essere messi all’asta nei prossimi tre anni come carne da macello: una operazione crudele e illegittima.

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Ultimo aggiornamento

venerdì 23 settembre 2022

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Daini nel Parco del Delta del Po. Noi vogliamo salvarli e per sempre

Sono anni che LAV sta contrastando in ogni maniera le proposte di uccisione dei daini considerati a torto in sovrannumero e pericolosi per l’incolumità pubblica. E per lasciarli, in sicurezza, dove vivono attualmente.

Anche le nostre proteste hanno portato tempo fa il Parco del Delta del Po e la Regione Emilia Romagna a inserire nei loro piani quanto meno un’alternativa alle uccisioni ovvero la traslocazione in altre aree che non siano luogo di caccia. La vita al posto della morte. Così è scritto in maniera ufficiale e interpretazioni che affermano il contrario dicono il falso.

Tenendo conto che, purtroppo, Leggi che combattiamo permettono l’uccisione dei daini e che, sempre purtroppo, finora il Parco non ha voluto attivare attività di sterilizzazione degli animali così come altre attività di prevenzione e di rafforzamento delle recinzioni per impedirne gli attraversamenti stradali (azioni che continuiamo a reclamare) la possibile traslocazione in luoghi sicuri, di animali che sono di proprietà pubblica e che per questo può essere decisa ed effettuata solo da un’Amministrazione pubblica, porrebbe al riparo e per sempre questi animali dai pericoli che sono tornati recentemente in auge con la irresponsabile decisione del Parco di indire un avviso pubblico (andato per fortuna deserto qualche giorno fa) per l’uccisione e l’utilizzo delle carni dei daini. Così abbiamo presentato una nuova diffida alle Istituzioni con il nostro Ufficio Legale e sosteniamo le manifestazioni per ottenere la salvezza definitiva di questi animali. Lasciandoli dove sono o da parte delle Istituzioni, traslocandoli in luoghi interdetti alla caccia. Noi vogliamo salvare davvero i daini, non con gli slogan, e per sempre.


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mercoledì 21 settembre 2022

Daini Delta del Po: bando pubblico per allevamento e macellazione andato deserto

È andato deserto il bando tramite il quale il Parco del Delta del Po avrebbe dovuto destinare centinaia di Daini a macelli e allevamenti. Evidentemente neppure il tornaconto economico, stimato dallo stesso Parco in più di 80 mila euro, è stato elemento sufficiente per attrarre gli operatori economici che entro il 15 settembre si sarebbero dovuti fare avanti depositando la loro offerta.

“Dopo che la Regione Emilia Romagna ha precisato che nel suo territorio i Daini vengono sterilizzati e traslocati, dopo che gli operatori economici hanno dimostrato tutto il loro disinteresse, è evidente che lo sterminio dei Daini è interesse esclusivo del Parco – dichiara Massimo Vitturi, responsabile LAV, Animali Selvatici – contro la volontà della stragrande maggioranza dei cittadini”.

È perciò necessario un immediato cambio di passo, che riporti la gestione della convivenza con i Daini all’interno di un percorso di rispetto della vita degli animali.

“Chiediamo quindi alla Presidente del Parco Aida Morelli e al Direttore Massimiliano Costa, di procedere con la sospensione di ogni attività cruenta nei confronti dei Daini e il contemporaneo avvio di un progetto che preveda cattura, traslocazione e sterilizzazione degli animali con contemporaneo adeguamento delle recinzioni a tutela della circolazione stradale e dei Daini – conclude la LAV”.


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mercoledì 14 settembre 2022

Daini Delta del Po: la Giunta Regionale Emilia-Romagna risponde sulla destinazione degli animali

La Giunta Regionale dell’Emilia-Romagna risponde a un’interrogazione del Gruppo Misto circa la destinazione dei Daini che dovrebbero essere catturati all’interno del Parco del Delta del Po, precisando che sul territorio regionale è prevista la traslocazione degli animali in aree loro dedicate con contestuale sterilizzazione, come suggerito dalla LAV.

“Accogliamo con piacere la positiva presa di posizione della Regione – dichiara Massimo Vitturi, responsabile LAV, Animali Selvatici – ma ricordiamo che anche il Parco in questione è un Ente sotto il diretto controllo della Regione, chiediamo quindi di estendere le stesse modalità di trattamento dei Daini anche a quelli che vivono nel territorio regionale gestito dal Parco, sospendendo immediatamente la vendita degli animali ai macellai.”

Il Parco del Delta del Po è stato istituito secondo le indicazioni dettate dalle norme regionali ed è sottoposto al controllo diretto della Regione che esercita funzioni di indirizzo anche attraverso linee guida vincolanti in merito alle azioni da attuare per le attività di conservazione. Per questo motivo la LAV ha già inviato una lettera urgente al Presidente Bonaccini e all’Assessore Mammi, chiedendo di bloccare l’assurdo scaricabarile fra Regione ed Ente parco, nel quale a rimetterci sono solo gli animali.

Grazie all’intervento della LAV, il piano regionale di gestione ha fatto propria la possibilità di sterilizzare gli animali per poterli traslocare in altre aree, non ci sono quindi giustificazioni all’ipotesi di cattura dei Daini per il successivo invio agli allevamenti e quindi ai macelli.

“Prendendo quindi atto della positiva presa di posizione della Regione, attendiamo dal Presidente Bonaccini e dall’assessore Mammi un rapido riscontro alla nostra richiesta di sospendere qualsiasi intervento cruento nei confronti dei Daini, avviando operazioni di traslocazione, sterilizzazione e adeguamento delle recinzioni a tutela della circolazione stradale e degli animali – conclude la LAV”.



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mercoledì 07 settembre 2022

Centinaia di Daini condannati a morte in Emilia Romagna

Il Parco Regionale del Delta del Po trasformato dai suoi amministratori in un banco di macelleria del mercato rionale. Un migliaio di Daini potrebbe infatti essere messo all’asta nei prossimi tre an... LEGGI I DETTAGLI

Il Parco Regionale del Delta del Po trasformato dai suoi amministratori in un banco di macelleria del mercato rionale. Un migliaio di Daini potrebbe infatti essere messo all’asta nei prossimi tre anni come carne da macello, per un valore equivalente a 83.700 euro a tutto beneficio degli operatori economici che risponderanno positivamente all’avviso pubblico “Indagine di mercato per l’affidamento in concessione della cattura e delocalizzazione di esemplari di Daino (Dama dama) presenti nel territorio del Parco del Delta del Po dell’Emilia-Romagna” voluto dal Direttore del Parco stesso.

“Un’operazione di una crudeltà inaudita che, oltre a prevedere un vero e proprio massacro di animali innocenti, mortifica, ad opera dei suoi stessi amministratori, il valore intrinseco del Parco inteso come nucleo fondamentale di tutela della biodiversità, valore inserito da pochi mesi tra i principi di rango costituzionaledichiara Massimo Vitturi, responsabile nazionale LAV, Animali Selvatici.”

Ciò che stupisce, dalla lettura dei documenti che giustificherebbero l’operazione di bassa macelleria voluta dal Parco, è che non vi sono alcuni motivi che potrebbero giustificare – da un punto di vista amministrativo – il massacro prospettato.

I Daini, infatti, non creano danni all’agricoltura (solo 1.050 euro denunciati nel 2018), non rappresentano un concreto pericolo per la circolazione veicolare (ultima segnalazione, un incidente nel 2017), ma soprattutto non sono responsabili di alcuna alterazione degli equilibri ecologici del Parco, unico motivo che giustificherebbe un piano di abbattimento ai sensi della Legge nazionale sulle aree protette.

D’altro canto, il piano regionale per il controllo della popolazione di Daino, evidenzia che la Regione Emilia-Romagna ha attivato nel tempo numerose misure di prevenzione che, come dimostrato dai dati sopra riportati, si sono dimostrate efficaci e quindi non giustificano alcun ricorso a strumenti cruenti che prevedono, nelle intenzioni del Parco, la cattura degli animali e la loro traslocazione in allevamenti a fini alimentari.

“Se il Parco procedesse nel suo intento, si configurerebbe a nostro avviso il potenziale compimento di numerosi reati, dal maltrattamento e uccisione di animali non necessitati, al furto venatorio nonché al danno erariale – prosegue Vitturi - per questi motivi abbiamo già inviato un atto di diffida al Parco perché cessi immediatamente qualsiasi attività nei confronti dei Daini e nel caso non ricevessimo risposta soddisfacente, siamo pronti ad informare la Procura della Repubblica di Ferrara, chiedendo il sequestro preventivo degli animali, mettendoli così in sicurezza dalle mire del Parco.”

I Daini sono stati introdotti in molte aree del nostro Paese per l’esclusivo interesse dei cacciatori e del loro sanguinario passatempo, un altro elemento che dimostra le tante alterazioni ambientali collegate alla caccia che mettono a repentaglio la vita degli animali selvatici, gli equilibri ecologici e quindi alla fine anche la vita di noi umani.

“Anche per questo motivo i Daini dell’Emilia-Romagna non hanno alcuna responsabilità, chiediamo quindi che i cacciatori mettano mano ai loro portafogli per organizzare la messa in sicurezza degli animali e la loro sterilizzazione, facendoli così diventare parte integrante della biodiversità tipica del Parco del Delta del Po – conclude la LAV.



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