Centinaia di Daini, presenti nel territorio del Parco del Delta del Po dell’Emilia-Romagna, potrebbero essere messi all’asta nei prossimi tre anni come carne da macello: una operazione crudele e illegittima.
È andato deserto il bando tramite il quale il Parco del Delta del Po avrebbe dovuto destinare centinaia di Daini a macelli e allevamenti. Evidentemente neppure il tornaconto economico, stimato dallo stesso Parco in più di 80 mila euro, è stato elemento sufficiente per attrarre gli operatori economici che entro il 15 settembre si sarebbero dovuti fare avanti depositando la loro offerta.
“Dopo che la Regione Emilia Romagna ha precisato che nel suo territorio i Daini vengono sterilizzati e traslocati, dopo che gli operatori economici hanno dimostrato tutto il loro disinteresse, è evidente che lo sterminio dei Daini è interesse esclusivo del Parco – dichiara Massimo Vitturi, responsabile LAV, Animali Selvatici – contro la volontà della stragrande maggioranza dei cittadini”.
È perciò necessario un immediato cambio di passo, che riporti la gestione della convivenza con i Daini all’interno di un percorso di rispetto della vita degli animali.
“Chiediamo quindi alla Presidente del Parco Aida Morelli e al Direttore Massimiliano Costa, di procedere con la sospensione di ogni attività cruenta nei confronti dei Daini e il contemporaneo avvio di un progetto che preveda cattura, traslocazione e sterilizzazione degli animali con contemporaneo adeguamento delle recinzioni a tutela della circolazione stradale e dei Daini – conclude la LAV”.