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Una Commissione parlamentare di inchiesta per indagare anche il fenomeno delle zoomafie

Un provvedimento storico, finalmente approvato, per contrastare i reati a danno degli animali.

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Ultimo aggiornamento

lunedì 22 maggio 2023

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Finalmente una Commissione d'inchiesta per indagare su zoomafia e attività illecite a danno degli animali

È stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale la Legge per l’“Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su altri illeciti ambientali e agroalimentari” che affida per la prima volta a questa Commissione anche il compito di “indagare sulle attività illecite legate al fenomeno delle cosiddette «zoomafie» e verificare la corretta applicazione del titolo IX-bis del libro secondo del codice penale” sui reati contro gli animali, grazie all’emendamento proposto alla Camera dal deputato Angelo Bonelli dei Verdi.

Non possiamo che definirlo un provvedimento storico: per la prima volta una Commissione parlamentare, che ha gli stessi poteri di indagine propri dell’autorità giudiziaria, indagherà sulla zoomafia e sulle attività illecite a danno di animali. Ciro Troiano, Osservatorio Zoomafia LAV

Combattimenti tra animali, corse clandestine di cavalli, truffe nell’ippica, business illegale dei canili, contrabbando di fauna e bracconaggio organizzato: sono solo alcune delle forme di maltrattamento organizzato di animali che, spesso, hanno forti connessioni con la criminalità organizzata.

Le associazioni criminali cosa nostra siciliana, la sacra corona unita pugliese, la ‘ndrangheta calabrese, la camorra campana, a prescindere dalle particolarità di ciascun sodalizio, sono caratterizzate dall’utilizzo di animali per scopi illegali. Del resto, la criminalità organizzata è un fenomeno totalitario e come tale tenta di monopolizzare e controllare qualsiasi condotta umana attraverso il controllo del territorio, dei traffici criminali, inclusi quelli legati all’ambiente e agli animali. È ormai un dato acquisito che nella questione criminale rientrano pienamente condotte delinquenziali che vedono gli animali come un mero strumento per introiti e proventi illeciti. In questo contesto, gli animali entrano prepotentemente nel discorso sulla sicurezza e, in generale, nell’analisi criminologica. Non sono un problema di sicurezza i combattimenti tra cani o la macellazione clandestina?

L’analisi del Rapporto Zoomafia, inoltre, indica la sempre maggiore gestione organizzata delle condotte zoocriminali. Sempre più spesso, infatti, si riscontrano reati associativi, perpetrati da gruppi di individui legati o dal concorso o da vero vincolo associativo. Anzi, alcune tipologie di maltrattamento sono necessariamente, ontologicamente consociative e trovano la loro consumazione solo sotto forma di evento programmato e organizzato. L’analisi fa emergere l’esistenza di sistemi criminali consolidati, di veri apparati con connivenze tra delinquenti, colletti bianchi e funzionari pubblici uniti in patti scelerati per i cospicui introiti.

I traffici legati allo sfruttamento degli animali, come denunciamo da decenni con il Rapporto Zoomafia, rappresentano un’importante fonte di guadagno per i vari gruppi criminali che manifestano una spiccata capacità di trarre vantaggio da qualsiasi trasformazione del territorio e di guadagnare il massimo rischiando poco. Le varie indagini svolte nel corso degli anni nel nostro Paese hanno fatto emergere una realtà zoomafiosa, composita, articolata e con capacità di tessere rapporti collusivi con apparati della pubblica amministrazione. Si pensi a quanto emerso nelle indagini sul business canili, sul traffico di cuccioli o sul controllo dei pascoli: appartenenti alla pubblica amministrazione infedeli che prestavano servigi e favori a gruppi criminali dediti a tali traffici. Ciro Troiano, Osservatorio Zoomafia LAV