Home | ... | | Capretta di Anagni: accolta nostra richiesta di ulteriori indagini

Capretta di Anagni: accolta nostra richiesta di ulteriori indagini

Adesso vengano controllati i cellulari e sentiti i dipendenti dell’agriturismo dove fu uccisa la capretta.

leggi l'articolo

Ultimo aggiornamento

mercoledì 12 febbraio 2025

Topic


Condividi

È urgente stabilire pene esemplari per chi maltratta gli animali

Si è tenuta oggi l’udienza presso il GIP del Tribunale di Frosinone relativa al maltrattamento e all’uccisione della capretta di Anagni, tristemente famosa per la tragica fine fatta.

L’avvocato che rappresenta LAV in aula ha ribadito le carenze investigative, in particolare la mancanza di analisi adeguate dei telefoni cellulari sequestrati agli imputati, che potrebbero contenere prove importanti per ricostruire nel dettaglio la vicenda e ottenere giustizia per la capretta uccisa ad Anagni nell’agosto 2023.

Era l’agosto 2023, quando ad Anagni un gruppo di giovani, invitati ad una festa di compleanno che si teneva presso un agriturismo, ha deciso di uccidere una capretta a calci e riprendere il gesto in due video, poi pubblicati sui social.

Proprio dai video diffusi risulta chiaramente che la capretta di pochi mesi, indifesa e abituata al contatto umano, viene presa a calci da uno dei ragazzi che, anche incitato dagli amici, ripete il gesto spregevole, accanendosi sul piccolo corpo dell’animale, fino ad ucciderlo. In un secondo video si vedono gli stessi ragazzi trasportare la piccola capretta su una carriola e poi lanciarla da un muretto, tra sadiche risate e pericoloso entusiasmo dei presenti.

Le lacune investigative sono molte e gravi. Il dato che lascia veramente perplessi riguarda il fatto che, nonostante sia stato disposto il sequestro probatorio di sei telefoni cellulari (quelli in uso a tutti gli indagati) ‘al fine di reperire informazioni, foto/video e quant’altro utile all’accertamento dei fatti per cui si procede’, dagli atti risulterebbe che, invece, nulla di tutto ciò sia stato effettuato. Annarita D'Errico, Responsabile Nazionale Sportelli LAV Contro i Maltrattamenti

Proprio in virtù della necessità di ampliare le indagini e di punire i colpevoli di un gesto tanto vile, auspichiamo che il GIP decida di accogliere la nostra opposizione alla richiesta di archiviazione e di disporre nuove indagini che possano consentire di richiedere il rinvio a giudizio degli indagati e, nell’attesa di questa decisione, che arriverà nelle prossime settimane, ribadiamo l’urgenza di stabilire pene esemplari per chi maltratta gli animali e l’importanza di sancire questo principio anche all’interno delle aule dei tribunali.

LAV ringrazia l’avv. Annarita d’Errico per l’assistenza legale sul caso.