Ribadiremo la necessità di pene esemplari.
Poche parole di commento servono a descrivere la nostra indignazione e il nostro dolore.
Quanto accaduto alla capretta uccisa ad Anagni è una vera e propria azione criminale di giovani che, con estrema crudeltà, hanno agito con l’intento di far soffrire e uccidere un animale di pochi mesi che si era amichevolmente avvicinato loro
Pochi
giorni fa ad Anagni un
gruppo di giovani,
invitati ad una festa di compleanno che si teneva
presso un agriturismo,
ha deciso
di uccidere
una capretta a calci e riprendere il gesto in due
video,
poi
pubblicati sui social.
Siamo pronti ad intervenire nel processo che confida si aprirà e in cui chiederà di costituirsi parte civile. La pericolosità di soggetti simili, che davanti all’innocenza di un cucciolo decidono di terrorizzarlo e di massacrarne il corpo, e l’entusiasmo che questo gesto deplorevole suscita in loro è lampante e spaventa terribilmente. Per questo gli assassini, perché è difficile definirli semplicemente “giovani” o “ragazzi” dopo il crimine che hanno commesso, devono essere assicurati alla giustizia”
Proprio dai video diffusi (il fotogramma in alto) risulta infatti chiaramente che la capretta di pochi mesi, indifesa e abituata al contatto umano, si lascia avvicinare, ma viene presa a calci da uno dei ragazzi che, anche incitato dagli amici, ripete il gesto spregevole, accanendosi sul piccolo corpo dell’animale, fino ad ucciderlo. In un secondo video si vedono gli stessi ragazzi trasportare la piccola capretta su una carriola e poi lanciarla da un muretto, tra sadiche risate e pericoloso entusiasmo dei presenti.
La
violenza e la spregiudicatezza di queste azioni,
aggravate dal giubilo delle riprese,
che non mostrano paura alcuna di subire
eventuali conseguenze penali, ricordano inevitabilmente le
azioni efferate e mostruose
di violenza di genere protagoniste ogni
giorno nei quotidiani di tutta Italia. La
matrice è la stessa: la violenza e il dominio su soggetti
considerati inferiori, oggettificandoli
e privandoli di possibilità di scelta, libertà e dignità.
Chiediamo a Carabinieri e Procura che le indagini in corso siano minuziose e portino a una condanna esemplare per un episodio tanto grave di violenza.
Il reato di maltrattamento di animali è punibile, infatti, con la reclusione fino a 18 mesi di carcere che, in questo caso, dovrà essere aumentata della metà per la morte dell’animale. Pertanto auspichiamo che i responsabili vengano individuati e puniti con la pena massima, affinché venga dato il giusto peso a tali atrocità ed episodi simili non si ripetano più, soprattutto fra i giovani.
Da quanto viene riportato sulla stampa, infatti, la capretta era abituata alla presenza umana e alle visite delle famiglie in un agriturismo tra Anagni e Fiuggi. Il proprietario della struttura ha denunciato l'episodio ai carabinieri di Anagni, in provincia di Frosinone. Questo è solo uno dei tanti episodi ai danni degli animali, e proprio nella stessa provincia, nei mesi scorsi, era stato registrato un altro evento simile: a Piedimonte San Germano un ragazzino veniva filmato mentre prendeva a calci con violenza un gatto.
Sono ancora troppi i reati di violenza su animali che rimangono impuniti: sono necessarie pene esemplari per chiunque maltratti o uccida tali esseri senzienti.
Come ribadiamo da tempo, occorre potenziare la normativa sulla tutela penale degli animali con una legge più efficace e più severa per coloro che li maltrattano e uccidono, per contrastare ogni forma di violenza e di maltrattamento nei loro confronti.
Molto spesso, inoltre, gli animali considerati “da reddito” sono vittime di soprusi e violenze, spesso implicitamente giustificate alla luce della considerazione di questi animali alla stregua di oggetti, vittime di un sistematico sfruttamento da parte dell’uomo nella filiera alimentare.
La capretta torturata e uccisa ad Anagni non tornerà più, ma tantissimi altri animali potranno essere salvati da sofferenze atroci imposte da individui senza scrupoli.
Cruciale è la sensibilizzazione, ma altrettanto potente è la possibilità di segnalare i soprusi. Ecco perché LAV ha deciso di aprire gli Sportelli contro i maltrattamenti sugli animali, attivati quest'anno a Verona, Trento e Bari.
Gli Sportelli LAV offrono la possibilità di salvare qualunque animale si trovi in difficoltà o sia vittima di soprusi e violenze, in collaborazione con le Istituzioni preposte. Raccolgono, infatti, le segnalazioni riguardanti comportamenti costituenti reato in danno agli animali e le gestiscono in collaborazione con le Forze di Polizia.