La Provincia di Bolzano cancelli la sua assurda Legge “ammazzalupi” e obblighi gli allevatori a dotarsi degli strumenti che aiutano a prevenire le predazioni.
I due lupi a caso che Fugatti aveva condannato a morte dopo alcune predazioni a Malga Boldera, nella Lessinia trentina, sono di nuovo a rischio. Infatti, nell’udienza collegiale tenutasi questa mattina, il TAR di Trento non si è smentito, rigettando il ricorso delle associazioni e decretandone così ancora una volta l’uccisione.
Nella sua ordinanza il collegio del TAR
sostanzialmente accoglie tutti i rilievi portati dalla difesa della Provincia,
non tenendo conto del fatto che le predazioni a Malga Boldera sono avvenute
nella maggior parte dei casi quando le recinzioni erano fuori uso o difettose,
giungendo addirittura ad affermare, in linea del tutto ipotetica senza alcun
supporto documentale, che le predazioni sarebbero avvenute comunque anche se ci
fosse stata la presenza continua del malgaro o dei cani da guardiania.
Tutte le argomentazioni portate dai nostri legali sono state bellamente ignorate come anche le motivazioni del Consiglio di Stato che avevano portato a sospendere le uccisioni per ben due volte.Non possiamo accettare che dei lupi siano condannati a morte, per altro per un analogo provvedimento del Presidente della provincia di Bolzano è stato già due volte bocciato dalla sezione alto atesina dello stesso TAR di Trento .
Le associazioni non mollano I loro legali sono infatti già al lavoro per depositare un nuovo ricorso al Consiglio di Stato per sospendere l’ordinanza odierna del TAR di Trento.
Nonostante le affermazioni del TAR di Trento, in
tutto il mondo le misure di prevenzione, come i cani da guardiania e la
presenza del pastore, quando correttamente applicate, consentono di evitare le
predazioni da lupo.
Non è quindi tollerabile che invece la provincia di Trento possa essere legittimata ad uccidere due lupi a caso, solo perché il TAR ipotizza che tali misure non funzionerebbero senza neppure averle concretamente provate ora speriamo che il Consiglio di Stato accolga il nostro ennesimo ricorso contro questa assurda deriva ammazzalupi.