La Provincia di Bolzano cancelli la sua assurda Legge “ammazzalupi” e obblighi gli allevatori a dotarsi degli strumenti che aiutano a prevenire le predazioni.
Con Decreto pubblicato ieri, il Presidente della terza sezione del Consiglio di Stato ha nuovamente salvato la vita ai due lupi condannati a morte da Maurizio Fugatti, a seguito di alcune predazioni avvenute a malga Boldera nella Lessinia trentina. L’udienza collegiale è stata fissata al 9 novembre prossimo.
Considerando che il TAR di Trento si esprimerà dopo l’udienza pubblica del 25 gennaio, i lupi possono essere quindi considerati salvi, perché in occasione delle due udienze sarà cessata la materia del contendere, visto che in quelle date gli animali allevati saranno già stati ricondotti nelle stalle a valle e quindi sarà azzerato il rischio di predazioni dato che malga Boldera sarà vuota.
Possiamo finalmente mettere la parola fine a questo assurdo duello giudiziario innescato dall’insano desiderio di Fugatti di esibire come trofei elettorali i corpi di due lupi ora basta soffiare sul fuoco dell’intolleranza e, se si intendono realmente tutelare gli allevatori, si cominci a lavorare con serietà a promuovere la convivenza e a sostenere l’adozione di efficaci sistemi di prevenzione delle predazioni, che in molti casi, come quello della malga Boldera, non sono adeguati, come dimostrato dalla stessa documentazione prodotta dalla Provincia
Con il suo Decreto, il Presidente della Terza Sezione del Consiglio di Stato ha infatti chiarito che il provvedimento che disponeva l’uccisione dei lupi “non appare sorretto da adeguata motivazione in ordine all’impossibilità oggettiva di ricorrere a misure differenti a tutela degli animali e dei beni presuntivamente aggrediti dai lupi dei quali si dispone l’abbattimento né risultano citate adeguate misure adottate allo scopo di proteggere in modo concreto animali e beni minacciati dai lupi”
Inoltre, il Consiglio di Stato ha precisato che la scelta di abbattere due lupi a caso “non appare in linea […] con il principio di proporzionalità che deve ispirare l’azione amministrativa”.
Per questa ragione, conclude il Giudice di Palazzo Spada, “nel bilanciamento tra contrapposti interessi, è da ritenersi prevalente la tutela di un bene giuridico protetto in via rafforzata non solo dall’ordinamento interno, ma anche dal diritto sovranazionale per non pregiudicare il diritto all’effettività della tutela”. La tutela dei lupi deve quindi sempre prevalere rispetto la tutela degli interessi economici degli allevatori che, come affermato nel precedente Decreto, è un interesse che “può ritenersi recessivo alla luce della risarcibilità delle posizioni coinvolte e della possibilità, da parte dell’Amministrazione, di incentivare l’adozione di eventuali misure organizzative idonee ad evitare danni”.
Per evitare il continuo ricorso ai Giudici amministrativi, c’è ora tutto il tempo perché si lavori seriamente all’adozione di ogni migliore sistema di prevenzione delle predazioni che possa favorire la convivenza tra i lupi e le attività umane, prima dell’avvio della prossima stagione di monticazione, che vedrà nuovamente la presenza di animali allevati a malga Boldera.