Garazie al ricorso presentato da LAV al TAR Piemonte.
Il 28 marzo la Provincia di Asti ha approvato
il “Piano straordinario e speditivo di contenimento delle popolazioni stabili
di capriolo in provincia di Asti”. Una definizione asettica dietro la quale si
nasconde in realtà lo sterminio di 1.240 caprioli, il 30% della popolazione
stimata su tutto il territorio provinciale.
La Provincia di Asti ha lanciato una vera e propria operazione di guerra contro i caprioli – accusati di causare danni all’agricoltura e incidenti stradali; tuttavia, il piano della Provincia non riporta alcuna prova degli incidenti e i danni a loro imputati sono meno che risibili
Il piano provinciale è infatti infarcito di numerose e gravissime violazioni della norma nazionale sulla tutela degli animali selvatici:
Si tratta di elementi che l’ufficio legale LAV ha inserito in una diffida è inviata oggi all’indirizzo del Presidente della Provincia di Asti Maurizio Rasero, intimandogli l’immediata cessazione delle attività di uccisione dei caprioli.
Se anche un solo capriolo dovesse essere ucciso, segnaleremo alla Corte dei Conti tutti coloro che hanno votato a favore del piano di controllo.
I gravi profili d’illegittimità contenuti nel piano potrebbero infatti configurare un danno erariale, analogamente a quanto accaduto nel 2018 al Presidente della Provincia Autonoma di Bolzano che, assieme a un suo funzionario e a seguito della denuncia LAV, si è trovato costretto a sborsare quasi un milione di euro per il danno causato alla collettività avendo consentito l’uccisione di animali selvatici in violazione delle norme nazionali di tutela, proprio come potrebbe accadere con i caprioli in Provincia di Asti.
Se si considera che gli animali uccisi saranno poi destinati ai cacciatori, questo piano sembra predisposto più per riempire i loro freezer che per contenere danni e incidenti praticamente inesistenti sul territorio della provincia ora attendiamo le decisioni della Provincia, auspichiamo che prevalga il buon senso e che le operazioni di uccisione vengano definitivamente cancellate in favore di azioni non cruente e non letali che possano favorire la convivenza tra i caprioli e le attività umane che si svolgono sui loro territori.