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Asti: sospensione definitiva del piano di uccisione di 1240 caprioli

Garazie al ricorso presentato da LAV al TAR Piemonte.

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Ultimo aggiornamento

giovedì 06 giugno 2024

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Il 28 marzo la Provincia di Asti ha approvato il “Piano straordinario e speditivo di contenimento delle popolazioni stabili di capriolo in provincia di Asti”. Una definizione asettica dietro la quale si nasconde in realtà lo sterminio di 1.240 caprioli, il 30% della popolazione stimata su tutto il territorio provinciale. 

La Provincia di Asti ha lanciato una vera e propria operazione di guerra contro i caprioli – accusati di causare danni all’agricoltura e incidenti stradali; tuttavia, il piano della Provincia non riporta alcuna prova degli incidenti e i danni a loro imputati sono meno che risibili Massimo Vitturi, responsabile Animali Selvatici

Il piano provinciale è infatti infarcito di numerose e gravissime violazioni della norma nazionale sulla tutela degli animali selvatici:  

  • è privo del parere obbligatorio di ISPRA 
  • non riporta alcun dato di riferimento agli incidenti stradali che sarebbero causati dai caprioli 
  • solamente otto delle quarantuno aree censite nel 2023 hanno riportato danni all’agricoltura imputati ai caprioli 
  • il censimento della popolazione di caprioli presenti in provincia è gravemente approssimativo perché riferito solo al 14% della superficie provinciale 
  • non viene riportata alcuna verifica dei metodi ecologici che la legge impone di utilizzare prima di poter redigere un piano di uccisioni 

Si tratta di elementi che l’ufficio legale LAV ha inserito in una diffida  è inviata oggi all’indirizzo del Presidente della Provincia di Asti Maurizio Rasero, intimandogli l’immediata cessazione delle attività di uccisione dei caprioli. 

Se anche un solo capriolo dovesse essere ucciso, segnaleremo alla Corte dei Conti tutti coloro che hanno votato a favore del piano di controllo.

I gravi profili d’illegittimità contenuti nel piano potrebbero infatti configurare  un danno erariale, analogamente a quanto accaduto nel 2018 al Presidente della Provincia Autonoma di Bolzano che, assieme a un suo funzionario e a seguito della denuncia LAV, si è trovato costretto a sborsare quasi un milione di euro per il danno causato alla collettività avendo consentito l’uccisione di animali selvatici in violazione delle norme nazionali di tutela, proprio come potrebbe accadere con i caprioli in Provincia di Asti. 

Se si considera che gli animali uccisi saranno poi destinati ai cacciatori, questo piano sembra predisposto più per riempire i loro freezer che per contenere danni e incidenti praticamente inesistenti sul territorio della provincia ora attendiamo le decisioni della Provincia, auspichiamo che prevalga il buon senso e che le operazioni di uccisione vengano definitivamente cancellate in favore di azioni non cruente e non letali che possano favorire la convivenza tra i caprioli e le attività umane che si svolgono sui loro territori.