Home | ... | | Animali esotici: 2° decreto attuativo contro importazione e detenzione

Animali esotici: 2° decreto attuativo contro importazione e detenzione

Il Ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin emani “lista negativa” per tutelare salute e incolumità pubblica, biodiversità, benessere animale.

Leggi l'articolo

Ultimo aggiornamento

mercoledì 27 marzo 2024

Topic


Condividi

Basta indugi! Appello di LAV al Ministro dell'Ambiente Pichetto Fratin

Entro il 27 marzo 2023 il Ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin avrebbe dovuto emanare, insieme ai Ministri dell’Agricoltura, della Salute e dell’Interno, il Decreto Ministeriale per stabilire la cosiddetta “lista negativa”, l’elenco delle specie non detenibili, sia allevate che provenienti dall’ambiente naturale, in quanto considerate pericolose per la salute e l’incolumità pubblica.

A distanza di un anno, però, nulla di tutto ciò è stato ancora fatto.

Ne parliamo con Eleonora Panella, responsabile LAV dell’area Animali Esotici.

A che punto siamo in Italia con il commercio e il traffico di animali esotici?

Innanzitutto, specifico che per noi di LAV non esiste distinzione fra commercio e traffico di animali, perché si tratta sempre di maltrattamento di individui, che vengono detenuti e allevati e privati della loro libertà e caratteristiche specifiche, sia in cattività che prelevati dal loro ambiente naturale. Rispetto al commercio, quando si tratta di traffico di animali, subentra però chiaramente anche tutta la questione dell’illegalità e dell’infrazione delle normative vigenti nel compimento di questa attività.

Nell’Unione europea, il commercio di animali esotici è tuttora fiorente, rappresentando una delle principali destinazioni del commercio e traffico di specie esotiche.

In Italia ci sono classi di animali, come rettili e anfibi, che vengono commercializzati in maniera più estensiva, come anche dimostrato dalle numerose fiere di vendita organizzate con cadenza mensile. In base ai dati riportati dal Ministero della Salute, si parla di circa 3 milioni di animali importati in Italia, che diventano almeno 5 milioni quando si aggiungono tutti quelli non censiti, per non parlare il traffico, quindi l’enorme fetta di attività illegale che fiorisce soprattutto online. Le specie maggiormente vendute in Italia sono il pitone reale, il pappagallo grigio africano, l’ara gialla blu, il riccio africano e il suricato, alcune di queste sono per di più regolamentate e protette dalla convenzione internazionale CITES, dedicata alla regolamentazione del commercio internazionale delle specie in via di estinzione, altre non sono considerate abbastanza “importanti” e quindi non protette, dimenticando l’enorme stress, sofferenza che ogni animale prova e soffre.

Esiste qualcosa che regolamenti il commercio di animali esotici?

Sì, esiste oggi una regolamentazione sia a livello europeo che nazionale. In Italia, la regolamentazione è stata resa più stringente grazie al Decreto Legislativo n. 135 del 2022, che introduce diverse misure volte a controllare in maniera più stringente l’introduzione, il commercio e la detenzione di animali selvatici ed esotici in Italia, detenuti come animali da compagnia.

Nel contesto del Decreto si inserisce la cosiddetta “lista positiva”, emanata ad ottobre del 2022 ai sensi dell’articolo 5, comma 1 del D. Lgs. sopraccitato, che ha regolamentato le specie che possono essere introdotte dall’ambiente selvatico e commercializzate. Si tratta di una lista molto stringente, che comprende in tutto 6 specie, ovvero 5 pesci e un mollusco gasteropode. La Lista positiva è stata un traguardo molto importante, esito anche della nostra campagna LAV #aCasaLoro, volta a salvare milioni di animali ogni anno, tutelare la salute pubblica e prevenire epidemie e pandemie.

L’attuazione completa del Decreto Legislativo n. 135 manca però ancora di un importante atto. Prevista entro il 27 marzo 2023, non è ancora stata emanata la nuova “lista negativa”, riguardante il divieto di detenzione e riproduzione per gli animali delle specie che, anche se nati in cattività, sono da considerare pericolose dai punti di vista sanitario, biologico e dell’incolumità pubblica. Questa “lista negativa” andrà ad ampliare e modificare quanto già stabilito e vietato dal Decreto del 19 aprile 1996, che fornisce un elenco di animali considerati pericolosi per incolumità pubblica e salute.

Qual è l'importanza della nuova “lista negativa”?

Questa lista non solo avrebbe rappresentato un atto necessario per evitare che animali quali pitoni, ragni velenosi, varani e primati non venissero più considerati come oggetti da riproduzione, collezione, commercio e tenuti prigionieri nelle case degli italiani; ma avrebbe anche evitato potenziali epidemie dovute alla vicinanza e al maltrattamento di questi animali nel nostro Paese. Un provvedimento, quindi, utile a prevenire la diffusione di zoonosi e a proteggere la biodiversità, come stabilito dall’articolo 9 della nostra Costituzione ed inserito nel 2022.

Inoltre, questo ricadrebbe anche sulla detenzione e la riproduzione degli animali nei circhi.

In che modo la “lista negativa” impatterà sugli animali nei circhi?

Con l’entrata in vigore della “lista negativa” i circensi non potranno più far riprodurre né acquisire le specie che rientreranno nel suddetto elenco. Questa è una differenza sostanziale rispetto alla lista emanata nel 1996, dove i circhi invece avevano ottenuto una deroga. Con il nuovo provvedimento, di conseguenza, ci sarebbe un naturale decremento degli animali detenuti nei circhi, in attesa della Legge Delega 106 del 2022 - speriamo di prossima attuazione - che vieterà lo sfruttamento degli animali nei circhi e negli spettacoli viaggianti.

Che appello lancia la LAV?

LAV sta mantenendo continui contatti con le istituzioni competenti, confrontandosi anche con gli stakeholder europei sugli sviluppi comunitari in materia, e sta monitorando l’attuazione della normativa vigente a livello nazionale in tutti i suoi ambiti.

Nello specifico della “lista negativa”, abbiamo inviato una lettera al Ministro dell’Ambiente e sicurezza energetica Pichetto Fratin per sottolineare la necessità e l’urgenza di emanare il Decreto Ministeriale, previsto già per lo scorso anno, senza ulteriori indugi.