Animali esotici: 2° decreto attuativo contro importazione e detenzione
Dai leoncini ai pitoni, dai ragni velenosi ai varani, la “lista negativa” è un provvedimento fondamentale e necessario per smettere di considerare gli animali esotici come oggetti da riproduzione e collezione e per concorrere invece alla loro tutela e alla tutela dell’incolumità e della salute pubblica. L’auspicio è che venga emanata senza ritardi, come previsto dalla Legge 135, entrata in vigore il 27 settembre 2022.
In base alle recenti stime* pubblicate per il 2021, infatti, sono circa cinque milioni gli animali non domestici che vengono acquistati ogni anno in Italia e che, chiusi in teche, gabbie, acquari e terrari, sono condannati all’ergastolo.
Un primo traguardo è stato già ottenuto con l’emanazione della “lista positiva”, un elenco di specie che è ora vietato commerciare e detenere, e senza la quale sarebbero stati catturati in natura nei Paesi d’origine quasi un milione e duecentomila animali.
Ma ora chiediamo di più, per tutelare anche quegli animali fatti nascere e allevati in cattività.
Oggi, 27 marzo 2023, è la data indicativa prevista per la firma del secondo Decreto attuativo da parte del Ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin, che dovrà finalmente stabilire la cosiddetta “lista negativa”, quei criteri da applicare nell'individuazione delle specie che non si possono detenere, sia allevate che provenienti dall’ambiente naturale, in quanto considerate pericolose per la salute ed incolumità pubblica. Molte specie di primati e uccelli, infatti, possono manifestare un comportamento aggressivo al raggiungimento della maturità sessuale o nel tentativo di ottenere una posizione all'interno di una gerarchia sociale percepita. I morsi e le punture di questi animali, ma anche quelli di serpenti e di animali acquatici, sono estremamente pericolosi.
Questo provvedimento rappresenta una grande opportunità per attuare realmente l’articolo 9 della Costituzione a tutela della biodiversità del nostro Paese, come dimostrano i casi di nutrie, parrocchetti, tartarughe azzannatrici e scoiattoli grigi solo per fare alcuni esempi.
La possibile fuga di animali selvatici ed esotici, oltre a mettere a repentaglio l’incolumità di persone e animali, può rappresentare un serio rischio per la biodiversità. Il caso dei parrocchetti dal collare, estremamente diffusi a Roma, è ormai evidente a tutti. È importante che questa specie, ad esempio, catalogata fra le 100 più invasive presenti in Europa, venga inserita in lista.
Il Decreto sarà anche l’occasione per rendere concrete le azioni di prevenzione della diffusione di zoonosi - anche gravi - con conseguenti epidemie e pandemie dovute alla vicinanza e al maltrattamento degli animali esotici.
La “lista negativa” dovrebbe contenere, a nostro avviso, anche l’iguana verde, pitoni, cani procione, nonché pappagalli, passeriformi e anseriformi, uccelli a rischio, come testimonia l’ennesima ondata di influenza aviaria in corso anche in Italia in queste settimane.
È importante il divieto di detenzione si estenda anche agli “ibridi tra esemplari delle specie e di altre specie selvatiche o forme domestiche e le loro successive generazioni”.
Gli appelli degli Istituti scientifici nazionali, europei, internazionali, sono numerosi. Le cronache giornalistiche degli ultimi anni sono ricche di denunce su questo tema. Risale a solo qualche settimana fa il caso di un pitone detenuto in una casa di un privato in provincia di Pisa che è finito alle urgenze veterinarie per avere mangiato un’intera vaschetta di plastica con del pollo. Un altro animale, scappato dalla sua teca, colpevole solo di aver voluto seguire la propria natura predatoria.
*Nonostante sia difficile ottenere dati ufficiali sul numero di animali esotici importati, commercializzati e detenuti in Italia a causa della mancanza di statistiche accessibili specifiche, incrociando parametri del recente studio di Sapience con i dati di Euromonitor vi è una media di circa 4 milioni di specie legalmente importate annuali a fronte di un totale di circa 45 mil esemplari detenuti nelle case italiane nel 2021.