La caccia non limita il numero di cinghiali

Le evidenze dimostrano la totale inefficacia del metodo venatorio, capace ogni anno di causare una strage di animali senza risolvere i problemi sollevati dagli agricoltori, ancor di più tenendo conto che dal 2005 i cinghiali già possono essere cacciati tutto l’anno in modalità caccia di selezione. ISPRA è molto chiaro, i danni all’agricoltura attribuiti ai cinghiali sono in continua crescita, nonostante il continuo aumento del numero di animali uccisi.

LA MATRONA

Il cinghiale è organizzato in una società matriarcale, ogni famiglia è comandata da una femmina, la “matrona” o matriarca, madre di tutti i componenti (tranne i maschi maturi, che vengono allontanati dal gruppo).

Il professor Andrea Mazzatenta, docente della Facoltà di medicina veterinaria all’Università di Teramo ed esperto di feromoni sostiene che la Matrona emette un feromone (Sostanza chimica prodotta ed escreta da un animale, che determina, in un altro animale della stessa specie che viene a contatto con essa, una specifica modificazione fisiologica e/o di comportamento) che blocca l’estro delle altre femmine.

La Matrona rimane così l’unica a riprodursi, ma anche quella più a rischio per la caccia, perché negli spostamenti mette al sicuro i piccoli e tutti i componenti del gruppo e finisce per esporsi di più ai colpi dei cacciatori.

Se la Matrona viene uccisa il blocco scompare e tutte le altre femmine vanno in estro.

Così, se prima la Matrona aveva 5-6 cuccioli, poi le sorelle finiscono per formare gruppi di 50 esemplari.

Mazzatenta afferma che le sorelle, orfane della Matrona, restano insieme e finiscono per spostarsi in cerca di cibo.


Questa è la causa dell’aumento dei cinghiali che abbiamo registrato negli ultimi anni: l’attività venatoria non è una risposta. Lo stesso accade se si mira ai grossi maschi. «entrano in gioco quelli più giovani e fertili, così si amplia la base della popolazione. L’obiettivo deve essere piuttosto quello di avere pochi individui che vivono tanto: bisogna far invecchiare la popolazione dei cinghiali creando aree protette.Prof. Andrea Mazzatenta - Intervista a La Stampa

Ciò che è sicuro è il fatto che la caccia, come qualsiasi altra minaccia esterna alle popolazioni di animali selvatici, stimola la riproduzione per compensare le perdite, motivo per cui ISPRA sostiene la necessità di privilegiare le uccisioni di femmine e giovani.