Cinghiali, lupi, orsi. Scoiattoli grigi, nutrie, testuggini americane. Animali con cui vogliamo convivere e al tempo stesso mantenere le giuste distanze. Per il loro bene e per il nostro.
Quando
gli animali selvatici si avvicinano alle città o sembrano ostacolare le
attività umane nei loro habitat, le Istituzioni locali ricorrono spesso alla
violenza per eliminare il “problema”.
Per evitare tutto questo dobbiamo imparare a non favorire la loro presenza nelle vicinanze dei luoghi abitati e frequentati dall’uomo.
Facciamo pressione sulle Istituzioni locali perché mettano in campo azioni assolutamente non cruente per mantenere gli animali selvatici a una giusta distanza.
Sensibilizziamo i cittadini con campagne mirate all’informazione per favorire la convivenza pacifica con le altre specie.
Questi animali non dovevano essere sottratti al loro ambiente per essere poi sfruttati a fini economici. Le responsabilità sono quindi esclusivamente umane.
È ora che chi ha creato il problema (settore pellicceria, allevamento e commercio in genere) finanzi il ripristino degli habitat danneggiati e la ricerca di metodi incruenti per il controllo delle nascite degli animali.
Cinghiali, orsi e tantissimi altri animali per i quali gli insediamenti umani sono fonte inesauribile di cibo e di luoghi per riprodursi, sono sempre a rischio.
Comportati in modo da non attirare gli animali selvatici. Per proteggerli, dobbiamo mantenere le distanze.
Come? Evita di lasciare cibo a disposizione, sia in aree “selvatiche” che in ambito urbano.
Il cibo attrae fortemente gli animali, li spinge a superare la diffidenza e a mettersi in situazioni che favoriscono l’uccisione o la cattura.
Contribuisci alla diffusione della cultura della convivenza a distanza.
Il comportamento degli animali selvatici dipende dalle nostre azioni, dobbiamo adeguarci e rispettarli se desideriamo proteggerli e limitare il più possibile interazioni che possono comportare ricadute negative anche sulla nostra quotidianità.
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Da sempre sfruttiamo gli animali esotici, sottraendoli al loro ambiente naturale per utilizzarli nell’industria della pellicceria, nel mercato degli animali ‘familiari’, negli allevamenti, nel settore alimentare.
Accade che individui di queste specie, fuggiti o liberati perché ritenuti non più produttivi, si siano insediati nel nostro territorio, proliferando. Si tratta delle IAS – Invasive Aliene Species – le specie esotiche invasive.
Lo Scoiattolo di Pallas, la Nutria, il Cane procione, il Procione, lo Scoiattolo grigio, il Tamia siberiano, l’Oca egiziana, l’Ibis sacro, la Testuggine palustre americana, il Gambero rosso della Louisiana.
Sono solo alcune tra le specie che diversi vorrebbero sterminare, perché la loro presenza sul territorio comparta degli impatti sugli habitat o su altre specie animali.
Le responsabilità dell’invasività ricadono solo sull’uomo, ma ne fanno le spese milioni di animali cacciati e uccisi con qualsiasi strumento, dall’utilizzo delle camere a gas alle pistole ad aria compressa. Questo in base al Regolamento UE 1143/2014 che impone a ogni Stato europeo l’eradicazione di tutte le specie elencate nella lista degli animali considerati invasivi.
Per contribuire a risolvere il problema e allo stesso tempo per salvaguardare la vita degli animali, che non hanno colpe, collaboriamo con le Amministrazioni locali nello sviluppo e nella gestione di progetti di sterilizzazione e di contenimento numerico incruento delle popolazioni di animali (ad esempio le Nutrie) e dei danni.
Con il nostro Ufficio Legale e i volontari delle Sedi locali, ci opponiamo con tutta la nostra forza a chi ricorre all’uccisione degli animali per risolvere il problema.