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World Vegan Day: i cibi vegetali fanno la differenza per il futuro

Necessario implementare una giusta transizione alimentare e abbandonare la zootecnia.

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Ultimo aggiornamento

martedì 31 ottobre 2023

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Lasciare la sofferenza fuori dal piatto

La transizione alimentare è quel processo per cui l’attuale sistema alimentare, pesantemente basato sullo sfruttamento degli animali confinati negli allevamenti, viene modificato in modo che i diritti degli animali siano maggiormente rispettati, le produzioni di cibi vegetali aumentate e gli effetti negativi su clima e salute pubblica ridotti.

LAV, nel Menu del Cambiamento, ha indicato le quattro azioni fondamentali per supportare e accelerare la transizione alimentare:

  • Stop dei finanziamenti alla zootecnia intensiva
  • Riconversione delle produzioni da zootecniche a vegetali
  • Incentivi fiscali a favore di alimenti plant-based e alla diffusione dell’alimentazione vegetale (es: IVA agevolata)
  • Favorire la ricerca per lo sviluppo di cibi da agricoltura cellulare e fonti vegetali

A metà ottobre, alcuni ricercatori dello Stockholm Environment Institute hanno pubblicato uno studio intitolatoA just transition in animal agricolture is necessary for more effective and equitable One Health outcomes” che riassume le politiche necessarie da adottare a supporto di una giusta transizione dalla produzione zootecnica ad una vegana.

Gli esperti dello Stockholm Environment Institute hanno sottolineato i danni della carne, soprattutto di produzione industriale (già messi in luce dalla ricerca commissionata da LAV a Demetra “Il costo nascosto del consumo di carne in Italia”), evidenziando come la principale soluzione sia l'abbandono degli allevamenti industriali.

Esistono prove evidenti dell'urgente necessità di ridurre il consumo di prodotti animali […]. L'abbandono della produzione animale industriale dovrebbe essere una priorità” – Così si apre l’abstract dello studio, che prosegue enumerando i rischi relativi alla resistenza antimicrobica (anche chiamata pandemia silenziosa, ossia la resistenza dei sistemi immunitari all’effetto degli antibiotici, assunti in massicce quantità dai prodotti di origine animale), all’elevato impatto climatico-ambientale, all’emergere di sempre più zoonosi e ai danni al “benessere animale” o, per meglio definirli, alle condizioni di perenne sofferenza che gli animali sono costretti a sopportare dalla nascita fino alla loro prematura morte violenta.

I ricercatori svedesi sottolineano anche il fatto che molti governi sostengono attivamente l'agricoltura animale industriale attraverso sussidi e altre misure, un esempio lampante è l’Italia e la personale lotta del Ministro della Sovranità Alimentare Francesco Lollobrigida ai cibi vegetali e all’innovazione alimentare, e solo pochi, recentemente, hanno iniziato a mettere in atto policy per supportare la transizione.

Questi cambiamenti, necessari e attesi da tempo, devono essere pianificati in modo attento e inclusivo: un approccio di giusta transizione può infatti contribuire a garantire che i costi e i benefici siano distribuiti in modo equo e volti a proteggere le parti interessate più vulnerabili.

I governi del Nord del mondo, ribadiscono gli esperti, dovrebbero assumere un ruolo guida in questo settore, poiché sono questi Paesi ad avere i livelli più elevati di consumo di prodotti animali e le maggiori risorse disponibili per sostenere la transizione alimentare.

In particolare, la tassazione dei prodotti vegani, come ad esempio le bevande vegetali, e lo stop della sponsorizzazione di alimenti prettamente di derivazione animale, sono alcune delle leve fondamentali su cui agire.

In Italia, infatti, i cibi plant-based sono per lo più tassati con un’IVA al 22%, equiparando tali prodotti ai beni di lusso, mentre nelle scuole, seguendo un progetto europeo, viene incentivato il consumo di latte e prodotti caseari.

A questo proposito LAV si batte da tempo perché finalmente le alternative vegetali siano proposte ai cittadini come scelte preferibili e non opzioni stravaganti o alla portata solo delle persone più benestanti, attenzionando ai decisori politici la problematica, ad esempio con campagne come Sfida Green.

Inoltre, nello studio si sottolinea giustamente una differenza fondamentale tra la transizione alimentare e quella, ad esempio, energetica: gli animali allevati sono esseri senzienti e saranno direttamente interessati dalle politiche che i governi adotteranno per trasformare il settore delle produzioni animali.

Ancora una volta LAV esorta il Governo italiano a prendere coscienza della situazione e agire in modo coerente, supportando la transizione alimentare per il benessere dei propri cittadini e al fine di, finalmente, agire in modo congruente all’articolo 9 della Costituzione, secondo il quale “Gli animali sono esseri senzienti e la Repubblica ne promuove e garantisce la vita, la salute e un'esistenza compatibile con le proprie caratteristiche etologiche”.

Ciascuno di noi, da subito, può contribuire ad un mondo più giusto per tutti gli esseri che lo abitano, decidendo di lasciare la sofferenza fuori dal proprio piatto, proprio a partire da questo World Vegan Day 2023.