Avviato un ciclo di webinar per il contrasto dei reati a danno di animali, organizzati dall’Arma dei Carabinieri in collaborazione con la LAV, in applicazione del Protocollo d’intesa siglato insieme e che ha già portato alla pubblicazione del Manuale Giuridico “Norme di diritto penale e amministrativo a tutela degli animali”.
Il primo webinar, dedicato alla “Tutela della fauna selvatica, reati venatori e contrasto al bracconaggio”, è stato moderato dall’Avv. Carla Campanaro, responsabile dell’Ufficio legale LAV e introdotto da Gianluca Felicetti, presidente LAV, che ne ha sottolineato l’importanza per l’affermazione della legalità e per l’eccellenza delle competenze espresse.
Il Generale Massimiliano Conti, Comandante Raggruppamento Carabinieri Cites, ha illustrato gli obiettivi del piano nazionale antibracconaggio e i rischi di una procedura d’infrazione per l’Italia. E’ stato elaborato un piano d’azione con oltre 30 azioni su 5 obiettivi e 10 di queste azioni sono di diretta competenza. Dal 2018 al 2020 questi i risultati raggiunti dal SOARDA, la sezione operativa antibracconaggio dei Carabinieri:
Il Gen. Conti ha evidenziato l’importanza dell’educazione al valore della biodiversità: l’educazione ambientale è alla base del rispetto della fauna e del rispetto delle norme, pensiamo all’importanza delle campagne di informazione svolte su specifici temi come i “bocconi avvelenati”. Inoltre, ha sottolineato come nessun fenomeno criminale possa essere affrontato con efficacia senza una adeguata prevenzione.
Il Dott. Rosario Fico, Direttore Centro di Referenza per la Medicina Forense Veterinaria IZS ha illustrato come le scienze Forensi possano essere di grande ausilio alle indagini sui reati contro gli animali: un accurato controllo forense delle carcasse degli animali può rivelarsi illuminante per accertare reati. Tra i casi di applicazione più noti, ha indicato la strage di orsi in Abruzzo; l’esame autoptico sull’orsa Daniza in Trentino che ha permesso di risalire alle cause di una sedazione maldestra e purtroppo letale; l’orso di Pettorano, per il quale in sole 4 ore è stato possibile indicare dove era stato ucciso e contribuire così ad accertare le responsabilità; il lupo ucciso e appeso alla pensilina e le stragi di Ibis in Toscana sono tra i casi di investigazione forense portati avanti con successo.
In 12 anni il Centro di Referenza Nazionale per la Medicina Forense Veterinaria dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e della Toscana ha effettuato:
Ed è stato incaricato in:
ed inoltre ha collaborato o prodotto:
Come l’anello del Re Salomone, le scienze forensi hanno il potere di parlare agli animali vivi e di dare voce agli animali vittime di reato. Tra le attività più utili da sviluppare, nei prossimi mesi sarà attiva una App per segnalare bocconi sospetti, sarà utile dunque per mappare le aree avvelenate e contrastate anche questa piaga. Dunque, una mappatura degli illeciti e l’esame del concorso di altri reati può essere molto utile alle indagini.
La Dott.ssa Elisa Calligaris della Procura della Repubblica di Udine ha parlato di reati venatori, aspetti sostanziali e procedurali, evidenziando che non tutto è consentito in materia venatoria e ricordando che la fauna selvatica è, per Legge, patrimonio indisponibile dello Stato. Dunque, anche in materia di caccia possono essere accertati reati di uccisione e di maltrattamento di animali attraverso una scrupolosa attività di polizia giudiziaria. Ha sottolineato l’importanza del “primo intervento”, supportato da un buon compendio di indagine e da materiale probatorio audiovisivo che può rivelarsi particolarmente illuminante.
Nicola Pierotti già Lgt ha parlato di bracconaggio di avifauna e tecniche investigative: milioni di avifauna sono purtroppo sottratti in natura (es. allodole) e il fenomeno è ancora molto sottostimato ma con un giro d’affari notevole: pensiamo, ad esempio, che un tordo può valere dai 300 ai 500 euro sul mercato nero. In Italia ci sono più di 500 specie protette e l’uso di richiami vivi in attività venatoria è una delle piaghe più diffuse come l’uso delle reti, eppure vietate in tutta l’Unione Europea.
Tra le attività più importanti e delicate, la reintroduzione in natura di avifauna e il ricorso all’incidente probatorio per cercare di facilitare la successiva liberazione degli animali.
Il Tenente Colonnello Claudio Marrucci, Comandante del Reparto Operativo del Raggruppamento Carabinieri CITES ha ricordato importanti operazioni di contrasto come Free Wilde Life, in Calabria, o le rotte che portano a Malta e che coinvolgono il nord Italia con femmine spedite al nord per la ristorazione (polenta e osei).
Tra le operazioni più vaste, ha ricordato:
Il riconoscimento del maltrattamento in ambito venatorio e di altri reati come il furto venatorio, la ricettazione e il danneggiamento è particolarmente importante per contrastare un modus operandi di illegalità, anche al fine di provare che dove c’è sofferenza di animali (foto e video posso essere prove molto utili) non ci può essere la particolare tenuità del fatto.
Giovanni Albarella, responsabile LIPU ha posto l’accento su una delle criticità al contrasto del bracconaggio ovvero il sistema sanzionatorio che prevede reati contravvenzionali e con oblazione: il 50-60% dei reati si chiude senza alcuna sanzione (per prescrizione o oblazione): il sistema sanzionatorio, dunque, non riesce ad essere efficace. Tante indagini ma poche responsabilità accertate. Va detto poi che la quasi totalità dei denunciati possiede regolare licenza di caccia. Per il contrasto dei reati venatori è importante fare tesoro delle esperienze positive (es. Ibis eremita in Toscana), valorizzare le esperienze di associazioni e volontari impegnati sul campo, insieme agli ausiliari di p.g.
Si ringraziano i relatori e i partecipanti.
Il prossimo webinar organizzato dalla LAV con l’Arma dei Carabinieri, previsto il 18 novembre p.v., approfondirà il tema del “Traffico di specie”.
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