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Voto Direttiva Emissioni: favorita la zootecnia a discapito di animali e ambiente

Ieri, in seduta Plenaria, gli Eurodeputati hanno votato la revisione della Direttiva sulle Emissioni Industriali (IED) e perso un’importante occasione di regolamentare gli allevamenti intensivi.

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Ultimo aggiornamento

mercoledì 12 luglio 2023

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Direttiva Emissioni Industriali: ecco come hanno votato gli eurodeputati italiani.

Nel corso della sessione di ieri del Parlamento Europeo in Seduta Plenaria è stata votata la Direttiva sulla Emissioni Industriali (IED).

Purtroppo, l’esito è stato per noi negativo, in quanto sono stati respinti alcuni emendamenti che prevedevano l’inserimento dell’industria zootecnica nelle misure di applicazione della Direttiva, e che avrebbero certamente aiutato nel miglioramento della normativa sul benessere animale. Ieri ne abbiamo dato notizia qui.

Di seguito la lista di voto dei Parlamentari europei italiani rispetto agli emendamenti chiave di nostro interesse, estrapolata dal resoconto ufficiale del Parlamento Europeo.

Parlamentari europei che hanno votato a favore degli emendamenti che prevedevano l’inserimento dell’industria zootecnica nella applicazione della Direttiva:

  • Isabella Adinolfi * - FI
  • Tiziana Beghin - M5S
  • Brando Benifei - PD
  • Mercedes Bresso - PD
  • Fabio Massimo Castaldo - M5S
  • Ignazio Corrao – Gruppo Verdi
  • Beatrice Covassi - PD
  • Rosa D'Amato - Gruppo Verdi
  • Maria Angela Danzì * - M5S
  • Laura Ferrara - M5S
  • Mario Furore - M5S
  • Camilla Laureti - PD
  • Alessandra Moretti - PD
  • Piernicola Pedicini - Gruppo Verdi
  • Sabrina Pignedoli - M5S
  • Franco Roberti - PD
  • Massimiliano Smeriglio - PD
  • Achille Variati - PD
  • Marco Zullo -Gruppo Renew Europe

* Eurodeputati che hanno votato in maniera non omogenea su tutti gli emendamenti, in alcuni casi anche opposta.

Parlamentari europei che hanno votato contro gli emendamenti che prevedevano l’inserimento dell’industria zootecnica nella Direttiva:

  • Matteo Adinolfi - Lega
  • Isabella Adinolfi - FI
  • Alessandra Basso - Lega
  • Sergio Berlato - FdI
  • Anna Bonfrisco - Lega
  • Paolo Borchia - Lega
  • Marco Campomenosi - Lega
  • Susanna Ceccardi - Lega
  • Caterina Chinnici - Forza Italia
  • Rosanna Conte - Lega
  • Gianantonio Da Re - Lega
  • Nicola Danti - Azione-IV
  • Paolo De Castro - PD
  • Salvatore De Meo - FI
  • Francesca Donato – Non Iscritti
  • Herbert Dorfmann - SVP
  • Giuseppe Ferrandino – Azione/IV
  • Carlo Fidanza - FdI
  • Pietro Fiocchi - FdI
  • Gianna Gancia - Lega
  • Matteo Gazzini - Lega
  • Chiara Gemma - FdI
  • Paola Ghidoni - Lega
  • Dino Giarrusso – Non Iscritti
  • Valentino Grant - Lega
  • Danilo Oscar Lancini - Lega
  • Elena Lizzi - Lega
  • Fulvio Martuscello - FI
  • Giuseppe Milazzo - FdI
  • Alessandra Mussolini - FI
  • Alessandro Panza - Lega
  • Francesca Peppucci - FI
  • Pina Picierno - PD
  • Giuliano Pisapia - PD
  • Nicola Procaccini - FdI
  • Antonio Maria Rinaldi - Lega
  • Daniela Rondinelli - PD
  • Maria Veronica Rossi - Lega
  • Massimiliano Salini - FI
  • Silvia Sardone - Lega
  • Raffaele Stancanelli - FdI
  • Annalisa Tardino - Lega
  • Isabella Tovaglieri - Lega
  • Lucia Vuolo - FI
  • Stefania Zambelli - Lega
  • Marco Zanni - Lega


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martedì 11 luglio 2023

Direttiva IED: Ancora una volta l’Europa favorisce la zootecnia

Nella seduta Plenaria del Parlamento europeo i Deputati hanno votato oggi la revisione della Direttiva sulle Emissioni Industriali (IED), perdendo un’importante occasione per regolamentare gli allevamenti industriali, il settore dell'agricoltura più inquinante e violento.

La zootecnica, oltre ad avere pesanti e distruttivi effetti sull’ambiente e a peggiorare la già grave crisi climatica in atto, implica sofferenze costanti per i miliardi di animali detenuti in condizioni brutali negli allevamenti.

Sono infatti le grandi aziende zootecniche che inquinano di più a porre grandi problemi alla sostenibilità, ambientale ed economica, del settore agricolo nell’UE, e potranno continuare ad operare inalterate, a causa di un voto irresponsabile da parte dei Deputati europei.

Il voto del Parlamento UE è infatti stato netto e distruttivo: gli emendamenti che avrebbero permesso l’inclusione di un maggior numero di allevamenti intesivi nella Direttiva, soprattutto quelli di bovini, e la presa in considerazione delle condizioni degli animali allevati tra le misure di applicazione della stessa Direttiva sono tutti stati rifiutati.

Oggi, quei sistemi che, sfruttando e macellando miliardi di animali ogni anno, causano severi danni climatici e sanitari, potranno continuare a farlo, grazie a una votazione cieca che ha favorito la zootecnia a discapito di etica e sostenibilità.

Questi gli emendamenti e i relativi voti che avrebbero permesso grandi passi in avanti per gli animali allevanti e nella lotta al cambiamento climatico.

  • AM 236: per stabilire una soglia più bassa per le Unità di Bestiame Allevato (come da definizione della Direttiva), a 200 per maiali e pollame, 300 per bovini e 250 per allevamenti misti. E che avrebbe quindi permesso l’inclusione di un maggior numero di industrie zootecniche.

DECADUTO

  • AM 261: fa riferimento alla necessità di ridurre gli animali da allevamento in generale e in accordo con il Global Methane Pledge, che avrebbe consentito, grazie ad una numerosità inferiore, una miglioria nelle condizioni di detenzione degli animali.

RIFIUTATO

  • AM 268: richiede che per l’applicazione dello IED alle industrie alimentari venga sempre tenuto conto come metro di giudizio non solo le emissioni ma anche il benessere animale.

RIFIUTATO

  • AM 251, 252, 253, 254, 255, 256: tutti emendamenti volti ad escludere gli allevamenti di bovini dalla Direttiva e mirati ad una soglia di UBA molto più alta di quella originariamente proposta, che dunque porta all’esclusione di molte delle industrie zootecniche

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martedì 11 luglio 2023

Voto Direttiva Emissioni: necessario includere tutti gli allevamenti e migliorare condizioni animali.

All’alba del voto al Parlamento europeo sulla Direttiva sulle Emissioni Industriali, che si terrà oggi 11 martedì luglio 2023, i Deputati votino per il bene degli animali e dell’ambiente.

In vista del voto odierno del Parlamento europeo, circa la revisione della Direttiva sulle Emissioni Industriali (IED), ribadiamo la forte la necessità da parte dei Parlamentari europei di prendere una posizione ambiziosa sul tema dell’inquinamento derivante dalle emissioni del comparto zootecnico e sulla condizione di vita degli animali detenuti negli allevamenti, soprattutto in seguito alla deludente votazione espressa in Commissione ENVI lo scorso maggio.

La Direttiva attualmente in vigore riguarda solo gli allevamenti di suini e pollame, a partire da 40.000 capi di pollame, 2.000 di suini e 750 di scrofe, i quali necessitano di un'autorizzazione ad operare. Dunque, solo gli allevamenti industriali più grandi, che rappresentano appena il 18% delle emissioni di ammoniaca e il 3% delle emissioni di metano nell'Unione Europea rientrano nel campo di applicazione dell’attuale direttiva (Eurogroup For Animals).

Inoltre, l’attuale gestione delle emissioni zootecniche ostacola il raggiungimento degli obiettivi dell'UE nell'ambito del European Green Deal e del Global Methane Pledge, come confermato dalle previsioni di riduzione delle emissioni di gas serra (non-CO2) di solo 3,7% entro il 2030.

Risulta, dunque, prioritario includere tutte le tipologie di allevamento della Direttiva e stabilire soglie ambiziose, dal momento che la Direttiva stabilisce standard per l'emissione di sostanze inquinanti, quali metano, ammoniaca e idrogeno solforato, che hanno un impatto sulla possibilità dell'Unione Europea di raggiungere le proprie ambizioni climatiche e producono effetti dannosi sulla salute e sul benessere degli animali, oltre che sulla salute umana, come LAV ha già più volte riportato, in aggiunta alle sofferenze che ogni giorno milioni di animali sono costretti a sopportare.

Se il Parlamento europeo voterà a favore della proposta della Commissione, si potranno compiere passi straordinari per ridurre le emissioni, proprio a partire da quelle troppo spesso dimenticate dell'agricoltura.

Se invece voterà contro, questi sistemi continueranno a causare gravi danni alla natura e al clima, come stanno già facendo a un ritmo allarmante.

In particolare, è fondamentale che venga accolta la soglia di 200 UBA (“unità di bestiame adulto” come definito nel testo della Direttiva) per gli allevamenti di suini, 300 UBA, per quelli di bovini e di 250 UBA per gli allevamenti misti.

Allo stesso modo, la Direttiva deve prevedere l’inclusione di misure vincolanti per migliorare le condizioni di vita degli animali allevati.

Le critiche mosse alla proposta di aggiornamento della Direttiva, indicata come potenzialmente distruttiva per il settore agricolo europeo, devono necessariamente confrontarsi con i danni ambientali, sanitari ed economici già provocati dalla zootecnica, attualmente quasi completamente esentati dalle proprie responsabilità.

Preme inoltre sottolineare che sono proprio le grandi aziende zootecniche che inquinano di più a porre grandi problemi alla sostenibilità, ambientale ed economica, del settore agricolo nell’UE, e non è più possibile scaricare tutti i costi sulla collettività.

LAV esorta dunque i Deputati al Parlamento europeo a votare in favore degli emendamenti necessari a costruire un’Europa più sostenibile e meno violenta nei confronti degli animali.

 

 


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giovedì 25 maggio 2023

Deludente la votazione in commissione ENVI del Parlamento europeo sulla Direttiva Emissioni

Si è espressa ieri, 24 maggio, la Commissione ENVI, votando l’aggiornamento dell’Industrial Emissions Directive europea e confermando una posizione debole nella gestione delle emissioni: il dibat... LEGGI I DETTAGLI

Si è espressa ieri, 24 maggio, la Commissione ENVI, votando l’aggiornamento dell’Industrial Emissions Directive europea e confermando una posizione debole nella gestione delle emissioni: il dibattito che ha preceduto il voto aveva infatti messo sotto i riflettori l'intensificazione dell'allevamento in Europa.

A riguardo LAV si era già espressa, sottolineando l’importanza di confermare una soglia di animali (UBA “unità di bestiame adulto”, come da definizione della Direttiva) ambiziosa, includere anche gli allevamenti di bovini nella Direttiva e respingere la deroga proposta al Capitolo 4, per cui la zootecnica avrebbe potuto beneficiare di un “regime alleggerito”.

Difatti, la proposta originaria della Commissione suggeriva di includere un maggior numero di allevamenti industriali, fissando una soglia di 150 animali (“UBA”). 150 UBA corrispondono, ad esempio, a una grande azienda agricola con 500 suini, o 150 vacche da latte, o 10.700 galline ovaiole o 21.400 polli da carne.

Una soglia di 150 animali avrebbe permesso di includere nella Direttiva i più grandi allevamenti commerciali aumentando la conseguente copertura del 60% delle emissioni di ammoniaca provenienti da bovini, suini e pollame e del 43% delle emissioni di metano.

Il risultato della votazione, dunque, non può che essere definito “parziale”: la Commissione ENVI ha incluso gli allevamenti di bovini dalla direttiva, segnale positivo nella giusta direzione, aumentando tuttavia la soglia a 200 UBA per gli allevamenti di suini e avicoli, 300 UBA per quelli di bovini e 250 per quelli misti. Sono stati supportati gli emendamenti relativi all’efficienza delle risorse e alla migliore definizione delle responsabilità delle autorità competenti, ma è invece stata respinta la richiesta di rifiutare la deroga per le industrie zootecniche al sistema di permessi, più articolato per tutte le altre tipologie di industrie.

L’aumento della soglia rende la Direttiva non efficace quanto avrebbe potuto essere nel controllare le emissioni dell’allevamento, benché l'inclusione dei bovini sia comunque un risultato positivo.

Inoltre, aver accordato agli allevamenti la deroga permetterà al comparto zootecnico europeo di beneficiare di un’applicazione più lassa della Direttiva, risultato inaccettabile se si considera che gli allevamenti intensivi sono responsabili dei due terzi dell'inquinamento dovuto alle emissioni di ammoniaca.

Dal momento che la Industrial Emissions Directive controlla le emissioni dei più grandi impianti industriali dell'UE e che il settore agricolo europeo è responsabile della metà delle emissioni di metano, un potente gas serra, il risultato dalla votazione pone l'Unione europea in una posizione da cui non sarà in grado di ridurre le proprie emissioni adeguatamente.

Gli effetti della crisi climatica e la necessità di intervenire sulle emissioni della zootecnica sono sempre più evidenti, alluvioni ed eventi climatici estremi saranno via via più frequenti e quanto è accaduto in Emilia-Romagna ne è l’esempio. Attendiamo ora il voto in seduta plenaria previsto per il mese di luglio e confidiamo che il Parlamento possa esprimersi in favore di quegli emendamenti necessari a costruire un’UE che sia davvero più sostenibile.


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mercoledì 24 maggio 2023

Voto IED: Eurodeputati sostengano l'inclusione di tutti gli allevamenti

È quanto mai urgente riconoscere anche a livello normativo quanto ormai inequivocabilmente mostrato dalla scienza: la zootecnia è uno dei principali settori produ... LEGGI I DETTAGLI

È quanto mai urgente riconoscere anche a livello normativo quanto ormai inequivocabilmente mostrato dalla scienza: la zootecnia è uno dei principali settori produttivi che contribuiscono al surriscaldamento globale con grandi impatti sulle emissioni di gas climalteranti (FAO).

In vista del prossimo voto della Commissione ENVI circa la revisione della Direttiva 2010/75/UE sulle emissioni industriali, è quindi estremamente necessario sia presa una posizione ambiziosa sul tema dell’inquinamento derivante dalle emissioni del comparto zootecnico, correndo ai ripari rispetto a quanto deciso in precedenza nella Commissione AGRI, che ha di fatto annacquato questo provvedimento.

LAV chiede agli Eurodeputati di sostenere la conferma di una soglia minima di UBA (“unità di bestiame adulto”, come definito nella direttiva) per gli allevamenti di suini, di avicoli, di bovini e misti, e la conferma dell’inclusione degli allevamenti di bovini nella Direttiva.

La Direttiva attualmente in vigore riguarda solo gli allevamenti di suini e pollame, a partire da 40.000 capi di pollame, 2.000 di suini e 750 di scrofe (punto 6.6 dell'Allegato I), i quali necessitano di un'autorizzazione ad operare. Dunque, solo gli allevamenti industriali più grandi, che rappresentano appena il 18% delle emissioni di ammoniaca e il 3% delle emissioni di metano nell'Unione Europea rientrano nel campo di applicazione dell’attuale direttiva.

Nella sua forma attuale, la Direttiva non ha un impatto significativo nel prevenire o ridurre l'inquinamento derivante dal comparto zootecnico. Il settore agricolo dell'Unione Europea è responsabile del 53% delle emissioni di metano, dell'80% dell'acidificazione del suolo e 67% delle emissioni di ammoniaca, causate principalmente dall'allevamento di animali a scopi alimentari, non contemplato nell'attuale normativa.

L’attuale gestione delle emissioni zootecniche ostacola il raggiungimento degli obiettivi dell'UE nell'ambito del European Green Deal e della Global Methane Pledge, come confermato dalle previsioni di riduzione delle emissioni di gas serra (non-CO2) di solo il 3,7% entro il 2030. 

Risulta quindi prioritario includere tutte le tipologie di allevamento della Direttiva e stabilire soglie ambiziose, dal momento che la Direttiva stabilisce standard per l'emissione di sostanze inquinanti, quali metano, ammoniaca e idrogeno solforato, che hanno un impatto sulla possibilità dell'Unione Europea di raggiungere le proprie ambizioni climatiche e producono effetti dannosi sulla salute e sul benessere degli animali, oltre che sulla salute umana. 

Regolando le emissioni derivanti dall’allevamento, con la conferma di una soglia minima di inclusione che sia ambiziosa, la Direttiva può contribuire al raggiungimento degli obiettivi climatici e al miglioramento della qualità dell'aria e dell'acqua, con conseguenti e significativi benefici, in linea con l’European Green Deal. 

Le critiche mosse alla revisione della Direttiva, indicata come potenzialmente distruttiva per il settore agricolo europeo, devono necessariamente confrontarsi con i danni ambientali, sanitari ed economici provocati dalla zootecnica, attualmente quasi completamente esentati dalle proprie responsabilità. Preme inoltre sottolineare che sono proprio le grandi aziende zootecniche che inquinano di più a porre grandi problemi alla sostenibilità, ambientale ed economica, del settore agricolo nell’UE. Aziende che sono quindi allo stesso tempo responsabili e vittime del cambiamento climatico e dell’inquinamento, il cui ruolo in questa sfida va riconosciuto senza remore.

Inoltre, l’articolo 4 della direttiva introduce una deroga che permetterebbe agli Stati membri di optare per una semplice registrazione delle aziende zootecniche, entrando quindi in un regime per così dire “alleggerito” rispetto al robusto sistema di autorizzazione previsto dal Capitolo II.

Per la prossima votazione del 25 maggio chiediamo ai Membri del Parlamento europeo di:

  • Confermare una soglia minima ambiziosa di UBA per gli allevamenti di bovini, suini, avicoli e misti.
  • Confermare l’inclusione degli allevamenti di bovini nella Direttiva.
  • Respingere la deroga proposta al Capitolo 4, paragrafo 1, per gli impianti zootecnici, mantenendo l’attuale definizione della Direttiva attualmente in vigore, al punto 6.6 dell'Allegato I, degli "allevamenti intensivi di pollame e di suini”.

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