Il TAR Lombardia, con ordinanza sul ricorso n. 2553 del 2019, ha sospeso in via cautelare il piano di "controllo" numerico delle volpi in provincia di Lodi nelle parti che avevamo impugnato insieme a Enpa e Lac, denunciando le evidenti e palesi violazioni rispetto alla legge nazionale 157 del 1992 sulla tutela della fauna selvatica.
Nonostante le numerose sentenze della Corte Costituzionale, la quale ha ribadito più volte che soggetti privati - i quali molto spesso cacciatori - non possono essere coinvolti nelle operazioni di "controllo" faunistico, il mondo politico e i vertici della regione Lombardia continuano a violare palesemente la legge in favore del mondo venatorio. Una situazione inaccettabile: i rappresentanti locali hanno il dovere di rispettare la legge, non certo di eluderla trovando escamotage fallimentari. Il piano avrebbe consentito anche lo sterminio delle volpi di notte, da autoveicoli, con fonti luminose artificiali, operati anch'essi in violazione della legge nazionale.
A seguito della sospensiva, le volpi potranno purtroppo essere abbattute, ma solo da figure pubbliche: viene così a decadere l'interesse del mondo venatorio, ovvero il principale attore e primo interessato al compimento degli stermini.
È ora di ristabilire il rispetto della legge nazionale, troppo spesso calpestata perché d'intralcio alla lobby venatoria e ad alcuni soggetti politici, sempre alla ricerca di qualche facile consenso: #BASASPARARE!