Normalmente non commentiamo studi esteri già avvenuti, cercando di mettere in evidenza l’assurdità del modello animale nelle ricerche svolte nel nostro Paese, affinché tutti sappiano come e quanti fondi vengono sperperati quotidianamente per in ricerche assurde e chiaramente inutili.
Un articolo pubblicato oggi sul sito di Focus, però, riporta una sperimentazione talmente incredibile che merita un commento, soprattutto per rispondere alle numerose prese di posizione a favore della sperimentazione animale, venduta come un sistema di ricerca insostituibile e persino fatto in maniera “etica”.
L’industria del farmaco inventa ogni giorno malattie cercando di assuefare le persone a dipendere da un composto chimico che il più delle volte è inutile o dannoso. La novità americana è la SAD, seasonal affective disorder: una forma stagionale di disturbo dell'umore che colpisce per lo più in inverno ma che non scompare durante i mesi più caldi.
Nonostante i numerosi studi effettuati su vasti campioni di persone, i ricercatori della Vanderbilt University (Tennessee) per comprendere i meccanismi di questa risposta umorale ai cambiamenti stagionali, hanno condotto dei test su varie generazioni di topi, esponendoli a cicli di luce-buio differenti, per simulare l’alternarsi dell’estate con l’inverno, e misurare i livelli di serotonina, l’ormone della felicità.
La sperimentazione ha visto poi coinvolti questi esseri senzienti sottoposti a un test che li ha esposti al livello più alto di dolore: la prova del nuoto forzato. I topi sono stati messi in una piscina dove i “ricercatori” hanno misurato per quanto tempo gli animali nuotavano per raggiungere il bordo prima di abbandonarsi a un galleggiamento passivo che precede l’annegamento.
Davanti a questa totale aberrazione mentale vengono in mente mille domande, ma la più importante è: come si fa ad autorizzare una procedura così invasiva che non simula minimamente nessuna forma di depressione umana e per di più su un’altra specie in cui artificialmente vengono persino ricreate le stagioni con un semplice buio-luce?
Le risposte sono sempre le stesse, gli interessi economici per i venditori di malattie vanno oltre ogni morale, calpestando il valore della vita di tutti, una vergogna per chi si cela dietro la parola ricercatore e millanta il progresso della scienza.
Dobbiamo urlare BASTA! NO VIVISEZIONE!
Michela Kuan
Responsabile LAV Vivisezione