“Cagna vestita da Barbie dottoressa”, “deficiente”, “pirla”, “cerca solo della visibilità che poteva tranquillamente guadagnarsi con un calendario”: questi sono i commenti più benevoli che i difensori della vivisezione, o s.a. (sperimentazione animale) come amano definirla, hanno rivolto, e stanno rivolgendo a Michela Kuan, la nostra responsabile LAV vivisezione, biologa, all’indomani della provocatoria foto che la ritraeva davanti alla Bocca della Verità a Roma.
Per nulla consapevoli dell’intento ironico che tale foto aveva, hanno cominciato a bersagliare la dottoressa Kuan con illazioni sulla sua professionalità e preparazione scientifico-accademica, fino a subissarla di insulti anche molto pesanti sulla sua personale pagina Facebook, dove non hanno risparmiato nemmeno la sua famiglia.
Come avevamo detto in seguito all’attacco subito da Caterina Simonsen dopo il suo messaggio pro-vivisezione, purtroppo gli estremisti rissosi possono schierarsi sia contro la sperimentazione che a favore ma, come dicemmo allora, vanno isolati e condannati.
Proprio per isolare gli estremisti, avevamo riportato un commento di condanna degli attacchi alla ragazza padovana, a firma della dottoressa Susanna Penco, malata di sclerosi multipla e contraria alla sperimentazione animale. Condanna che era stata anche diffusa ai principali organi di informazione. Nonostante ciò nessuno ne aveva riportato neppure il titolo, salvo poi accusare l’associazione di non essersi schierata contro i violenti.
Chissà se i ricercatori pro-test vorranno ora condannare analogamente l’aggressione mediatica subita da Michela Kuan, e se il professor Garattini, che chiedeva a gran voce una presa di posizione dalla nostra associazione contro gli insulti alla ragazza malata, ora interverrà per difendere chi ha sempre cercato il dialogo senza scendere alle bassezze morali di chi condanna i ricercatori che usano animali bombardando il web con insulti e inni violenti.