Si è conclusa oggi presso il Tribunale di Livorno, l’ultima udienza del processo intentato per l’uccisione di una coppia di rarissimi Ibis Eremita.
“Una condanna auspicata e particolarmente importante sia per la gravità del reato commesso sia perché gli Ibis Eremita sono uccelli molto rari, di cui esistono solamente 300 esemplari in tutto il mondo e corrono il gravissimo rischio di estinzione. Questa sentenza dunque rappresenta un caso esemplare – commenta Massimo Vitturi responsabile dell’area animali selvatici della LAV – perché lo Stato ha così riaffermato la piena titolarità della protezione degli animali selvatici, e anche perché è stato finalmente chiarito che molto spesso non c’è alcuna differenza fra bracconieri e cacciatori, due categorie perfettamente sovrapponibili che hanno come unico interesse quello di sterminare quanti più animali possibile”.
Nel processo conclusosi oggi presso il Tribunale di Livorno la LAV si è fin da subito costituita parte civile allo scopo di tutelare il diritto di ogni uccello di poter volare senza correre il rischio di essere ucciso dai fucili da caccia.
Nel nostro Paese i cacciatori provocano ogni anno la morte di milioni di animali e quanto accaduto a Livorno dimostra che neppure le specie particolarmente protette a livello mondiale sono sicure. Questa sentenza fissa un chiaro limite all’arroganza di cacciatori e bracconieri che in quanto armati di fucili micidiali, si credono unici padroni del territorio e degli animali che lo popolano, causando anche decine di morti e feriti fra gli umani.