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In ricordo di Vita, cagnolina simbolo della storica vittoria su Green Hill

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Ultimo aggiornamento

mercoledì 06 marzo 2019

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Ricordiamo con affetto Vita e i tanti beagle di Green Hill. Ricordiamo la grandissima mobilitazione nata per salvare i cani di Green Hill, preceduta da manifestazioni e appelli molto partecipati.

Questo cane è diventato un cane simbolo della storica vittoria che poi abbiamo ottenuto su Green Hill, che ha successivamente portato al clamoroso sequestro dei 2.600 beagle dell’allevamento di Montichiari (Brescia) e alla condanna dei vertici di Green Hill, in tutti e 3 i gradi di giudizio, per maltrattamenti e uccisioni senza necessità: un anno e sei mesi a Renzo Graziosi, veterinario della struttura all’epoca dei fatti, e Ghislene Rondot cogestore di Green Hill e ad un anno l’allora direttore dell’allevamento Roberto Bravi. Erano accusati di maltrattamento e di uccisione di animali (articoli 544bis e 544ter del Codice penale).

Condanne storiche che hanno affermato un principio giuridico innovativo: non esistono zone franche neppure in un ambito produttivo come l’allevamento di cani per la sperimentazione, le necessità etologiche degli animali devono essere rispettate anche se destinati alla vivisezione.

Rispetto ai fatti del 28 aprile, attendiamo fiduciosi la pronuncia della Corte di Cassazione e stiamo sostenendo le spese legali di alcuni imputati.

Infine, ricordiamo che, per legge, dal 29 marzo 2014 è in vigore in Italia il  Decreto Legislativo n. 26/2014 sulla sperimentazione animale che ha introdotto importanti divieti come allevare cani, gatti e primati da laboratorio. Quindi le fabbriche di cuccioli come "Green Hill" non sono più legali nel nostro Paese.

 

Foto: Filippo Venezia