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Veneto: dichiarazione di guerra alle nutrie è conferma fallimento metodo venatorio

Ora basta, si proceda con metodi non cruenti rispettosi della vita degli animali.

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Ultimo aggiornamento

martedì 24 settembre 2024

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Uccidere gli animali selvatici è il metodo perfetto per non risolvere i problemi

Ha più di otto anni la Legge regionale del Veneto n.15 del 2016 “Misure di contenimento finalizzato alla eradicazione della nutria”. Tra i proponenti risulta la firma dell’allora consigliere regionale-cacciatore Sergio Berlato, immancabile quando si tratta di uccidere animali. I metodi consentiti per raggiungere l’obiettivo dell’eradicazione sono molteplici: armi comuni da sparo; trappolaggio con successiva uccisone dell’animale; metodi e strumenti scientifici; ogni altro sistema di controllo selettivo individuato dalla Regione Veneto. 

La Regione Veneto non ha sostanzialmente posto limiti concreti agli strumenti da utilizzare per uccidere gli sventurati animali, introdotti nel nostro Paese all’inizio del secolo scorso dall’industria della pellicceria. E tanto meno i limiti sono stati posti da ISPRA, tirata in ballo dal Presidente del Veneto, la quale non fa altro che applicare il regolamento europeo 1143/2014 che, ancora una volta, impone l’eradicazione della nutria. 

Considerato che la Legge per l’eradicazione delle nutrie è stata approvata nel 2016, quando Zaia era Presidente, a quel tempo come oggi, della Giunta regionale, il suo appello all’eradicazione delle nutrie suona quindi come una dichiarazione pubblica del fallimento della sua stessa politica sul tema.  

Uccidere gli animali selvatici, pur essendo l’ossessione di cacciatori e amministratori pubblici, è il metodo perfetto per non risolvere i problemi legati alla convivenza con le attività umane che si svolgono sui loro territori. Il caso delle nutrie in Veneto ne è la dimostrazione lampante, quali tragedie devono ancora accadere perché la politica prenda finalmente atto che ammazzare gli animali selvatici non solo non è la soluzione, ma addirittura aggrava i problemi loro imputati?

Il piano regionale tuttora vigente non prevede alcun limite al numero di nutrie che possono essere uccise tutti i giorni dell’anno, anche di sera e di notte. Tuttavia, oggi Zaia, dopo ben otto anni di massacri indiscriminati, si ritrova a fare il suo roboante annuncio dichiarando così pubblicamente il fallimento stesso della sua politica, anche un bambino delle elementari capirebbe che è necessario individuare soluzioni diverse. 

La stessa Legge regionale del 2016 prevede la possibilità di sviluppare azioni ecologiche messe a disposizione dalla comunità scientifica, cosa peraltro mai realizzata dalla Regione Veneto.  

Ora che Zaia ha finalmente preso atto che l’uccisione degli animali non ha dato alcun contributo utile alla riduzione numerica degli animali, dia finalmente impulso allo sviluppo della ricerca scientifica allo scopo di individuare metodi di controllo numerico delle nutrie incruenti, così come previsto dalla sua stessa Legge del 2016