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Vaccino Covid, che fare? Chiedere vera liberta' di scelta, come cittadini e malati

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Ultimo aggiornamento

lunedì 28 dicembre 2020

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Il 27 dicembre è stato dato ufficialmente il via alla vaccinazione contro il Covid-19 in Italia.

Ma come si ottiene, generalmente, un vaccino?

La ricerca ha inizio con la valutazione in vitro delle componenti dell’agente che andrà a costituire la parte attiva del vaccino, una volta definito questo aspetto ha inizio la fase preclinica in cui viene testata la risposta immunitaria e/o i meccanismi avversi su animali. Superato questo step, parte la sperimentazione clinica sull'uomo, che normalmente inizia dopo circa 5-7 anni, arrivando a un sistema che, nel complesso, impiega 10 anni per vedere la distribuzione su larga scala.

Nel caso dei vaccini per il Covid-19, viste le esigenze di urgenza dettate dalla pandemia, per la prima volta nella storia sono stati bypassati alcuni dei test sugli animali (che, lo ricordiamo, si sono in passato rivelati fallaci e fuorvianti) per passare rapidamente a quelli sull'uomo.

Da queste constatazioni possono nascere numerosi interrogativi etici, ma la verità è che non esistono vaccini cruelty-free, quindi non esiste scelta.

Il punto non è non vaccinarsi perché la preparazione farmaceutica è stata testata su animali, ma chiedere di potenziare nell’iter di messa in commercio, il ricorso a modelli alternativi in modo da aumentarne la sicurezza, la rapidità e la disponibilità per l’uomo, salvando milioni di vite.

Lo sviluppo del vaccino, in tempi così rapidi è la chiara dimostrazione che la ricerca può, e deve, cambiare, superando i limiti del modello animale più volte messo in discussione dalla stessa comunità scientifica e dalla legge, che chiede uno shift culturale e pratico che possa guardare a una scienza del futuro per i diritti di tutti.

Inutile quindi rispondere a provocatorie frasi “se sei animalista non dovresti vaccinarti”, il punto, come già detto, è un altro. Oltre al fatto che questo orrore, se fossimo tutti a favore della tutela degli animali, nemmeno sarebbe esistito. La pandemia che viviamo, e quelle che verranno, sono frutto dello sfruttamento incondizionato dell’ambiente e delle specie che ci vivono

Il nostro pianeta è su una via senza ritorno, non sono i farmaci che potranno risolvere il problema, ma solo l’impegno costante e di tutti verso il cambiamento e la consapevolezza che le nostre scelte hanno un peso ed è nostro dovere garantire un futuro vivibile a tutti.

 
TESTO INTEGRALE, A CURA DELLA DOTTORESSA MICHELA KUAN, BIOLOGA E RESPONSABILE LAV AREA RICERCA SENZA ANIMALI
 
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