A gennaio la notizia del trapianto sull’uomo di un cuore di maiale geneticamente modificato aveva fatto scalpore, facendo gridare al successo degli xenotrapianti (trapianti tra specie diverse uomo – animale), e illudendo molte persone in attesa di trapianto d’organo.
L’intervento su David Bennett, che aveva solo 57 anni, era stato dichiarato riuscito, ma a distanza di pochissimi mesi l'Università del Maryland, negli Usa, dà notizia della morte dell’uomo.
Un annuncio molto triste ma prevedibile, per noi di LAV e per molti scienziati che da anni combattono contro l’inutile, fallimentare e crudele pratica degli xenotrapianti.
Una metodologia sostenuta anche nel nostro Paese dove, per legge, doveva essere abolita già dal 2014 e, invece, continua ad essere possibile e il cui divieto è stato posticipato di ben 11 anni, al 2025.
Gli studi di trapianti tra specie dimostrano come questa tecnica sia fallimentare, a causa dell’insorgenza di gravi problemi di rigetto e della possibilità che vengano veicolati patogeni senza controllo (con complicazioni virologiche). A ciò si aggiungono le chiare incognite nell’uso di modelli geneticamente modificati e le evidenti considerazioni etiche, sottolineate anche da importanti istituzioni internazionali.
Viviamo in un Paese che non fa nulla per sostenere la donazione del corpo post mortem per la ricerca o incentivare lo sviluppo di modelli alternativi di organi ricostruiti in vitro e dove, purtroppo, è stata ancora posticipata la possibilità di mettere la parola fine a questi errori ed orrori.
Una scienza diversa non è solo possibile, ma doverosa per gli animali e per tutti i malati di cui dobbiamo rispettare le speranze.