Abbiamo presentato le azioni che possono essere subito attivate per ridurre i rischi per cittadini e orsi favorendo la convivenza.
Ucciderne subito 4, poi altri 60, la metà della popolazione dei plantigradi, questa la rappresaglia contro gli orsi annunciata da Maurizio Fugatti, Presidente della Provincia autonoma di Trento.
Alla luce della conferma del decesso di Andrea Papi che ancora piangiamo, a causa dell’aggressione di un plantigrado, quella del Presidente Fugatti è una reazione priva di ogni fondamento logico e scientifico, mossa solamente da un senso di becera vendetta.
Questa rappresaglia aggiungerà solo sangue innocente a sangue innocente mentre l’Amministrazione provinciale trentina, come tutte quelle che l’hanno preceduta, non è stata in grado di favorire la convivenza pacifica nel rispetto della vita degli umani e degli orsi. Si tratta di “una lucida strategia politica e ideologica” non scientifica, come ha detto il medico veterinario trentino Alessandro De Guelmi che ha curato il progetto “Life Ursus” di reintroduzione dell’orso voluto dalla stessa Provincia oltre vent’anni fa, finanziato con soldi pubblici chiesti e ottenuti da Trento all’Unione Europea, animali prima sterminati da caccia e urbanizzazione e poi usati come attrazione turistica e indotto commerciale".
Le responsabilità della Provincia di Trento e la sua inadeguatezza nel gestire la sicurezza dei cittadini sono oggi ancora più evidenti e ne sono testimoni tutti gli incidenti registrati nel corso degli anni, sempre riconducibili a comportamenti umani inadeguati al contesto di un incontro con l’orso.
Risponderemo colpo su colpo, nelle Aule giudiziarie e in piazza, a ogni minaccia alla vita degli orsi e per continuare a coltivare la possibile, necessaria, pacifica convivenza fra tutti. Le accuse del Presidente Fugatti gli si ritorceranno contro perché dimostreremo in ogni Tribunale e ai cittadini che non è stato mai fatto tutto ciò che era nelle possibilità di Provincia e Comuni per prevenire gli incidenti, informando correttamente e assiduamente cittadini e turisti, eliminando le attrattive per gli orsi come i rifiuti, vietando l’accesso umano in alcuni boschi in particolari periodi dell’anno, come succede normalmente in altri Paesi.
La conferenza stampa di ieri di Fugatti, convocata dopo la tragedia avvenuta a Caldes, poteva rappresentare l’occasione per l’Amministrazione provinciale di Trento di assumersi pubblicamente la responsabilità della mancata informazione e educazione dei cittadini alla prevenzione degli incidenti con gli orsi. Un’opportunità per ripartire costruendo un nuovo rapporto tra orsi e cittadini basato su rispetto e consapevolezza.
Invece il Presidente Fugatti ha deciso di scatenare un’offensiva che non sarà utile a nessuno, perché l’odio e il desiderio di vendetta non insegneranno certamente ai cittadini come comportarsi nel caso in cui dovessero incontrare un orso sul loro cammino e quindi nulla cambierà per la loro sicurezza.